2019-11-17

COSA BOLLE NELLA PENTOLA DELLA POLITICA DI LECCO

ENRICO MAGNI - E' tempo di caldarroste. Per le vie del borgo è possibile incrociare sempre qualcuno che, per un motivo o per l'altro, le offre stando attento alla quantità; nell'aria si sprigiona quella strana malenconica autunnale che annuncia la prossimità di alcune ricorrenze come le future elezioni amministrative per la città e come le castagne sul fuoco scrocchiano alcune candidature a sindaco. 

In questa fase il brusio è maggiore nel centrosinistra. 
Il Partito democratico pare che voglia proporre un suo candidato simpatizzante ma esterno al partito. E' il profilo di una persona che opera all'interno di un'associazione imprenditoriale (API) come training manager; è laureato, è atletico e impegnato nell'associazionismo di base di area cattolica. E' un profilo che ricalca, con la addebita differenza l'attuale sindaco uscente: al primo batter di ciglia è possibile scorgere questa somiglianza. 
C'è una differenza sostanziale. Brivio proviene dall'amministrazione pubblica, invece l'attuale candidato dal mondo della produzione, sviluppo e formazione per la piccola e media impresa. E' una variabile che potrebbe incidere. L'altro aspetto che va considerato è che, a parte l'attività associativa di base, è la prima volta che si confronta con l'amministrazione pubblica e con la politica che sono due bestie non facili da capire e da comprendere in profondità. Una cosa è compartecipare indirettamente per gli impegni sociali e personali alla cosa pubblica, l'altra è sporcarsi le mani. 
L'altro candidato storico è il rappresentante della lista civica Appello per Lecco. Lui ritiene di avere in tasca tutti i requisiti per guidare la città di Lecco perché si ritiene un grande ispiratore di cambiamento essendosi occupato di associazionismo e per essere assessore per cinque anni. Non solo, è convinto che la sua lista civica Appello per Lecco sia stata fondamentale per la vittoria nel 2015. Basta, però, osservare i dati delle elezioni del 2015 per trarre una semplice e banale considerazione: la lista Appello per Lecco porta in dote solo 1.312 voti, pari al 6.60%, non è molto. Non è un dato elevato, certo in una logica di concertazione svolge una funzione importante e determinante. 
Va evidenziato che se il centrodestra nel 2015 -Lega, FI, Bodega, Nuovo centrodestra- non si fosse spaccato, diviso avrebbe vinto. E' bene tenere presente la lezione di Cassago Brianza: il centrosinistra presentandosi con due liste perde, oppure Valmadrera, Oggiono, il centrodestra presentandosi con due liste perde. Scacco matto.
L'idea proposta dal nuovo partito saponetta, Italia Viva, di allearsi con Appello per Lecco e con qualche altra lista civica in competizione con il Pd, è malsana; prima di tutto perché è difficile quantificare il voto a Lecco di Italia Viva; in questo periodo è una sigla fantasma di disturbo; gli attuali referenti non incidono per nulla in città, sono soggetti esterni, massimo potrebbero portare metà dei voti di Appello per Lecco. 
I fedeli del pensiero renziano si definiscono, in modo ossessivo, riformatori; però dovrebbero articolare, snodare, destrutturare il significante che sottende a riformare: così posto è vuoto. Dicano che cosa vogliono riformare? Lutero è stato un riformatore perché ha riformato dei dogmi strutturali della chiesa cattolica romana, creando una nuova teologia. Non sembra che via siano dei filosofi, economisti riformatori in Italia Viva. 
Appello per Lecco ha svolto e svolge una funzione stimolante e suggerente come tutte le liste civiche che ci sono state a Lecco anche nel breve recente passato. E' scontato e ovvio volere un maggior riconoscimento, avere una maggiore incisività; questo è possibile solo stando dentro l'attuale gioco. Non ci sono i numeri e le condizioni per presentarsi con altre leste civiche: è una partita persa.
Il Pd senza Appello per Lecco, senza l'altra lista di sinistra, solo con una lista promossa dal candidato cattolico di riferimento difficilmente riprenderà il governo della città. 
Il vento soffia a destra. Le castagne stanno bollendo. Per il Pd sono due le possibilità per rimuovere queste resistenze. La prima consiste nel collocare in Giunta i referenti che partecipano all'alleanza. La seconda consiste nello svolgere le primarie, ma richiede tempo. Prima di sottoporsi al voto delle Primarie devono confrontarsi, farsi conoscere; è importante sapere cosa intenda fare il candidato sindaco: non basta essere un ex assessore, un direttore di banca, un cattolico, un riformista o di sinistra. Solo dopo un confronto con i cittadini allora sarà possibile andare al voto delle primarie. Non va bene votare solo sulla fiducia o sul si dice.
E' poco politico sia per il centrodestra e per il centrosinistra prendere strade rivendicative e personali.
Per governare la complessità delle cose Lecco necessità di una squadra che abbia idee e capacità pragmatiche. Questo periodo che separa dal voto dovrebbe essere usato per incontrare i cittadini a elaborare e discutere sulla città. Il cittadino vuole sentire proposte non beghe di famiglia o di paese. 
           


                                                           RISULTATO ELEZIONI 2015 LECCO
BRIVIO VIRGINIO 
39,21%    8251
Partito Democratico
Lista Civica - Appello Per Lecco
Lista Civica - Vivere Lecco

5884      29,60

1312        6,60
0560        2,81


7.756
16
  
 3
  

ALBERTO   NEGRINI
26,53%   5582
Lega Nord
Forza Italia
Fratelli D'Italia - Alleanza Nazionale
Lista Civica - Viva Lecco
3165    15,92
1323     6,65

461      2,31
401       2,01

4.027
4
2
0
0

LORENZO BODEGA 
20,21%    4253
Nuovo centrodestra
Lista Civica - Bodega Sindaco Si'
Destra - Bodega Sindaco Destra Per Lecco

2382      11,98
  
 855          4,30
 702          3,53



3.939
2
1

MASSIMO RIVA 
8,55%      1801
M5STELLE
1712        8,61
1
ALBERTO ANGHILERI
5,48       1153
Con La Sinistra Cambio LECCO
1120         5,63
1


Gruppo misto

1








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