È stato presentato, in occasione di Villoresi Convivio - crocevia dei giovani alla ricerca di spazi di incontro e spiritualità – il volume Il gesto sacro. Una conversazione con Mario Botta, edito da Electa. L’architetto Mario Botta ha dialogato con gli autori Beatrice Basile e Sergio Massironi, moderati da Aldo Colonetti, ripercorrendo i “fondamenti” - umani e professionali – del proprio lavoro.
Ripartendo dal titolo stesso del libro, “il gesto sacro”, è emerso come si possa riconoscere una radice sacra nel gesto architettonico e, prima ancora, antropologico, del tracciare un segno, una distinzione tra un microcosmo interno e un macrocosmo esterno . Sacralità del gesto che Mario Botta identifica nella capacità dell’architettura, in quanto atto di creazione, di trasformare “una condizione di natura in una condizione di cultura”.
Attraverso il dialogo con l’architetto si sono ripercorsi alcuni dei principali temi affrontati nel libro, quali il ruolo fondamentale che il “territorio della memoria” - quell’insieme stratificato di segni di cui la città si compone - riveste nel rapporto dialettico che i nuovi interventi generano, l'impegno formativo dell’architettura nell’educazione dello sguardo che ogni individuo sviluppa nel proprio percorso, e il rapporto con la politica, nel senso più alto del termine, come polis su cui l’architettura va ad incidere.
A legare i diversi punti di vista, il tema della soglia, uno dei “fondamentali dell’architettura” che concorrono a delineare la terza e conclusiva parte del volume. La soglia è un momento di passaggio, di transizione, tra un interno ed un esterno che nello spazio sacro emerge con più evidenza, ma diviene anche interpretazione del rapporto tra l’antico, la città consolidata, e il nuovo che, come l’architetto sottolinea, deve essere “riflesso formale” del proprio tempo storico. |
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