2020-03-01

OMICIDIO IRRISOLTO NEL LECCHESE

ENRICO MAGNI E' il titolo del romanzo che ho scritto. E' appena uscito dalla tipografia, dall'inizio di marzo entrerà nelle librerie, in Ibs, Amazon, Feltrinelli e altri punti vendita che sono i mediatori commerciali e favoriscono l'interconnessione tra autore – editore - lettore.


Non basta preparare la polenta sul fuoco, sudando e muovendo le braccia in un moto rotatorio costante per favorire la consistenza della stessa, è fondamentale che ci siano dei commensali, degli amici, dei clienti. Cucinare per se stessi è solo un atto di sussistenza. La polenta è buona se il mensale esprime un parere. La cosa più difficile per l'autore, l'editore medio, piccolo è quella di competere con la grossa distribuzione, con i monopoli editoriali: anche in questo caso ci si trova di fronte alla dialettica globale locale, grande piccolo, vicino lontano.
Il riconoscimento di un testo deve fare i conti con l'incertezza, la fragilità culturale, sociale, non solo del lettore, ma in particolare del mercato dei logaritmi, delle tendenze, delle mode.
Gli omicidi irrisolti sono tanti. Con omicidi irrisolti si considerano anche gli omicidi che giunti a sentenza, i presunti colpevoli, sono considerati innocenti per mancanza di prove. Nel processo probatorio la certezza della prova è fondamentale, lo diceva anche il vecchio Cesare Beccaria nel famoso testo Dei delitti e delle Pene.
Nel processo probatorio è importante l'indagine, la ricostruzione del fatto e il reperimento delle prove. L'indagine investigativa, per una serie di concause e complessità insite alla dinamica dell'omicidio, non sempre è in grado di ricostruire la complessità dell'accadimento.
Gli omicidi irrisolti sono quelli che non giungono a una dimostrata concausa della morte e riguardano in particolare le sentenze che finiscono con la mancata certezza della prova: in sostanza il fatto deve ancora essere approvato. L'omicidio è irrisolto perché le prove peritali e scientifiche manifestano incongruenze in merito alla valutazione.
Anche questa, come una serie di storie di omicidi irrisolti da Olf Palme, J.F. Kennedy, Montesi, Mauro de Mauro, Mostro di Udine, è irrisolta: l'elenco è lungo.
Nella società globalizzata anche il fenomeno criminoso deve fare i conti con la mobilità individuale, con le sette, con la stratificazione sociale e culturale. Per far fronte a questa complessità dell'omicidio, bisogna entrare e smontare la cosmologia dell'atto violento, tutto questo ha bisogno di un personale investigativo altamente preparato e formato sulle rispettive tipologie del crimine.
La dinamica omicidiaria terroristica è diversa da quella mafiosa, da quella camorristica, da quella passionale. A proposito della tipologia, è importante individuare la cosmologia dell'atto criminoso, il profilo della vittima e dell'omicida. E' solo con l'interazione interdisciplinare di più approcci che è possibile costruire profili, trovare prove necessarie e indispensabili per affermare il come e il perché dell'atto omicidiario.
Questo romanzo tra noir e investigativo ripercorre una triste e fantomatica storia. La voce del giornalista narrante destruttura e analizza, attraverso gli atti giudiziari e l'inchiesta, le prove peritali. Il reporter rende evidente i buchi, le contraddizioni, gli errori cognitivi formali; in particolare si sofferma e evidenzia come una logica primitiva o debole degli investigatori e dei giudici possa causare degli inganni nel ragionamento.
E' un romanzo che mette a dura prova il metodo investigativo, lo spaccato sociale contorto e borderline della provincia e mette in luce i comportamenti sociali e psicologici dei personaggi.
Inoltre, cerca di fare i conti con il fantasma dell'occulto presente sulla scena. Nessuno ha indagato seriamente la rivelazione della veggente. Il fatalismo della rivelazione della veggente coinvolgerà e ipnotizzerà anche i giudici. E' un omicidio irrisolto perché non c'è una certezza dell'accaduto. C'è solo il cadavere tratto dal lago.     

Nessun commento:

Posta un commento