2020-01-08

Parole nel Tempo: gli appuntamenti del mese di gennaio 2020

Venerdì 10 gennaio, ore 21.00, presentazione in libreria del romanzo dell’Avv. Enrico RigamontiLa lealtà dell’amore (Roma, Il Seme Bianco, 2019)


È un romanzo storico che si misura con un tempo (III secolo a.C.) e con personaggi (Annibale e Scipione) decisamente lontani dalla contemporaneità. L’opposizione (etnica, militare, politica) tra Annibale e Scipione l’Africano è ben nota alla storiografia che si è occupata della II guerra punica (218-202 a.C.) ed essi sono probabilmente tra i personaggi della storia antica che hanno lasciato una traccia più visibile e duratura nella memoria di chiunque abbia frequentato, a diversi livelli, la scuola.  Se la loro immagine corrente si fonda sulla abilità strategica e militare, il romanzo ha inteso esplorare la loro dimensione psicologica, messa alla prova su un terreno – quello dei sentimenti – abitualmente passato sotto silenzio dai documenti storici e letterari. La letteratura si propone spesso di colmare i silenzi della storia: in questo caso muovendo dall’idea che un animo elevato e strenuo, quale viene attribuito loro dalle fonti, non potesse rimanere estraneo ad un sentimento forte e complesso quale l’amore, e a sentimenti di lealtà, che ne costituiscono il corollario comportamentale. E se Annibale e Scipione, si mostrano non dimentichi, ed anzi quasi prigionieri, del loro ruolo, le donne da essi amate si connotano per una notevole capacità di sacrificio e di nobile, positiva fierezza. 
Enrico Francesco Rigamonti è nato ad Annone Brianza nel 1960. Dopo aver conseguito la licenza liceale presso il Liceo Classico “Manzoni” di Lecco, si è laureato in Griurisprudenza presso l'Università Cattolica di Milano. E’ avvocato in Lecco, patrocinante in Cassazione e presso le Giurisdizioni Superiori. Ha pubblicato numerosi romanzi gialli e fantasy. Con il romanzo L’inutilità del rancore (Terramarique, 2015) ha avviato una ricerca espressiva in direzione del romanzo storico. 
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Lunedì 13 gennaio, ore 18.30. Incontro in libreria del gruppo di lettura: analisi del romanzo di Herman MelvilleMoby Dick (1851)

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Mercoledì 15 gennaio, ore 18.00, in collaborazione con AICC Lecco, il Prof. Giulio Guidorizzi, ordinario di Letteratura Greca presso l’Università degli studi di Torino, presenterà in libreria il suo volume (scritto con Silvia Romani), In viaggio con gli dei. Guida mitologica della Grecia (Milano, Cortina, 2019).
La presentazione è organizzata dalla Libreria Parole nel tempo e in collaborazione con la Delegazione di Lecco dell’Associazione Italiana di Cultura Classica (AICC). 
Non servono bussole, GPS o rose dei venti. Ogni viaggio in Grecia è, prima di tutto, un viaggio dell’anima. Fra querce che sussurrano il nome delle divinità, grotte misteriose, antichi templi e racconti di poeti, questo viaggio è un salto nel blu del mare di Grecia, alla ricerca dei suoi dèi, degli eroi, dei miti e anche un po’ di noi: di quel che siamo stati e, talvolta, vorremmo di nuovo essere.
Il tempo di una sosta sotto un albero ombroso, accanto alle rovine di un tempio, ma anche, semplicemente, la fantasia di un viaggio, dalla poltrona di casa: è la magia del mito, sempre diverso e sempre lo stesso a ogni nuovo racconto, ovunque ci si metta in ascolto. Giulio Guidorizzi e Silvia Romani ci accompagnano nella terra in cui ogni pietra custodisce una storia da raccontare e ci invitano a rallentare il ritmo, a concederci il piacere di fermarci per un attimo ad aspettare il passaggio, invisibile, di un dio. Una guida mitologica della Grecia in cui i luoghi sono descritti con gli occhi e i miti di coloro che li hanno fabbricati, in un tempo lontano.
Giulio Guidorizzi ha insegnato Letteratura greca all’Università degli Studi di Milano e di Torino. Tra le numerosissime sue opere: La trama segreta del mondo: la magianell’antichità (Bologna, Il Mulino, 2015) e la trilogia Io, Agamennone: gli eroi di Omero(Torino, Einaudi, 2016); Il grande racconto della guerra di Troia (Bologna, Il Mulino, 2018) ; Ulisse. L’ultimo degli eroi (Torino, Einaudi, 2018). Per le edizioni Cortina ha pubblicato Ai confini dell’anima (2010), Il compagno dell’anima (2013), vincitore del premio Viareggio-Rèpaci, I colori dell’anima (2017).
Silvia Romani è professore associato di Mitologia, di Religioni del mondo classico e di Antropologia del mondo classicall’Università degli Studi di Milano. Tra le sue pubblicazioni Il mito di Arianna (Einaudi, Torino 2015). 
Le illustrazioni che corredano il volume sono di Michele Tranquillini
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Venerdì 24 gennaio, ore 18.00, il Prof. Dario Cremaschi, già ordinario di Fisiologia generale presso l’Università degli studi di Milano, presenterà in libreria il suo volume Sulla strada che porta all’uomo (Milano, Edi-Ermes, 2019)
Come si è passati dagli insettivori che sono diventati arboricoli all'Homo sapiens? Un percorso lungo 66 milioni di anni: in questo volume l'autore ha sintetizzato fisiologia e paleoantropologia per descrivere come, attraverso una serie di innovazioni evolutive, a partire da piccoli insettivori si sia giunti fino all'uomo, con progressivi cambiamenti di aspetto e di funzionamento. Gli argomenti trattati spaziano dalle prime innovazioni evolutive funzionali degli animali (i primi insettivori che si sono arrampicati sugli alberi) e dai primi cambiamenti d'aspetto (primati: proscimmie, scimmie e scimmie antropomorfe), che hanno condotto poi al bipedismo e alla funzionalità della mano (australopiteci) all'aumento delle capacità cerebrali e della potenza mentale (volume, organizzazione cerebrale e intelligenza) che hanno permesso lo sviluppo degli strumenti per parlare, del linguaggio e della comunicazione, del pensiero concreto e di quello astratto, fino all'attribuzione del significato (neuroni specchio) e che hanno condotto al genere homo. 

Il volume scritto dal Prof. Cremaschi, Sulla strada che porta all’Uomo ha sottotitolo: Dagli insettivori a Homo sapiens: le progressive innovazioni evolutive che hanno portato all’Uomo. Al centro del volume le linee di una storia di 66 milioni di anni: una storia abitualmente conosciuta in forme episodiche, senza un collegamento organico tra le modificazioni fisiologiche e gli aspetti ambientali che le hanno determinate, e tra i cambiamenti morfologici e l’adozione di strumenti che assolvono a funzioni determinate. Nato da un ciclo di conferenze tenute presso il Museo Archeologico e naturalistico territoriale di Erba, è un esempio di alta divulgazione. Mossa da un appassionato desiderio di far comprendere la materia ai “non addetti ai lavori”, la ricerca che ha condotto alla pubblicazione del volume è il frutto di una esistenza di ricercatore di altissimo profilo. 

Dario Cremaschi è stato infatti Professore Ordinario di Fisiologia Generale presso l’Università degli Studi di Milano (Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali). Ha studiato alcuni dei funzionamenti di base degli esseri viventi (trasporti di ioni, acqua e sostanze organiche attraverso le membrane biologiche) alla luce dei principi sia chimico-fisici sia evoluzionistici. È stato refereedi numerosissime riviste internazionali, oltre che dei piani scientifici dell’Unione Europea. È autore di più di 200 articoli scientifici (in gran parte su primarie riviste internazionali) e di 3 libri di fisiologia. Con un understatement che esprime molto dell’eticità dello studioso, il Prof. Cremaschi scrive di se stesso: «Consideratemi un osservatore esterno della paleoantropologia, che ispeziona con uno sguardo sintetico un campo affascinante, sfruttando le proprie competenze che in parte sono sovrapposte in parte sono complementari a quelle di chi lavora direttamente come ricercatore nella disciplina». 

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Mercoledì 29 gennaio, ore 17.30, il Prof. Massimo Cacciari, Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, presenterà presso il Teatro Invito (Via Ugo Foscolo 42, Lecco) il volume (scritto con Natalino Irti), Elogio del diritto (Milano, La nave di Teseo, 2019). Dialogherà con lui il Prof. Franco Minonzio (Polyhistor Edizioni-Libreria Parole nel tempo
La presentazione è organizzata dalla Libreria Parole nel tempo, che ringrazia vivamente il Teatro Invito e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Lecco per la gentile ospitalità. 

«Dike, la Giustizia, figlia degli Dei, sarà forse costretta, alla fine del suo destino, a coincidere con Nomos, il diritto posto dalla volontà umana uscita da una guerra vittoriosa? La Giustizia apparirebbe allora come un fatto, indisgiungibile dal fatto del potere e delle sue leggi. Oppure Dike, la Giustizia, fa segno, indica qualcosa che trascende i fatti, e che tuttavia deve coi fatti del potere e delle leggi implicarsi? Ecco l’interrogazione eterna della nostra civiltà. Per comprendere come oggi questi concetti e rapporti si dispongano, è necessario tornare al punto in cui si sono determinati per la prima volta, ripercorrerne la genealogia. E' quello che fanno Cacciari e Irti ripensando un classico saggio del grande filologo Werner Jaeger, apparso all’indomani della seconda Guerra mondiale»
A partire dall’Elogio del diritto di Werner Jaeger, l’illustre filologo tedesco, gli autori ragionano sulla dicotomia del diritto nell’antica Grecia: da una parte la dike, l’ideale di giustizia ispirato direttamente dalla divinità, e dall’altra il nomos, la legge degli uomini che regola il vivere civile; due concetti che si completano ed equilibrano l’uno con l’altro. Il modello greco insegna quanto, ancora oggi, sia necessario che la giustizia si traduca nella concretezza di misure effettive, e che la legge non si regga esclusivamente su un’imperatività priva di passioni.
Dunque una riflessione sulla giustizia e sul diritto che non parte, come le innumerevoli pseudo-riflessioni da talk shaw con finalità precostituite, da episodi sconcertanti, o perfino scandalosi, della cronaca giudiziaria del nostro paese, ma rimette al centro il concetto di giustizia, che non può ignorare la sfera dei fatti, del potere e delle leggi di volta in volta determinate, ma che non può identificarsi interamente con essa. Un libro che sotto la superficie mitologico-classica, parla all’oggi, e parla di noi. 
Si unisce il testo della recensione di Nicoletta Tiliacos, “Il Foglio”, 23 ottobre 2019:
«La filosofia del diritto sarebbe arrivata molto dopo, ma già i greci s’interrogavano sulla giustizia come virtù politica per eccellenza, l’unica capace di dare forza alle fondamenta della società. Nel pensiero greco la giustizia è schema ideale della vita, supremo dono degli dèi agli uomini, chiave di lettura della loro posizione nel cosmo, verità ultima sul mondo e sulla natura della realtà. Nei poemi omerici troviamo l’onnipossente Dike, Giustizia, figlia di Zeus e della sua seconda sposa, Themis, la grande dea che governa “la regola della natura, la norma della convivenza dei sessi, anzi della convivenza degli dèi e degli uomini in generale”, per usare le parole di Kerényi. Più tardi arriverà Nomos, consuetudine incarnata nel diritto codificato, rimedio alle fatali discordie nate nella polis. Da quel momento, sarà patrimonio culturale dell’occidente la riflessione su cosa sia la vera giustizia e su come il Nomos, la norma di volta in volta vincente, risponda alla domanda di verità che Dike pone ai singoli e alle società. L’incessante inseguirsi combattersi avvicendarsi (e integrarsi e dialogare) di Dike e Nomos segnerà la nostra storia, oltre a dare linfa alla grande stagione della tragedia greca. Al pensiero giuridico greco, alle sue basi mitiche, alla sua evoluzione e infine al disgregarsi delle sue basi ontologiche è dedicato il folgorante Elogio del diritto, pubblicato più di settant’anni fa in America dal grande filologo classico tedesco Werner Jaeger. Il filosofo Massimo Cacciari e il giurista Natalino Irti partono da quello scritto – tradotto nel 1948 da Edoardo Ruffini e riprodotto in apertura del volume, che dal saggio di Jaeger mutua il titolo – per ragionare a loro volta sul “destino di Dike” (Cacciari) e sul “destino di Nomos” (Irti) nell’epoca, la nostra, che vede il disgregarsi anche della semplice ambizione di ripensare la loro unità.»
Massimo Cacciari, nato a Venezia il 5 giugno 1944, si è laureato in Filosofia presso l’Università di Padova nel 1967, discutendo una tesi sulla Critica del Giudizio di Kant con i Professori Sergio Bettini e Dino Formaggio. Già incaricato di Letteratura Artistica e poi di Estetica presso la Università di Architettura di Venezia, è diventato ordinario in Estetica nel 1985. Direttore del Dipartimento di Filosofia dell’Accademia di Architettura di Lugano dal 1998 al 2005, nel 2002 fonda con don Luigi Verzè la Facoltà di Filosofia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, di cui è il primo preside.Dal 2012 è professore emerito di Filosofia presso lo stesso Ateneo.
Tra le sue pubblicazioni, molte delle quali tradotte e molte edite soltanto all’estero, ricordiamo: Krisis, Milano 1976; Dallo Steinhof, Milano 1980; Icone della legge, Milano 1985; L’Angelo necessario, Milano 1986; Zeit ohne Kronos, Klagenfurt 1986; Drama y duelo, Madrid 1987; Méridiéens de la decision, Parigi 1992; Geofilosofia dell’Europa, Milano 1994; L’Arcipelago, Milano 1996; Le dieu qui danse, Parigi 2000; Hamletica, Milano 2009; The Unpolitical, Yale Univ. Press 2009; Doppio ritratto. San Francesco in Dante e in Giotto, Milano 2012; Il potere che frena, Milano 2013. La sua ricerca teoretica si concentra nel “trittico”: Dell’Inizio, Milano 1990; Della cosa ultima, Milano 2004; Labirinto filosofico, Milano 2014.


Venerdì 31 gennaio, ore 21.00, in collaborazione con il Gruppo Astrofili Deep Space, il Prof. Attilio Ferrari, già ordinario di Astronomia presso l’Università degli studi di Torino, terrà presso il Planetario di Lecco (Corso Matteotti 32) la conferenza Le stelle nella poesia: dalla lirica all’epica
La conferenza è organizzata congiuntamente dalla Libreria Parole nel tempo e dal Gruppo Astrofili Deep Space: si ringrazia vivamente il Planetario di Lecco 
Nato a Torino nel 1941, il Prof. Attilio Ferrari si è laureato in Fisica all'Università di Torino, nel 1964. Direttore del Consorzio Interuniversitario per la Fisica Spaziale (CIFS). Presidente dell’Associazione ApritiCielo e del Parco Astronomico INFINI.TO. Professore ordinario di Astronomia all'Università di Torino dal 1986 al 2011; Direttore dell'Osservatorio Astronomico di Torino dal 1986 al 2001. Autore di centinaia di pubblicazioni scientifiche, piace ricordare il volume Stelle, Galassie e universo. Fondamenti di astrofisica, Milano, Springer Verlag, 2011, e il volume – scritto a quattro mani con Donato Pirovano – Dante e le stelle (Roma, Salerno, 2015).
Sull’onda di quest’ultimo libro, ma allargando lo spettro degli autori e dei testi, il Prof. Attilio Ferrari parlerò di come le stelle, i pianeti, e in generale l’organizzazione astronomica dell’universo siano stati assunti quale tema privilegiato dalla tradizione poetica, di come uno sguardo carico della forza e della suggestione dell’immaginare abbia sviluppato una ‘maraviglia’ carica di suggestioni teoriche: dunque di come poesia e scienza abbiano saputo entrare in feconda interrelazione. 

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