2020-12-22

VIAGGIO CON ADILA MAGGIONI, CONSORTE DEL COMPIANTO MAESTRO FRANCESCO SACCHI, FRA MUSICA, CARE AMICIZIE E RICORDI INERENTI ALLA BRILLANTE STAGIONE A CAVALLO TRA GLI ANNI CINQUANTA E SESSANTA


di Germana Marini
Ho avuto più volte occasione di trattare dell’insigne, indimenticabile Maestro Francesco Sacchi, apprezzatissimo compositore, arrangiatore, direttore dei Cori “Nives” di Premana e del “Coro Alpino Lecchese”.  Un musicista dalla produzione artistica, non lodevole soltanto, bensì sconfinata e poliedrica.  

“Trasformare in un capolavoro qualunque brano gli venga sottoposto non è che una delle tante peculiarità di questo compositore geniale ed eclettico”, di lui ho, tra l’altro, scritto. Ma Sacchi ha altresì musicato svariate liriche di poeti del territorio lecchese, tra cui quelle della sottoscritta, di Antonio Bellati, Carlo Del Teglio, Aristide Angelo Milani, Walter Orsati. “Ed è stato grazie a lui”, ha dichiarato l’allora Prevosto della nostra città, Monsignor Roberto Busti, poi Vescovo di Mantova, “che la lecchesità ha sposato la mondialità”. Ciò in merito al noto CD “Nuova Luce”, firmato da Sacchi e dall’autrice e compositrice Sabrina Lavecchia, edito da Multimedia San Paolo. 

 


Ed ora, in prossimità delle Festività Natalizie, abbiamo il piacere d’incontrare Adila Maggioni, la cordiale e simpatica consorte di un artista che tanto lustro ha conferito ai nostri luoghi,  per raccogliere alcune testimonianze, nonché aneddoti esclusivi e inediti, riguardanti entrambi. Sì perché lei, in qualità di applaudita cantante, ha seguito sin dai primi tempi di matrimonio il marito, girando in lungo e in largo il mondo e duettando con lui, che l’accompagnava al pianoforte. 


“Ci siamo esibiti ovunque”, compiaciuta afferma, “persino negli Emirati Arabi, riscuotendo sempre ampi consensi. Un rapporto, il nostro, cimentato dal fatto che, esibendoci insieme, rimanevamo a stretto, costante contatto: la stessa passione, gli stessi obiettivi, le medesime frequentazioni e amicizie. Quella con il Direttore del Periodico “Il Punto Stampa” Claudio Redaelli, in particolar modo, persona davvero squisita, oltre che devoto amico, che ci invitava spessissimo ad intervenire a serate musicali, organizzate dal partito, e così pure caldeggiavano la nostra partecipazione esponenti del mondo culturale lecchese e artistico”. 


Sollecitata a citare alcuni nomi noti del territorio, Adila ne fa un nutrito elenco, rammentando il cordiale rapporto per lungo tempo intrattenuto con il nostro Nino Castelnuovo, valido attore e interprete de “I Promessi Sposi” del Manzoni, nel ruolo di Renzo, quello con il presentatore Gustavo Gnecchi, Giovanni Corbetta, il Trio Martino, il Trio Turba del famoso Maestro Peppino Mazzoleni, con l’estroso, eccentrico professore e regista Giujusa, il professor Cobella, Giordano Carissimi, il 

pittore Bonora. “Ma tanti altri si potrebbero annoverare”, asserisce, “tra cui il violinista Galeazzi, il flautista Pifferetti,  il notaio Gaetani, appassionato musicista e grande amico di Franco, mio marito, la Corale Carmilucci, la mandolinistica…”. 


“Molti di questi amici, facenti parte di un tempo che non farà ritorno, sono passati a miglior vita”, osserva, “ed è triste pensare a quanto sia mutata, rispetto a quell’epoca così brillante, ora, la vita. Tanto per cominciare è increscioso il fatto che le Sale cinematografiche abbiamo chiuso, ormai da tempo, i battenti. Penso con nostalgia a quando al “Cinema Impero” si potevano godere tante appassionanti Commedie musicali, tipo “La Collana dei quindici rubini”, con te che, frequentando la Scuola della Martignoni alla Scala, ti eri esibita , a soli tredici anni di età, come ballerina solista…  Un cinema, “l’Impero”, poi divenuto “Europa”, ospitando recital, concerti, riviste di qualità, che facevano il pieno assoluto in sala. E così il Cinema “Lariano”, “Italia”, il “Nuovo”, il “Mignon”, il “Marconi”…”. 


“Ricorrerà tra breve la nascita del Bambinello Gesù”, Adila soggiunge, “e non posso impedirmi di rievocare la serenità e letizia di quando trascorrevamo il Natale tutti insieme: io, il povero Franco, i figli Monica e Antonello, l’amatissima nipotina Francesca. È in circostanze come questa che una persona tanto cara che non è più, ti manca. Ahimè, quanto ti manca!... Quest’anno, in sovrappiù, ci si è messo anche il “Coronavirus”… Ecco spiegato il perché è stata una consolazione il poter fare con te, Germana, questo “viaggio in un passato”, a proposito del quale ci sarebbe ancora tanto da dire, ma ciò che difetta è l’entusiasmo e la spensieratezza d’allora! Colgo tuttavia l’occasione per formulare a te e ai gentili lettori tutti i più sentiti auspici di ogni bene, affinché, non il Santo Natale soltanto, bensì l’Anno che è alle soglie sia migliore di questo. Augurio al quale si associano Monica che, seguendo le orme paterne è oggi una valente musicista e insegnante di pianoforte, e Antonello, appassionato anch’egli da sempre di musica. 


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