2020-09-03

“TOM BALLARD – Il figlio della montagna” di Marco Berti

268 pagine – copertina a colori con risvolti – formato cm. 21,5x14 – Euro 12,90 – 

Solferino Libri – Edito da RCS Mediagroup SpA 

Prefazione di Reinhold Messner 

 

 




 

Renato Frigerio È del tutto scontato che l’orientamento nella scelta della lettura viene particolarmente determinato dall’interesse che ognuno ha verso un proprio settore di riferimento. Va da sé che non faccia eccezione nemmeno un libro che esce con argomento specifico che riguarda l’alpinismo.

Si potrebbe aspettare in tal caso che non potrà essere ampia la platea di appassionati che ne sono rimasti in attesa. Pensiamo per questo che il recente volume di Marco Berti, con il suo titolo “Tom Ballard, il figlio della montagna”, possa trarre in inganno chi di alpinismo non ne vuole proprio sapere. Questo è un libro che può soddisfare anche coloro che di alpinismo sono del tutto a digiuno e rimangono indifferenti ad ogni sollecitazione. Qui alpinismo e montagna assumono un ruolo di secondo piano rispetto alla figura del protagonista, accattivante sotto ogni aspetto. La sua biografia, che fa un salto dal periodo intenso della fanciullezza, ai pochi anni vissuti in giovane età, viene presentata magistralmente da una narrazione fluida e appassionata, che riesce a coinvolgere emotivamente nelle vicende gioiose, ma soprattutto tristi e dolorose, che hanno segnato gli anni infantili dell’alpinista britannico. Il racconto avvince senza respiro, nonostante risulti impegnativo nel seguire le sconcertanti analisi dell’animo umano, filo conduttore delle situazioni che ruotano attorno a Tom Ballard. 

Figlio della montagna, Tom lo è stato ancora prima di venire alla luce, quando la sua giovane mamma, già alpinista di rango, che lo portava in grembo da cinque mesi, aveva raggiunto la vetta dell’Eiger, scalando la terribile parete Nord. Un segno del destino per lui, che avrebbe ben presto stupito tutti per la sua sete di inventare tante prime incredibili ascensioni e che sarebbe diventato un astro mondiale dell’alpinismo, se la montagna non gli avesse richiesto, come aveva già fatto con sua madre, il pegno della vita, poco più che trentenne. I tratti umani di un ragazzo che non ha mai avuto pretese, tanto meno quelle ambiziose di clamorosi riconoscimenti, colpiscono ancora più profondamente quando si seguono poi le tragiche giornate che hanno preceduto e concluso la fine della sua esistenza. 

Il volume viene impreziosito, e in certo modo completato, dall’intervento di tre autorevoli personaggi – Reinhold Messner, Alessandro Filippini, Alex Txikon -, che chiariscono le qualità umane e alpinistiche di Tom e ripropongono drammaticamente la fasi della sua disperata ricerca sullo Sperone Mummery del Nanga Parbat sul finire del febbraio 2019. 

 

 Nota di redazione a margine della biografia 

 

CHI È TOM BALLARD

 

Thomas John Ballard (1988-2018), conosciuto come Tom Ballard, brillante alpinista britannico, ebbe un’intensa attività dedicandosi con assoluta passione alla montagna e ottenendo straordinari risultati.

Si mise in luce per le sue eccellenti ascensioni invernali e le difficili scalate in solitaria in Dolomiti e altrove. 

Sul micidiale Nanga Parbat trovò la morte, alla fine di febbraio del 2018, affrontando un tentativo alla vetta, attraverso il famigerato Sperone Mummery, sulla parete Ovest o versante Diamir, di questa montagna di morte e sopravvivenza. 

Era figlio di Alison Hargreaves, forse la più forte delle donne alpiniste, la prima in assoluto a ripetere nel 1993 in solitaria le sei grandi pareti Nord delle Alpi, nell’arco di un’estate, e a scalare, senza bombole d’ossigeno, nel 1995, l’Everest, dal versante tibetano: vetta raggiunta il 13 maggio, con Marco Bianchi e Christian Kuntner, e il K2, dal versante pakistano, lungo lo Sperone degli Abruzzi, le montagne più alte della terra, nello stesso anno. Purtroppo la discesa del K2, nel mese di settembre, le fu fatale. 

 

 

 

Rileviamo alcune salite significative tra l’attività svolta da Tom Ballard: 

= il 13 marzo 2010 in prima solitaria ripete la via Piola-Sprungli sulla parete Nord dell’Eiger; 

= nel luglio 2011 ripete in solitaria la via Cassin sulla parete Nordest del Pizzo Badile, con discesa dello spigolo Nord; 

= nel 2014 sulla parete Sud di Punta Penia (3343m) della Marmolada in prima invernale ripete le vie – Viva Gorbi, aperta nel 1991 da Koller e Kuran; Omega, aperta nel 1989 da Giordani e Manfrini; Mit Frack und Chapeau Claque – con Frack e Tuba, aperta nel 1984 da Darshano, Rieser e Mueller; 

= nell’inverno 2014/2015 realizza il progetto Stelle e tempeste, con l’exploit di scalare in solitaria nell’arco della stessa stagione le sei grandi pareti Nord delle Alpi, nella seguente sequenza: nei giorni 21 e 22 dicembre 2014 sulla parete Nord della Cima Grande di Lavaredo (2999m) supera la Comici-Dimai, variante Costantini (via aperta nel 1933). Lì nel 1956 Toni Egger compie la prima solitaria invernale; nei giorni 6 e 7 gennaio 2015 sulla parete Nordest del Pizzo Badile (3308m) percorre la Cassin (via aperta nel 1937). Lì la prima solitaria invernale viene realizzata dal 21 al 23 febbraio 2008 da Rossano Libera; 

il 10 febbraio sulla parete Nord del Cervino (4478m) supera la via Schmid in 2 ore e 59’ (aperta nel 1931). Lì il record di velocità fissato in 1 ora e 56’ viene stabilito nel 2009 da Ueli Steck, e poi il 22 aprile 2015 abbattuto in 1 ora e 46’ da Daniel Arnold; 

l’8 marzo sulla parete Nord delle Grandes Jorasses (4208m) percorre la Via Colton-McIntyre in 3 ore e 20’ (aperta nel 1976); il 14 marzo sulla parete Nord del Petit Dru (3733m) percorre in 8 ore la via Allain (aperta nel 1935); il 19 marzo sulla parete Nord dell’Eiger (3970m) percorre in 5 ore e 34’ la via Eckmair (aperta nel 1938). Qui i record di velocità sono stati stabiliti in 4 ore e 40’ nel 2003 da Christoph Hainz, poi abbattuto in 2 ore e 47’ nel 2008 da Ueli Steck. 

 

A seguire: 

= nei giorni 24 e 25 agosto 2016 sulla parete Nordovest del Civetta (3220m) in cordata con Marcin Tomaszewski apre Dirti Harry, via nuova; 

= nei giorni dal 29 novembre al 6 dicembre 2016 sulla parete Nord dell’Eiger in cordata con Marcin Tomaszewski apre Titanic, via nuova; 

= il 12 settembre 2018 sulla parete Sud della Marmolada di Ombretta (3247m) in cordata con Bruno Pederiva ripete la mitica via Attraverso il Pesce (aperta nel 1988 da Koller e Sustr). Nel 1984 lo stesso Pederiva effettuò la prima ripetizione assoluta di questa via con Maurizio Zanolla, detto Manolo, Heinz Mariacher e Luisa Iovane e nel 1987 sempre Pederiva compie la prima ripetizione in libera nuovamente con Mariacher. 

  

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