2020-05-19

In Italia sono circa 34mila gli operatori ambulanti nell’alimentare che rappresentano un importante punto di riferimento per i consumatori e per i produttori agricoli. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Unioncamere in occasione dell’inizio della fase 2 che prevede in molti casi ancora vincoli per il commercio ambulante con limitazioni per lo svolgimento di sagre e fiere. Le bancarelle – sottolinea la Coldiretti – sono importanti per rifornire le dispense degli italiani di frutta, verdura, salumi, formaggi, carne, pesce e anche street food che ha fatto segnare una vera e propria esplosione negli ultimi anni. Nell’ultima estate sette italiani su dieci (69%) hanno scelto di consumare cibo di strada con una domanda che concilia la praticità con il costo contenuto e rappresenta una forma di vendita particolarmente apprezzata, secondo l’Indagine Coldiretti/Ixè. Tra coloro che mangiano cibo di strada ad essere nettamente preferito dal 74% – sottolinea la Coldiretti – è il cibo della tradizione locale che va dalla piadina agli arrosticini fino agli arancini, mentre il 16% sceglie quello internazionale come gli hot dog e solo il 10% i cibi etnici come il kebab, in netto calo rispetto al passato. A sostenere il percorso di qualificazione dell’offerta alimentare in questo settore ci sono gli oltre mille mercati degli agricoltori che – conclude la Coldiretti – si sono diffusi in molte grandi e piccole città grazie alla Fondazione Campagna Amica che ha realizzato la più vasta rete di vendita diretta a livello mondiale.

L’emergenza Covid19 e le misure di lockdown mettono a rischio oltre 650 mila addetti nelle micro e piccole imprese della manifattura, delle costruzioni e dei servizi non commerciali. L’allarme arriva da Confartigianato intervenuta oggi in Commissione Lavoro del Senato ad un’audizione sulle ricadute occupazionali dell’epidemia.
I rappresentanti della Confederazione hanno sollecitato misure urgenti per arginare le conseguenze della crisi sulle MPI e costruire le condizioni per la ripresa. Sul fronte degli ammortizzatori sociali, hanno segnalato la rapidità con cui il Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato ha erogato fin dall’8 aprile le prestazioni di sostegno al reddito per i dipendenti dell’artigianato sospesi dal lavoro. A marzo sono state impegnate dal Fondo risorse per oltre 314 milioni di euro. Al 30 aprile erano pervenute al Fondo 184.884 domande di assegno ordinario riguardanti 692.797 lavoratori, ma le richieste sono in aumento e Confartigianato chiede che nel Decreto Rilancio sia previsto un consistente incremento delle risorse di almeno 1 miliardo di euro, rispetto a quelle previste nel Decreto Cura Itala, per consentire al Fondo di soddisfare le domande pervenute.
Confartigianato sollecita anche la massima semplificazione di ogni nuova misura in materia di lavoro e l’eliminazione dei vincoli e delle limitazioni agli strumenti di buona flessibilità, in particolare i contratti a termine, per i quali chiede di abolire il contributo addizionale previsto per ciascun rinnovo e l’obbligo di indicare la causale. Quanto al reddito di emergenza, la Confederazione ritiene necessario utilizzarlo come iniziativa utile ad uscire dal lavoro nero prevedendo, ad esempio, per chi lo richiede l’obbligo di registrazione ai Centri per l’impiego al fine di favorire l’avviamento al lavoro.
Confartigianato, nel segnalare le iniziative realizzate per sensibilizzare le imprese sulle misure di protezione e sicurezza sul lavoro, sottolinea che misure del Protocollo aggiornato il 24 aprile 2020 sono già adeguate e sufficienti a garantire la ripresa delle aziende in condizioni di assoluta sicurezza. Vanno quindi evitate ulteriori misure, eccetto quelle di chiarimento operativo, che rischiano di essere inapplicabili o del tutto inefficaci per prevenire il contagio sui luoghi di lavoro. In tema di sicurezza sul lavoro, Confartigianato contesta l’interpretazione dell’Inail che applica il principio della presunzione di infortunio sul lavoro in caso di contagio Covid-19 di un lavoratore e che potrebbe comportare responsabilità per il datore di lavoro, al di là delle misure precauzionali adottate. A questo proposito sollecita una norma sull’esonero dalla responsabilità del datore di lavoro.

Nessun commento:

Posta un commento