2020-06-24

CONTRO LE MALATTIE INFETTIVE ARMI NUOVE E AFFINATE

La testimonianza della professoressa Annamaria Orani,
primario della Divisione dell’Ospedale lecchese



di Germana Marini - Rinverdire la memoria di chi ha vissuto la realtà di un servizio, sotto ogni aspetto eccellente: quello elargito dall’Ospedale lecchese di via Ghislanzoni, nel corso di oltre dieci intensi anni, compresi tra il 1989 e il 2000, e ragguagliare nel contempo le nuove generazioni in merito alla partecipazione dei medici a stage propedeutici all’accrescimento delle acquisizioni scientifiche, messe a frutto all’interno del contesto ospedaliero stesso: ecco le finalità di questo mio revival.

Il raccogliere in una pubblicazione unitaria, edita dall’Editrice C.B.R.S., una nutritissima serie d’interviste ai primari di ogni singola Divisione del presidio cittadino, da me effettuate in un lungo “Viaggio nel pianeta sanità”, mensilmente apparse sul periodico nazionale “il Punto Stampa”, si deve alla lungimiranza del direttore Claudio Redaelli, Consigliere dell’Ospedale provinciale di Lecco dal 1965 al 1981, e Vicepresidente dal 1975 al 1981,  succeduto al dott. Aldo Rossi, all’On. Vittorio Calvetti e al dott. Salvatore Bonalumi.
Pubblicazione dalla tiratura di 300 copie, in men che non si dica esaurite.
<< Questa singolare iniziativa >>, ebbe a dichiarare Redaelli, << posta in essere grazie alla preziosa collaborazione della giornalista Germana Marini e alla cortese disponibilità degli operatori sanitari, è di enorme rilievo, in quanto l’Ospedale rappresenta un’autentica risorsa, un fiore all’occhiello per Lecco, apprezzato com’è in ambito europeo, al punto che da ogni parte giungono qui per affidarsi a mani provatamente esperte >>. Aggiungendo: <<Posso ben dire che le articolate interviste della Marini rimarranno ad esempio di un servizio giornalistico esclusivo, reso possibile dal lodevole impegno professionale, sia di chi le ha curate, che di chi ne è stato protagonista. Mi corre quindi l’obbligo di ringraziare sentitamente, non gli specialisti soltanto, bensì il personale infermieristico, paramedico, ausiliario, i tecnici,  le 75 operose, infaticabili suore all’interno del collegiato e tutti coloro che si sono prodigati al fine di dar lustro a questa privilegiata
struttura >>.

“Vaccinarsi, per non doversi rammaricare della propria trascuratezza, e farlo in tempo utile”, ammonisce il medico.
Dal virus influenzale che giungerà in Italia puntualmente verso la fine di dicembre, sappiamo praticamente tutto, incluso che non dovrebbe essere troppo “malvagio”.
Stolto però sarebbe accoglierlo impreparati ed inermi.
Alla professoressa Annamaria Orani, primario della Divisione Malattie Infettive dell’Ospedale cittadino, chiediamo appunto in che modo combatterlo.
“Vaccino e terapia antivirale: approcci complementari e diversi, di cui gradiremmo ci illustrasse le peculiarità”.

OBIETTIVO: SCONGIURARE O MITIGARE L’INFLUENZA

“Come ha giustamente osservato, si tratta di due cose diverse e diciamo che l’una non esclude l’altra. Ossia la vaccinazione resta il caposaldo della prevenzione, con delle indicazioni precise ormai note: persone che abbiano superato i 65 anni, con problemi cardiaci, respiratori, o malattie croniche; come pure è tenuto a vaccinarsi l’intero personale sanitario. Se si pensa che l’anno scorso si sono ammalati d’influenza circa 10 milioni d’italiani, con un costo sociale enorme, ci si può rendere facilmente conto del beneficio costituito dalla prevenzione, che fa sì che questo malanno stagionale non sia più temibile come al tempo delle tre grosse pandemie che in questo secolo hanno mietuto milioni di vittime. Ora a fianco della vaccinazione si schiera una terapia specifica antivirale, che ha destato un grandissimo interesse, suscettibile com’è di abbreviare sensibilmente il tempo di malattia. Per spiegarci, è un po’ come assumere un antibiotico nelle forme batteriche: Nel corso di questo prossimo inverno uscirà appunto un farmaco che si può usare anche quando l’influenza è già in atto, anche in soggetti che si siano vaccinati e che disgraziatamente contraggano l’influenza, visto che il vaccino non garantisce al 100% la copertura”.
“Spesso e volentieri infatti avviene che uno si chieda il perché tanto zelo non abbia sortito alcun effetto…”.
“Ciò è imputabile al fatto che il vaccino viene preparato prima, in previsione di una certa infezione. Succede invece che il virus sia leggermente diverso, e che quindi anche i vaccinati si ammalino; in una forma però senz’altro più lieve. Ma come dicevo, in tale evenienza i soggetti a rischio possono ricorrere a questo farmaco, la cui molecola, denominata Zanamivir, interferisce sulla replicazione del virus, inattivandolo”.

DI AIDS SI VIVE, GRAZIE A QUESTI PREZIOSI COSTOSI FARMACI

“Cambiando argomento, quali sono le novità in tema d’infezione da HIV ?”.
“La novità assoluta è certamente quella terapeutica. La tecnologia è oggi talmente migliorata, da consentirci di costruire in laboratorio molecole con una celerità incredibile, determinando un netto mutamento nel corso dell’epidemia. Dal 1996 c’è stata una brusca diminuzione di nuovi casi di AIDS e parimenti una brusca flessione della mortalità. Come nel caso dei tumori parliamo di polichemioterapia anche relativamente alla terapia antiretrovirale, che in combinazione impiega varie famiglie di farmaci, talmente efficaci da permettere la sopravvivenza del paziente fino a trenta anni; contro i 10/15 del passato. A fronte di queste possibilità offerte dai Paesi occidentali, non ce n’è invece nessuna in quelli in via di sviluppo, che continuano a registrare milioni di morti all’anno, per l’impossibilità di ridurre il costo dei farmaci”.

INTERFERONE PIU’ ANTIVIRALI  E L’EPATITE È ALLE CORDE

“Abbiamo visto come la fine di questo secolo sia costellata di scoperte un po’ in ogni campo. E per quanto concerne l’Epatite C,  che in Italia ha una così alta incidenza?..”.
“ Non solo per l’Epatite C, ma anche per la B, sono usciti due eccellenti farmaci. Della Ribavirina per la C si è diffusamente parlato sui giornali nazionali; è stata poi approntata Lamivudina per il trattamento dell’Epatite D: due antivirali come lo Zanamivir per l’influenza, che si associano con successo all’Interferone,  da vent’anni usato in tutte le Epatiti croniche”.
“Su quanto si aggira il costo sociale dell’Epatite cronica?”.
“La terapia è alquanto onerosa, costando un milione e seicentomila lire al mese. Se si riflette però che l’Epatite colpisce assai spesso persone giovani, con un’attività lavorativa, condannate ad essere gravemente ammalate per anni, è facile comprendere come questo trattamento, consentendo il loro totale recupero nel giro di uno, due anni, sia determinante”.

T.B.C.  E MALARIA: RINNOVATO FLAGELLO

“A fronte di tanti lusinghieri successi, c’è però anche una dolente nota…”.
“Effettivamente sì, ed è rappresentata dal risveglio in questi ultimi anni di alcune malattie che sembravano dimenticate. Prima fra tutte, nella nostra nazione che vede un’immigrazione non controllata, la tubercolosi tra gli extracomunitari e nei soggetti con H.I.V. Il problema è assai preoccupante, tanto più in quanto queste persone vivono spesso in ambienti sovraffollati e non riscaldati. Condizioni che determinano appunto la riaccensione della malattia. Diffusibile com’è per via aerea, non rimane che attenersi scrupolosamente ai principi della prevenzione, incluso il ricovero ospedaliero precoce. Dobbiamo altresì segnalare un’allarmante recrudescenza della malaria. Quest’anno abbiamo registrato un picco epidemico senza precedenti in settembre, il che trova spiegazione nel grande rientro estivo degli immigrati nel loro Paese, per la maggior parte senza attuare alcuna profilassi. Ma anche nella trascuratezza di alcuni nostri connazionali, che non ritengono necessario cautelarsi, prima di affrontare un viaggio a rischio.


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