2020-05-18

“ La pecora nostrana un patrimonio storico culturale”


Cesare Perego - L’agricoltura moderna, soprattutto nelle aree fortemente industriali e terziarie come il Lecchese, può essere interpretata simbolicamente come una medaglia dai mille volti.
Così deve essere interpretato il percorso ed impegno che dal 1996, con decisione l’allora Comunità Montana del Lario Orientale ha fatto a sostegno della volontà di recuperare e valorizzare la pecora di razza Brianzola considerata ormai estinta, intrapresa dell’ “ Associazione della Pecora Brianzola” in fase di costituzione sotto  l’autorevole guida del suo presidente Pasquale Redaelli. 

In questi ultimi decenni, finalmente si è preso coscienza dell’importanza della salvaguardia degli ambienti marginali soprattutto se in territori montani e delle specie zootecniche ad essi legati.  I costi sociali che annualmente vengono sostenutiti ed il dichiarato fallimento della specializzazione economica in certi ambienti, riapre il difficile dibattito sulla diversificazione produttiva. Solo le famiglie con redditi provenienti da attività diverse possono sopravvivere.in un ambiente marginale come quello montano o collinare. Non va comunque dimenticato che regioni alpine confinanti con la Lombardia e non, hanno fatto di questo ambiente una risorsa economica in grado non solo di ridurre l’esodo verso la pianura, ma addirittura di favorire un ritorno ai paesi di origine, tramite la valorizzazione turistica dovuta alla salvaguardia di tradizioni locali che ha sempre aiutato il rilancio di zone depresse.
In tutto questo l’allevamento ovino e soprattutto quello di razze autoctone può trovare il suo spazio e contribuire al reddito in un ambiente che l’abbandono ha progressivamente degradato.
La riscoperta di antiche, ma ancora esistenti, popolazioni locali, la costituzione di forme associazionistiche che abbiano come principale scopo la valorizzazione delle vecchie razze animali legate al settore, la costituzione di marchi di qualità in grado di differenziare il prodotto, possono funzionare da collante perché le nuove generazioni non commettano lo stesso errore di chi, cercando fortuna, ha abbandonato zone ricche di cultura cresciuta con tanto sacrificio da chi ha sempre creduto in questi ambienti.
L’allevamento della pecora di razza brianzola è stato spesso considerato come un fenomeno dall’importanza marginale. In effetti esso ha avuto un rilievo economico secondario rispetto ad altre attività agricole e manifatturiere del nostro territorio, e non ha raggiunto livelli di incidenza sulla vita sociale che la pastorizia e la transumanza hanno avuto in varie zone di montagna. Eppure la pecora ha rappresentato un valore essenziale nell’economia familiare e nella cultura di molti piccoli coloni e proprietari brianzoli.
Oggi, grazie al lavoro portato avanti dagli appassionati allevatori sotto la regia dell’Associazione guidata da Pasquale Redaelli, la pecora brianzola sta tornando ad essere apprezzata. Sono  motivo di incoraggiamento da un lato il riconoscimento ufficiale da parte dell’Associazione Nazionale della pastorizia, che ha restituito alla brianzola la sua antica dignità fra le razze ovine esistenti, dall’altro il consolidarsi dell’interesse da parte degli allevatori locali, riunitisi in associazione desiderosi di sviluppare attraverso l’allevamento un ulteriore motivo di orgoglio e soddisfazione personale.
Si è altresì creata una filiera  produttiva mediante l’educazione ambientale, il concreto legame con il territorio, il coinvolgimento del sociale questi gli aspetti che caratterizzano in genere questo arduo lavoro di recupero e valorizzazione. Il riutilizzo della lana ad esempio, destinata alla produzione di cappelli, di coperte, di giubbetti ecc. che, più di un secolo fa rappresentava una professione redditizia e gratificante per la mano d’opera femminile, alimentata dalla presenza a Monza della storica residenza della famiglia reale.
Fin dalla sua fondazione, l’associazione della Pecora Brianzola, ha sempre operato con passione e disinteresse con l’unico obiettivo di salvare una ricchezza unica di una razza ovina legata al territorio, alla storia della Brianza e delle sue genti: Originariamente era presente in tutta la regione collinare della Brianza e in maggior densità nelle zone di Oggiono, Galbiate, Valmadrera, Merate e Erba.. Manifestazioni, mostre e fiere, sono un veicolo importante per dare voce e slancio a questa azione di salvaguardia e valorizzazione della razza, soprattutto con progetti di carattere scientifico a salvaguardia del benessere degli ovini.

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