2020-07-24

L’ULTIMA FATICA LETTERARIA DEL NOTO SCRITTORE E GIORNALISTA ROBERTO ALLEGRI: UN LIBRO SU SAN PIO DA PIETRELCINA, INTRIGANTE E STUPENDO





di Germana Marini “Farò più rumore da morto che da vivo”: questo il titolo di un libro di grande fascino, come raramente ci è dato leggere, in quanto stilato con palese sincerità e coinvolgimento interiore, autore del quale è il famoso scrittore e giornalista Roberto Allegri, con una quarantina di pubblicazioni di successo all’attivo, fra i cui titoli spiccano quelli d’impronta religiosa, come “Reportage da Fatima”, “La mamma di Calcutta”, “La straordinaria storia di Fratel Ettore Boschini”, “Le stimmate di Padre Pio”.

Una devozione profonda al grande Santo del Gargano, che gli è valsa il premio “Padre Pio da Pietrelcina” per la sua attività letteraria.
“Padre Pio era nato nel 1887 ed è scomparso nel 1968”, scrive Allegri nell’introduzione al testo. “Ma non è un Santo del passato, bensì attuale, moderno, contemporaneo. Un motivo fra tutti?... Perché continua ad operare miracoli. 

I prodigi che si sono verificati, e si verificano, per sua intercessione dopo la morte, sono moltissimi e seguitano ad aumentare, creando sempre più interesse attorno alla sua figura. Guarigioni, profezie, oculati consigli”.
“I fatti più eclatanti”, spiega, “sono poi stati raccolti, indagati e utilizzati nel processo di canonizzazione che ha portato Padre Pio ad essere dichiarato Beato e poi, il 16 giugno 2002, Santo. 
Ho incontrato persone che vengono dette “miracolate”, e che sono state protagoniste di avvenimenti sconcertanti, che la scienza non è in grado di spiegare. 
Ho raccolto la storia di queste persone, la loro emozione, lo stupore e la gioia che traspare dalle loro parole. 
Molte delle quali, prima, non avevano fede e che neppure sapevano chi fosse Padre Pio, e che in seguito sono diventate sue accese devote”.
“Le pagine che seguono”, conclude lo scrittore, “riportano alcuni di questi fatti straordinari. 
Ma sono solamente una piccola parte perché, aprendo la porta sul mondo di Padre Pio, si scopre davvero un universo grandioso, che sembra non finire mai”.
Un ritratto a tutto tondo, quello di San Pio, delineato da Roberto Allegri, da lui descritto come “taumaturgo”, in quanto “operatore di prodigi”, caratteristica espressa all’ennesima potenza dal Santo.
Conosciuto soprattutto per le stimmate, le bilocazioni, i misteriosi profumi emanati dalla sua persona, grazie alla sua intercessione sono avvenuti tanti e tali miracoli, da essere impossibilitati ad enumerarli.
Un volume, quello di questo validissimo autore, che si legge d’un fiato per la forte presa che esercita su chi lo scorre. Un’esposizione, la sua, alquanto intrigante, ma mai “sopra le righe”, bensì pacata nei toni, dalla prima all’ultima riga, che s’incarica di portarci a conoscenza di una serie di narrazioni, effettuate da un variegato campionario di fedeli e figli spirituali di un “uomo di Dio”, sospeso da sempre, sin da bambino, tra terra e Cielo.
Protagonisti dei racconti: famosi cantanti e attori, persone comuni, religiosi, docenti, artisti; testimoni diretti di quell’insondabile mistero che San Pio ha incarnato a iniziare dalla sua venuta al mondo.
“Uagliò”, diceva nel suo dialetto beneventano, “non te preoccupà : ci sono io!”.
Lui, uno dei Santi più amati in assoluto e più conosciuti, ha dispensato tante illuminate opinioni e consigli a giovani titubanti, che non riuscivano a trovare la loro dimensione e strada da percorrere, di cui posso personalmente fornire un tipico esempio: mio cugino Tancredi, molti anni fa da Torino raggiunse San Giovanni Rotondo appositamente perché l’infallibile Santo lo aiutasse a scegliere la facoltà Universitaria a lui più consona. 
“Sono fortemente indeciso tra Giurisprudenza e Ingegneria”, gli disse. 
E lui fece senza titubanze riscontro: “Iscriviti a Ingegneria, Uagliò, che troppe menzogne dicono gli avvocati, per fare assolvere dei bricconi recidivi e impenitenti! ...”.
Da Ivana Spagna, a Toni Santagata, da Carlo Campanini a Memo Remigi, fino a Lisa Gastoni, moltissima gente di spettacolo è stata, ribadisco, guarita nell’anima e nel corpo da San Pio, notoriamente di poche parole, ma di probanti fatti, che ebbe il grande merito di far edificare quel gioiello di Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico che è “Casa Sollievo della Sofferenza”. 
In realtà sin dal 1925 egli aveva sognato di dar vita a questa benedetta casa, in cui gli ammalati potessero trovare assistenza. Raccolse così offerte e, con la generosa collaborazione di volontari riuscì a realizzare l’intento di trasformare un monastero nel piccolo “Ospedale San Francesco”, andato però distrutto dal terremoto. 
Ma non si diede per vinto, e nel gennaio 1940 venne stilato l’atto di nascita della “Casa Sollievo della Sofferenza”, via via dotata delle attrezzature più sofisticate e moderne.
Un’osservazione, questa, per giungere a rammentare che Fra’ Pio soleva dire: “Sono solo un povero frate che prega”. E’ vero, ma che ha attirato però a sé l’attenzione del mondo, attestando la veridicità della promessa fatta quand’era ancora sulla terra: “Farò più rumore da morto che da vivo!”.

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