2020-04-25

Piazza (ANCE): “Il nostro Piano Marshall per l’edilizia e per il Paese: Governo e Parlamento ci dimostrino se vogliono davvero far ripartire il nostro settore e l’Italia”.

È stato battezzato “Piano Marshall” per sottolineare da un lato la rilevanza del pacchetto di richieste che contiene, dall’altro la sua centralità per il rilancio del settore delle costruzioni, quale motore per una ripresa del Paese. È il progetto messo a punto da ANCE e presentato al Governo: “Uno sforzo di progettualità di grandissimo valore, perché tocca molteplici aspetti e lo fa con la convinzione che sia indispensabile e non oltre rinviabile un intervento shock che possa rimettere in moto un settore che è in grado di fungere da volano per lo sviluppo economico nazionale. – spiega il presidente di ANCE Lecco Sondrio Sergio Piazza – Come nel Dopoguerra, così ora, è fondamentale concentrare impegni e risorse per la ricostruzione del Paese, colpito profondamente, soprattutto nella sua parte più dinamica, dalla pandemia del Covid-19.
Diciamo che è una scelta non più rinviabile: per il settore edile, che dopo dieci anni di flessione rischia di vedere, proprio ora che i primi timidi segnali di ripresa si stavano manifestando, una nuova profonda crisi post-emergenza; per l’intero Paese, perché, come sostengono anche importanti economisti come Fitoussi, solo con un rilancio dell’edilizia si può pensare ad un effetto positivo di rilancio dell’intero sistema-Paese”.

Il rilancio degli investimenti
Il programma predisposto da ANCE evidenzia una serie di priorità. Si parte dalla messa a disposizione di risorse per il rilancio degli investimenti, da attuarsi attraverso la messa immediata a disposizione dei 2,8 miliardi di euro stanziati per i prossimi 15 anni nella Legge di bilancio 2020 attraverso il Fondo per la progettazione, creando un fondo a sportello con tempi contingentati per la predisposizione dei progetti e finanziando subito tutte le domande già pervenute. Inoltre si chiede di creare un mega fondo unico nel quale trasferire le risorse destinate negli ultimi anni agli investimenti degli enti territoriali ma, ancora oggi, inutilizzate e frammentate in molti programmi, per un totale di 39 miliardi di euro. Tali risorse finanzieranno un “Piano Italia”, un grande piano di investimenti territoriali, veloce nell’attuazione, con burocrazia zero e orientato alla sostenibilità ambientale e sociale. Per la realizzazione di tale Piano sarà indispensabile riportare i programmi di spesa individuati ad un’unica procedura, affidata ad un unico Ministero. 
Infine, occorre  chiarire che l’emergenza sanitaria in atto e i conseguenti provvedimenti adottati dal Governo per il contenimento della stessa, per le loro caratteristiche di gravità, eccezionalità ed imprevedibilità, costituiscono una fattispecie di forza maggiore e che sia prevista la rifusione sia dei maggiori oneri connessi all’adeguamento del piano di sicurezza per attuare nei cantieri le misure di contenimento della diffusione del virus Covid-19 richiesti dalla normativa, sia dei maggiori oneri, diretti e indiretti, riconducibili all’emergenza sanitaria stessa.

Più investimenti, più cantieri, meno burocrazia
Sul fronte delle opere pubbliche, vengono proposte una serie di misure emergenziali in deroga al Codice dei Contratti fino a fine 2020. Tali misure prevedono una sorta di “scudo” per le stazioni appaltanti, con la limitazione della responsabilità erariale per le attività connesse a contratti pubblici affidati nel corso dell’emergenza, salva l’ipotesi del dolo, e la riforma dell’abuso d’ufficio mettendo mano agli elementi di indeterminatezza. 
Quanto alle gare, si chiedono modalità semplificate, quali: il ricorso alle piattaforme telematiche senza costi all’affidatario, la sospensione temporanea dell’obbligo di sopralluogo nei procedimenti di gara, l’obbligo di utilizzo dell’esclusione automatica delle offerte anomale per tutti gli importi, l’equiparazione della presentazione dell’offerta alla dichiarazione del possesso dei requisiti di ordine generale e speciale previsti dalla normativa vigente salvo verifiche a campione, l’applicazione obbligatoria dei termini di gara previsti in caso di estrema urgenza,  l’obbligo di procedure negoziate ex art art. 63, comma 2 lettera c) previo bando fino a 5 milioni di euro o in alternativa la creazione di un albo di fiducia con invito minimo a 15 operatori da selezionare per importi fino a 1.000.000 di euro tra le imprese del territorio, fermo il divieto di sorteggio degli invitati.
Inoltre si richiede l’obbligo di attivazione degli accordi quadro già contrattualizzati e l’obbligo di ultimazione delle gare già bandite per le quali sia scaduto il termine per presentare offerta entro un termine perentorio (30 gg).
Per gli appalti integrati è chiesta la possibilità per le stazioni appaltanti di affidare i lavori pubblici sulla base del progetto definitivo, in mancanza di quello esecutivo e la possibilità di ricorrere ad un progetto definitivo “alleggerito”, come previsto dal decreto “sblocca-cantieri”, in caso di manutenzione ordinarie e straordinarie.
Per le opere in fase di esecuzione, ANCE chiede l’obbligo di erogazione dell’anticipazione anche laddove l’appaltatore ne abbia già usufruito, per un ammontare pari al 20 per cento del valore delle prestazioni ancora da eseguire; l’obbligo di adozione di un primo stato di avanzamento “emergenziale”, da liquidare entro 15 gg, funzionale anche alla valutazione dei lavori ancora da eseguire per l’erogazione dell’ulteriore anticipazione; successivamente al SAL “emergenziale”, l’obbligo di adozione di SAL ogni fine mese, con pagamento sempre entro 15 gg.; infine l’obbligo del riconoscimento maggiori oneri Emergenza Covid-19
Infine vengono chiesti il dimezzamento dei termini per la proposizione dei ricorsi in sede giurisdizionale con, in caso di vittoria del ricorrente, il diritto al risarcimento del danno solo per equivalente e l’obbligo di nomina del collegio consultivo tecnico per eventuali contestazioni in fase esecutiva.
ANCE chiede che poi siano approvati per legge gli aggiornamenti dei Contratti di Programma di RFI ed ANAS per consentire un rapido utilizzo dei 28 miliardi messi in campo negli ultimi anni e sia subito promulgato il DPCM di nomina dei commissari straordinari per alcune opere strategiche bloccate

Dare liquidità alle imprese 
In tema di liquidità alle imprese ANCE chiede innanzitutto che siano pagati tutti i debiti arretrati della Pubblica Amministrazione, che ammontano a 6 miliardi di euro per il settore delle costruzioni. Quindi viene chiesta l’approvazione in tempi brevi delle modifiche all’art. 49 del DL Cura Italia, estendendo il periodo di applicazione dell’operatività straordinaria del Fondo di Garanzia PMI fino al 31 dicembre 2021, così da accompagnare le imprese anche nella fase di ripresa economica del Paese, ampliando la percentuale di copertura per singola operazione portandola dall’80 al 100%, sia aumentando da 1,5 a 5 milioni di euro per singola impresa l’importo massimo garantito per singola operazione di finanziamento.
Altre due misure riguardano l’estensione a tutte le imprese, anche quelle che presentino crediti deteriorati, l’accesso alla moratoria (modifica art. 56 DL Cura Italia) e l’eliminazione del divieto di cessione di ecobonus e sismabonus a banche e intermediari finanziari.

Prolungare e potenziare gli incentivi fiscali
In ambito fiscale, si chiede di prorogare i versamenti fiscali e previdenziali in scadenza per almeno i prossimi tre mesi, allargando la platea delle imprese beneficiarie anche quelle con fatturato superiore ai 2 milioni di euro. Una proroga al 2030 deve riguardare la detrazione Ecobonus e la detrazione Sismabonus, portandola al 100%. Inoltre occorre favorire il massimo utilizzo di tutti i bonus vigenti, ammettendone la fruibilità in tutte le forme potenzialmente applicabili, ossia detrazione, credito d’imposta cedibile e sconto in fattura, a prescindere dalla tipologia di intervento edilizio effettuato sul fabbricato esistente. In più, per rendere immediatamente fruibili i bonus, è necessario consentirne l’utilizzo integrale in un solo anno, oppure ripartendone l’ammontare in più anni (sino ad un massimo di 10), a scelta del contribuente e in base alla sua capienza fiscale.
Si propone poi la re-introduzione, sino al 2022,  degli incentivi mediante detrazione Irpef commisurata al 50% dell’IVA dovuta per l’acquisto di abitazioni in classe energetica A o B (aumentando tale detrazione al 100% per i prossimi 5 anni). 
Ancora, è necessario intervenire tempestivamente per abrogare la disciplina introdotta dal 1° gennaio 2020 in tema di versamento e controlli sulle ritenute operate sul reddito dei lavoratori impiegati negli appalti e subappalti e per abrogare il meccanismo dello “Split payment” senza attendere la scadenza del 30 giugno 2020, oltre all’eliminazione della soglia di compensazione tra crediti fiscali e debiti fiscali e contributivi, attualmente fissata a 700.000 euro annui.


Più flessibilità sul lavoro
Sul fronte del lavoro, ANCE chiede per 12 mesi dalla ripresa delle attività misure di superamento dei limiti attualmente previsti in materia di con tratto a termine (durata massima, rispetto degli intervalli di tempo tra un contratto e un altro, apposizione delle causali per proroghe e rinnovi e limite complessivo di ricorso a tale tipologia contrattuale). È necessario che si intervenga sull’art. 100 del D.Lgs n. 81/08 per esplicitare i costi della sicurezza e la relativa integrazione. Va chiarito che le conseguenze da contagio da Covid-19, in quanto pandemia, non esplicano alcun effetto né responsabilità in capo al datore di lavoro. Infine si chiede che venga finanziato attraverso le disponibilità di cassa dell’Inail (circa 33 miliardi di euro) un piano straordinario per gli interventi di sanificazione a seguito del rischio epidemiologico.

Le proposte per l’edilizia privata
Un ultimo capitolo riguarda le proposte per l’edilizia privata. ANCE propone mutui trentennali (quarantennali per gli under 35 annI) a tasso zero con garanzia a carico del Fondo di Garanzia Prima Casa a favore di persone fisiche per l’acquisto di immobili di nuova costruzione/integralmente ristrutturati o da ristrutturare, e mutui a tasso zero per i lavori condominiali
Per l’attività delle imprese si chiede di agire sugli aspetti collegati all’aspetto finanziario attraverso forme di automatismo che prevedano: per i cantieri il cui stato di avanzamento superi l’80% il prolungamento del periodo di preammortamento di almeno 24 mesi; per i cantieri con un livello di avanzamento inferiore la possibilità di rinegoziazione del mutuo elevando la percentuale finanziata sino all’80%.
Parallelamente servono altri incentivi dedicati alle persone fisiche, quali: l’obbligo di esentare dal pagamento della TOSAP tutti gli interventi edilizi che comportino l’utilizzo temporaneo da parte di soggetti privati (imprese di costruzione comprese) di suolo pubblico; la riduzione del contributo di costruzione da commisurarsi esclusivamente all’entità della maggiore volumetria o superficie che verrà realizzata rispetto a quella originaria e da eliminarsi per i cambi di destinazione d’uso;  l’esenzione dal contributo straordinario per 5 anni gli interventi sul patrimonio edilizio esistente negli ambiti urbani consolidati che comportino deroga allo strumento urbanistico o cambio di destinazione d’uso. 

Conclusioni
Di fronte a queste proposte, il Governo e il Parlamento devono togliersi la maschera e dimostrare, con i fatti, se vogliono che questo Paese possa davvero ripartire”, conclude Sergio Piazza.


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