2020-05-27

Chiuse le indagini sul fallimento del casinò di Campione d'Italia: 19 sotto accusa, c'è anche l'ex sindaco

C’è anche l’ex sindaco di Campione d’Italia, Roberto Salmoiraghi, rimasto in carica fino al settembre 2018, tra gli indagati nell’inchiesta della Procura di Como sul crac del Casinò e il dissesto finanziario del comune italiano che si trova in territorio svizzero. Insieme a lui, risultano sotto indagine l’ex vicesindaco, l’ex segretario, e l’ex capo dell’area economico finanziaria del Comune. Le accuse contestate a vario titolo sono abuso d’ufficio e falso ideologico. E’ quanto emerge dall’avviso di chiusura indagini notificato oggi dalla Guardia di Finanza a 19 indagati: insieme a 18 persone fisiche, sotto accusa c’è lo stesso Casinò, coinvolto per responsabilità amministrativa di società per reati commessi da propri dipendenti.

Nel mirino degli inquirenti lariani, coordinati dal procuratore Nicola Piacente, è finita la gestione del Comune di Campione d’Italia (fallito nel giugno 2018) e quella del casinò (il crac è stato dichiarato nel luglio dello stesso anno dal Tribunale di Como con una sentenza poi annullata dalla Corte d’Appello di Milano) tra il 2013 e il 2018.
Le ipotesi di reato sui cui indaga la Procura di Como coprono l'arco temporale che va dal 2013 al 2018. Alla gestione del Comune di Campione, in particolare, è contestata "la rinuncia a crediti liquidi, certi ed esigibili, vantati dal Comune di Campione d’Italia nei confronti della casa da gioco"; la modifica, "svantaggiosa per il Comune di Campione d’Italia", della convenzione siglata il 29 dicembre 2014 tra il Comune di Campione d’Italia e la società di gestione del Casinò di Campione; "l’ulteriore aggravamento del dissesto del Comune facendo ricorso ad anticipi di tesoreria".

Insieme all'allora sindaco, sono stati indagati anche il vice, il segretario comunale e il capo area finanziaria di Campione, così come l'amministratore delegato del Casinò, i componenti del consiglio d'amministrazione e del collegio sindacale. Gli esponenti dell'amministrazione comunale, in particolare, avrebbero procurato alla società "un ingiusto vantaggio patrimoniale", portando così al dissesto finanziario l'ente comunale. Il management del Casinò è accusato di falso in bilancio e comunicazioni sociali: avrebbe indicato nei bilancio un patrimonio netto positivo, "in luogo dell'effettivo valore negativo".

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