2020-02-12

LE “PIETRUZZE” DI DON FROTUNATO DI NOTO E LE “RELAZIONI IN RETE” DI EZIO ACETI

Una giornata intensa quella del 6 di febbraio che ha visto l’associazione “Un Villaggio per educare APS” e altre realtà del territorio, impegnate su diversi fronti a partire dal coinvolgente incontro del mattino a Lecco con gli studenti e il prof. Ezio Aceti sul tema “INTERNET O LA CANTINA DI MOS EISLEY DOVE SOLO I DROIDI RESTANO FUORI”, fino all’appuntamento serale a Colico con un relatore d’eccezione come don Fortunato Di Noto sul tema della pedofilia,  pedopornografia e della tutela dei bambini.

Quest’ultimo, organizzato grazie al patrocinio dell’Amministrazione comunale, dell’ICS Galilei, della Parrocchia e al prezioso contributo degli studenti dell’Istituto di Istruzione superiore Marco Polo, si è tenuto, presso l’Auditorium Comunale M. Ghisla. 
L’incontro, aperto a genitori, docenti ed educatori, era inserito all’interno delle rassegne lecchesi e valtellinesi de “Per fare un Bambino ci vuole un Villaggio”.
Titolo della serata: DALLA PARTE DEI BAMBINI: LA TUTELA DELLA VITA CHE CRESCE.
Presente un pubblico numeroso e qualificato che, oltre al Sindaco Monica Gilardi, vedeva la presenza di diversi dirigenti scolastici del territorio oltre a numerosi genitori e docenti. 
In questi giorni, pensando a come introdurre questo momento, avevo davanti a me gli sguardi e i volti dei miei studenti, come penso del resto ognuno di voi abbia davanti a sé, in questo momento, quello dei propri figli, dei propri nipoti, dei propri studenti, dei propri ragazzi di catechismo, del gruppo sportivo …” ha esordito il moderatore, per poi concludere mostrando i “cavalieri” con i nomi dei relatori: “Chi di voi si trova in prima fila o chi di voi dispone di una vista particolarmente efficace, non potrà non notare che ogni lettera ha un colore diverso, un’impronta diversa. Ci sono faccine, piccoli simboli, segno di quella creatività e di quella gioia di vivere che solo i bambini sanno esprimere nei loro lavori e nei loro sguardi. Ecco perché: DALLA PARTE DEI BAMBINI: LA TUTELA DELLA VITA CHE CRESCE.”
Cinque sono state le “pietruzze” che Don Fortunato Di Noto ha lanciato nel corso della serata. 
Domande, interrogativi animavano il cuore del giovane Fortunato fin dai tempi in cui svolgeva opera di volontariato negli orfanotrofi: “Perché io sì e loro non hanno una famiglia? Perché loro sono privati di una realtà così bella?” Domande ed interrogativi che, nel corso degli anni, hanno portato alla nascita di Meter che, letteralmente significa “madre” e, in senso lato, “accoglienza e grembo”. 
Oggi Meter, ha proseguito il relatore, è una realtà riconosciuta a livello nazionale ed internazionale nell’ambito della tutela dei minori e nella lotta alla pedofilia e pedopornografia online, offrendo diversi servizi quali il “OS.MO.CO.P” (Osservatorio mondiale contro la pedofilia), un “Centro di ascolto e di prima accoglienza” che risponde al Numero verde 800.455.270, un “Centro polifunzionale per l’infanzia, l’adolescenza e l’autismo” oltre che un “Polo formativo” e tutta una serie di corsi di formazione rivolti a genitori, docenti, studenti e al mondo universitario.
“Non sempre la società ama i bambini”, ha tuonato don Fortunato e “facciamo di tutto per renderli adulti”, ha poi concluso il relatore presentando i dati dell’ultimo Rapporto annuale di Meter (Vd. Tabella). “Io sono quel bambino ed un bambino abusato è un bambino orfano con genitori vivi”. 
Diversi sono i pericoli a cui sono sottoposti i bambini, dall’abuso, all’autismo tecnologico fino alla pornografia in rete, un fenomeno che coinvolge fasce sempre più giovani di utenti e di cui manca l’assoluta percezione nel mondo degli adulti. Il rischio più grande, tuttavia, è quella forma di “pedofilia culturale” che, a più livelli, tende alla “normalizzazione” del fenomeno stesso. La cultura e l'atteggiamento del pedofilo, ha proseguito il relatore, cerca di convincere le persone sulla "normalità" di un'attrazione nei confronti dei bambini, non più intesi come emblema dell'innocenza, ma come individui con esigenze sessuali da soddisfare, per poi concludere con alcune storie di vittime di abuso: “La storia di Mattia, giovane samaritano …. La segnalazione che salvò Luisa …. Il coraggio di non avere paura di saper aiutare …. La storia di Mario e di Francesca e del piede del Santo”. 
Occorre una “rete di comunità”, un “Villaggio”, parafrasando il titolo della rassegna, che possa crescere e sappia dare risposte concrete. 
In altri termini, “fare una scelta” e passare dalle parole ai fatti, costruendo, mattone su mattone, quella alleanza educativa tra genitori, scuola e società civile che possa ridare una speranza ai nostri figli, a quei giovani a cui spesso “diamo poco per la loro crescita umana e spirituale”, ha poi concluso il relatore.
Il voler mettere a tema quella “crescita umana e spirituale”, è stato il filo conduttore dell’incontro tenutosi al mattino in Sala Ticozzi a Lecco grazie al sostegno e al contributo dell’Ufficio scolastico e di “Leggermente” (Assocultura Confcommercio Lecco). Presenti oltre 150 tra studenti e docenti, il prof. Aceti ha dato vita ad un momento insolito che ha visto, come protagonisti, i ragazzi e il loro desiderio di relazione. 
Scrivono le ragazze e i ragazzi della 3B PSS dell’istituto Bertacchi di Lecco:
“L'incontro è iniziato con la proiezione di una scena tratta dalla famosa saga di “Star Wars" in cui esseri di tutti i tipi si incontrano/scontrano in una taverna: metafora della Rete dove si è esposti a una grande varietà di relazioni. Il prof. Aceti ha ribadito il concetto usando la metafora della piazza, luogo di scambio e incontro, mettendoci in guardia sul fatto che nelle piazze virtuali non sai mai con chi puoi avere a che fare…. La mattinata, però, non si è focalizzata solo su Internet, ma soprattutto ha stimolato una riflessione sulla nostra identità, sul chi siamo (con pregi e difetti) e sul chi scegliamo di essere nel mondo reale e nel mondo social. Ezio Aceti ci ha poi lasciato una Magna Charta sull'uso della rete, invitandoci a essere positivi, e ci ha messo in guardia dalle dipendenze. Nel momento del dibattito abbiamo affermato che in effetti siamo in grado di passare ore davanti a un telefono o a un computer senza renderci conto di quanto tempo sprechiamo. Abbiamo molto apprezzato questa opportunità di dialogo, in cui non si è caduti in frasi trite e ritrite, ma ci siamo soffermati su come possiamo vivere consapevolmente, nel rispetto di noi e degli altri, in questo mondo interconnesso.”

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