2020-03-03

EMERGENZA CORONAVIRUS, L'IMPATTO SUI MERCATI

Il presidente Fiva Lecco, Rino Barbieri: "Ben vengano le novità, settimana scorsa gli ambulanti sono stati penalizzati fortemente"


L'ordinanza del 23 febbraio, la prima intervenuta per disciplinare l'emergenza Coronavirus, non era proprio piaciuta al mondo degli ambulanti: la decisione di vietare lo svolgimento dei mercati nel week-end era parsa poco comprensibile e quindi era stata pesantemente contestata. Di fronte alle proteste e anche alla luce della azione della Fiva, il Dpcm dell'1 marzo ha cambiato lo scenario, aprendo di fatto alla possibilità per gli ambulanti di essere operativi con le loro bancarelle anche nel fine settimana. 

"Siamo ovviamente soddisfatti di questa novità che pone fine a una ingiustizia: nessuno sottovaluta l'emergenza, ma abbiamo sempre chiesto che venissero adottate scelte coerenti e non discriminatorie - spiega il presidente della Fiva Confcommercio Lecco, Rino Barbieri - La precedente ordinanza, che prevedeva la chiusura dei mercati il sabato, era stata una decisione scellerata, un provvedimento che aveva creato un danno economico non indifferente. La scorsa settimana si è creata molta confusione, dividendo gli ambulanti dei generi alimentari dagli altri e permettendo ad alcuni negozi, o ai supermercati, di restare aperti anche il sabato e la domenica. Perché le nostre bancarelle all'aperto sono state considerate luoghi a rischio contagio, a differenza degli ambienti chiusi? La prima ordinanza era poco chiara e comunque ingiustamente discriminatoria nei nostri confronti. Ecco perché ci siamo "ribellati" e come Fiva abbiamo fatto sentire la nostra voce". E ricorda: "Nei mercati in provincia di Lecco al sabato ci sono circa 300 aziende famigliari con uno-due collaboratori: quindi circa 600/700 lavoratori sono rimasti a casa senza cassa integrazione, senza nessun contributo da parte di nessuno. Ecco perché abbiamo alzato la voce chiedendo che il nuovo provvedimento, in vigore questa settimana, fosse diverso. Siamo contenti di essere stati ascoltati, ma terremo alta l'attenzione affinché gli ambulanti non vengano nuovamente penalizzati".
Il Dpcm prevede che l'apertura delle attività commerciali diverse da bar, ristoranti e pub sia condizionata "all’adozione di misure organizzative tali da consentire un accesso ai predetti luoghi con modalità contingentate o comunque tali da evitare assembramenti di persone, tenuto conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico e tali da garantire ai visitatori la possibilità di rispettare la distanza di almeno un metro tra visitatori (criterio droplet)".


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