2020-09-18

Agli Istituti Airoldi e Muzzi 72 nuovi ospiti dal 24 giugno

Cresce la richiesta soprattutto per il nucleo Alzheimer – L’impegno per offrire momenti di incontri protetti ai famigliari – In attesa di risposte da Regione Lombardia

 




È un settembre all’insegna di un moderato ottimismo quello che il Consiglio di amministrazione degli Istituti Riuniti Airoldi e Muzzi Onlus di Lecco stanno affrontando. Se infatti, da un lato, sono ripresi, con l’estate appena trascorsa, i ricoveri presso la struttura, dall’altro gli Istituti sono comunque alle prese con una gestione degli ospiti che continua ad essere complessa, a causa delle indicazioni regionali in materia di prevenzione dal Covid-19 che interessa le RSA.

“A partire dal 24 giugno scorso abbiamo potuto riaprire le accettazioni. – spiega il presidente Giuseppe Canali – Abbiamo infatti messo in atto tutti i protocolli necessari per garantire un ricovero in isolamento dei pazienti che fanno il loro ingresso negli Istituti, così da osservare la quarantena imposta per legge. Complessivamente, ad oggi, sono stati 72 i nuovi ingressi, per oltre la metà provenienti da strutture sanitarie, in 25 casi dalla loro abitazione e in 10 casi da altre strutture socio-sanitarie. Ma, soprattutto per i pazienti provenienti da strutture sanitarie, si è trattato nella maggior parte dei casi di persone con un quadro clinico estremamente complesso, per lo più compromesso”.

Il dato positivo è l’assenza, ad oggi, di pazienti con positività al Covid-19: “Ciò nonostante i protocolli da osservare sono molto rigidi. – continua – E i famigliari hanno possibilità estremamente limitate di poter incontrare con frequenza i propri cari. Si tratta di un elemento che funge da freno per chi deve decidere di portare in RSA un congiunto. Da parte nostra abbiamo ampliato il numero di punti di incontro protetti tra famigliari e ospiti: oggi sono tre, di cui uno nel parco, uno presso il padiglione Bettini-Pazzini e uno presso l’ex-portineria. E abbiamo gestito le visite protette di oltre 600 famigliari. Ma capiamo che il pensiero di dover essere costretti a limitare fortemente il contatto spinga molti famigliari a rimandare nel tempo il ricovero dei propri cari in una RSA”.


Sul fronte dell’impegno, di risorse umane ed economiche, questa situazione pesa non poco sugli Istituti: “Abbiamo aumentato le risorse messe a disposizione dagli educatori per portare gli ospiti a godere di almeno di spazi di relax e di attività nel parco. – afferma ancora Canali – Ogni ospite, anche se autonomo, deve infatti essere accompagnato da un educatore per accedere al parco. Davvero un peccato, visto che godiamo di uno dei parchi più rigogliosi della città. A fronte di ciò, siamo ancora in attesa da parte di Regione Lombardia di risposte precise circa le richieste di materiali e contributi economici che abbiamo avanzato”.

Intanto crescono le domande di ricovero, soprattutto quelle indirizzate al nucleo Alzheimer: “Sono in 29 i pazienti di attesa, a fronte di 40 posti accreditati totalmente occupati. – conclude – Stiamo studiando una soluzione a questa elevata richiesta, per poter dare una risposta concreta ai bisogni delle famiglie”.

 

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