2020-04-21

Indagine Confartigianato: il lockdown di aprile fa crollare del 66% i ricavi delle imprese artigiane lecchesi

I numeri parlano chiaro e collocano la nostra provincia nel cuore della fase emergenziale regionale fotografata dall’analisi svolta dall’Osservatorio Mpi di Confartigianato Lombardia su 3.700 interviste effettuate tra martedì 7 aprile e martedì 14 aprile alle micro e piccole imprese fino a 50 addetti e alle imprese artigiane della Lombardia.

“L’ evidenza – è il commento del presidente di Confartigianato Lecco, Daniele Riva – è quella di un’ampia diffusione di pesanti segnali recessivi. A marzo si rileva un calo del fatturato del 57% (a fronte del 63% regionale). Per il mese di aprile, in cui si estende il lockdown avviato a marzo, le imprese lecchesi stimano un calo dei ricavi del 66%, poco sotto il 72% di media lombarda. Il calo del fatturato delle Mpi lombarde nel bimestre marzo-aprile equivale quindi ad una riduzione dell’11% del fatturato dell’intero anno. In valore assoluto è pari a 12 miliardi di euro e ad aprile a 13 miliardi, per una riduzione complessiva nel bimestre di 25 miliardi di euro”.
Tra le dinamiche in atto, gli artigiani lecchesi sottolineano anche l’ingresso in scena di nuovi canali di vendita (e-commerce e domicilio per il 22% di loro) e gli elementi preponderanti di una pesante crisi di liquidità (60%) e di perdite di commesse e ordini (rilevato dal 59% di loro). Per il 39%, invece, si è trattato di attivare integrazioni salariali, ma solo per l’8% di mettere in atto una riduzione del personale.
“Lo shock della crisi da coronavirus – prosegue Riva – ha determinato mancati incassi per caduta del fatturato sulla gestione finanziaria d’impresa del 93% delle realtà lecchesi, nel 74% dei casi criticità relativamente al cash flow aziendale e nel 56% dei casi ritardi dei pagamenti di privati. Poco meno di 9 imprese su 10 necessita di un sostegno alla liquidità aziendale e l’importo medio regionale indicato per farne fronte è di 62 mila euro. Il 53% delle micro-piccole imprese lecchesi ha avanzato almeno una richiesta alle banche. In prevalenza si tratta di moratoria (64%) e consulenza (62%), mentre è crollata la domanda di credito per investimenti”.
Ciononostante, gli artigiani lecchesi alzano comunque lo sguardo al futuro. Il 52% di loro prefigura un ritorno graduale alla normalità aziendale tra 6 e 12 mesi, mentre il 38% un recupero solo parziale. Solo il 3%, quindi una risicatissima minoranza, vede la chiusura come una prospettiva reale. Quanto a ciò che sarà necessario durante la fase di uscita dalla crisi, nessun dubbio: rasentano il 50% e prevalgono quindi nettamente il sostegno alla finanza d’impresa, ma anche dinamismo e resilienza delle micro-piccole imprese italiane.

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