di Germana Marini
Ciò ad onta di una marea di gente che nel mondo muore quotidianamente di fame, e dell’esigenza d’incrementare la ricerca a livello del “Covid”, non meno falcidiante.
Va precisato che l’approdo della navicella spaziale nell’atmosfera di Marte precederà di non molto, si è detto, quello di una spedizione, avente per protagonisti astronauti, che si prevede rimarranno in loco per la durata di un anno.
In un non lontano futuro, è l’unanime, concorde opinione, la terra andrà sempre più perdendo la facoltà di garantire la sopravvivenza umana; sicché il “trasferimento” su Marte, Venere, Mercurio e via dicendo, diverrà ineludibile.
Quella terra cui Iddio ha dato vita, autentico Eden, del quale l’uomo fosse il re.
Uomo che l’ha bistrattata a tal segno, da far sì che gli si rivoltasse contro.
Superfluo è l’enumerare l’inquinamento e tutti i delittuosi danni ambientali ad ogni livello, che ne hanno stravolto le stagioni, l’ecosistema, il paesaggio, senza che nessuno alzasse un dito per porre fine allo scempio.
Così che tardivamente ora si prospetta la fuga verso altri, ipotetici lidi, cui, sul nostro
cattivo esempio, le nuove generazioni non riserverebbero miglior trattamento.
Chi ha il conforto della fede sa come da innumeri anni nelle Sue apparizioni la Mamma Celeste ci scongiura di rispettare quanto donatoci dal Padre Eterno; senza ottenere
riscontro.
Ma la lezione si deve ritenere indirizzata anche a coloro che non credono. Allora non dovremmo più sbarcare su estranei paradisi, ove nella notte dei tempi sono forse
esistiti degli esseri, poi estinti, o ivi a tutt’oggi presenti, ma con i quali mai potremmo legare. Intenderci!
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