2020-08-22

Il Parco Valentino ai Piani Resinelli,

Cesare Perego - Intitolato all’industriale lecchese Valentino Gerosa Crotta, donato dagli eredi al Touring Club Italiano nel 1961, si può definire uno scrigno di valori ambientali e culturali da preservare e valorizzare attraverso la conoscenza e il rispetto. Riassume in sé alcune delle vicende che hanno caratterizzato la storia dei Piani Resinelli e dello sviluppo industriale del lecchese.  Nell’anno 2002, tutto questo patrimonio è stato acquistato dalla Comunità Montana del  Lario Orientale che in stretta collaborazione con la Regione Lombardia ha avviato numerosi interventi per la conservazione e valorizzazione di questo patrimonio, definito dall’allora Presidente patrimonio dei “Lecchesi” senza distinzione alcuna.  Le aree boscate e prative sono per coloro che ne hanno conoscenza , una riserva di valori ambientali di notevole pregio.                                                                                                                                                                                              Il numero delle erbe presenti sul territorio è decisamente più elevato di quello di alberi  e arbusti. Talune presentano fiori appariscenti come il Giglio Scuro o il Rododendro, altre posseggono fiori meno vistosi come la Caledonia, altre ancora hanno fiori piccoli, ma dall’aspetto elegante e dai colori evidenti, come  la Genzianella campestre. Ciascuna pianta ha preferenze di ambiente ed è così che il Colchio autunnale cresce su suoli umidi, l’Aquileggia spunta sui margini dei boschi montani, il Bucaneve si può trovare in boschi umidi e vallecole fresche. Il Caprifoglio ha la caratteristica di arrampicarsi su qualunque sostegno incontri, la Primula si diffonde su tutti i tipi di suoli, mentre il Trollius, noto come il Botton d’oro,  vive  bene in suoli fertili.

Nei dintorni si possono trovare molte piante che l’uomo ha utilizzato nei settori più diversi, come il Brugo, che trovava ampio spazio nella produzione della seta come supporto negli allevamenti di bachi, o la Saponaria rossa da cui si estrae la “saponina”, usata per la fabbricazione dei saponi.

Alcune erbe comuni contengono principi pericolosi per l’uomo, tossici o velenosi, come l’Acònito antora e l’Acònito napello, il Ranuncolo o l’Eufobia delle faggete, il Sigillo di Salomone o il diffusissimo Anemone bianco che provoca rossore e vesciche a chi lo tiene in mano troppo a lungo.

Tra le erbe sopra menzionate alcune, opportunamente trattate, hanno anche proprietà curative, come il Ranuncolo che contiene anemonina, sostanza si tossica, ma anche medicinale o l’Acònito napello le cui radici  hanno carattere medicinale. Molte sono poi, le erbe comuni il cui valore medico è ampiamente riconosciuto fin dall’antichità. Tra queste vi sono la Salvia comune o la Valeriana montana dalle proprietà sedativa, la Verga d’oro che contiene principi digestivi e calmanti, varie specie di Viola dalle caratteristiche espettoranti e diuretiche, l’Equiseto, usato nella cura di malattie quali arteriosclerosi e artrosi, l’Elleboro che nella radice contiene glicosidi cardioattivi.  

Non si deve dimenticare che spesso l’uomo, utilizza le piante anche in cucina, come nel caso, dell’Acetosella dei boschi le cui foglie sono unite alle insalate primaverili, del Latte di gallina i cui bulbi sono commestibili come cipolline o, ancora, dell’Asparago selvatico e del Timo.

Una passeggiata in questo angolo di paradiso che sovrasta la città di Lecco  cattura il visitatore affascinato da una splendida visione panoramica  sulla pianura milanese attraversando, visivamente  la Brianza, fa di questo luogo uno dei più panoramici del lecchese.

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