2019-11-13

Api Lecco, settant’anni insieme. Per progettare il futuro

Il presidente Luigi Sabadini: “Nessun altro come la nostra associazione si è messo in campo per difendere le piccole e medie imprese”. Tavola rotonda sul “perché di una storia” e cerimonia di premiazione delle aziende. Gli interventi di Vera Negri Zamagni, di Carlo Cottarelli e del presidente di Confapi, Maurizio Casasco

di Claudio Bottagisi
“Siamo una bella squadra. Sì, una squadra che vuole e che sa vincere”. Nelle parole del direttore Mauro Gattinoni è racchiuso il senso del “perché di una storia”, quella dei 70 anni di attività dell’Associazione piccole e medie industrie della provincia di Lecco.

Lo storico traguardo è stato “celebrato” martedì 12 novembre nell’aula magna del polo territoriale lecchese del Politecnico. Settant’anni insieme, settant’anni ben portati e comunque soltanto il primo passo di una vita ancora lunga, come ha sottolineato il presidente della Provincia, Claudio Usuelli, nel suo indirizzo di saluto seguito a quelli del sindaco della città, Virginio Brivio, e di Manuela Grecchi, prorettore dell’ateneo lecchese.
Settant’anni di intense quanto produttive relazioni tra le imprese del territorio e l’associazione, come ha rimarcato il presidente di UniverLecco, Vico Valassi, così come la valenza del traguardo raggiunto è stata evidenziata da Marco Galimberti, presidente della Camera di commercio di Como e Lecco.

Una videointervista ad Alberto Gianola delle Trafilerie di Malavedo, azienda che nel 1949 fu tra le fondatrici dell’Api lecchese, poi è toccato al presidente Luigi Sabadini ripercorrere il cammino dell’associazione, non prima di aver ribadito l’importanza di “recuperare il senso della storia, dunque il senso dell’intero percorso che ci ha portato fin qui, specie oggigiorno in cui si vive “in diretta” e si finisce col perdere la memoria”.
Ecco allora il “perché di una storia”, il perché l’Api di Lecco è evoluta configurandosi come una comunità nella comunità, come un legame indissolubile tra persone e territorio. “Nessun altro come la nostra associazione - ha detto esplicitamente il presidente - si è messo in campo per difendere le piccole e medie imprese private ed è proprio in questa logica, fatta di sussidiarietà della rappresentanza, che si sviluppa il forte legame di Lecco con la Confapi nazionale”.
Quindi un rapido accenno ai problemi sul tappeto. Tra gli altri “una legislazione adimensionale, fatta e pensata per le grandi aziende” e “una sostanziale avversione all’impresa e in particolare alla manifattura”. E un riferimento ai fattori fondanti del perché si è Api e del perché si vuol continuare a “fare associazione”. 
“E’ questo il senso di scavare nel profondo delle ragioni delle scelte che ci hanno accompagnato - ha affermato Sabadini - il senso del considerevole impegno nel supporto che continuiamo a dare alle imprese associate, il senso di riconoscere l’impronta che questo nostro agire ha lasciato sul territorio”.

Poco più avanti nel suo intervento il richiamo alle attività innovative svolte da Api Lecco e che ne hanno contraddistinto l’operato: la formazione continua dei lavoratori, con numeri da capogiro sia in termini di persone sia di ore; l’apertura di Api Sondrio per essere sempre più vicini al territorio e agli imprenditori; ApiTech per dare un futuro alle aziende pensando a nuovi processi e a nuovi prodotti; “Valoriamo”, progetto emblematico per il welfare che impatta sul territorio e sulla comunità; Distretto di economia civile del Comune di Lecco.
Infine una riflessione: “Guardare al futuro significa riconoscere che il modello di sviluppo che ci attende è quello di un’economia circolare in cui la sostenibilità ambientale, sociale ed economica diviene il paradigma del progetto di ciascuno”.
Di impresa e territorio e dell’esigenza di un nuovo nodello di sostenibilità hanno successivamente parlato Vera Negri Zamagni, economista e docente di Storia economica all’Università di Bologna, e Carlo Cottarelli, docente e direttore dell’Osservatorio dei conti pubblici dell’Università Cattolica.

“Dobbiamo tutti renderci conto che il mondo deve cambiare - ha premesso Vera Negri Zamagni - e voi lo state facendo da tempo con scelte e comportamenti decisamente diversi da quelli dell’economia istituzionale. Avete cioè il grande merito di esservi resi conto prima di altri dei cambiamenti in atto”.
“E restando sempre al futuro - ha aggiunto - quando mi chiedono cos’è importante per un’impresa familiare io rispondo “avere dei figli” perché un’impresa, piccola o media che sia, senza la passione non vale più di tanto. E purtroppo in Italia è mancata un’adeguata politica della famiglia”.
E’ finita più volte sul banco degli imputati, la politica, nel dibattito moderato dal direttore Gattinoni. “La politica lavora soltanto sugli slogan e così non riesce ad affrontare i reali problemi del Paese - ha sostenuto l’economista e docente - e si continuano a mettere pezze a un vestito ormai logoro”. “Il tema della plastica? Invece di chiedere a chi la produce come raggiungere l’obiettivo che ci si è posti hanno messo una tassa - ha continuato Vera Negri Zamagni - e così non si risolverà certo il problema”.
“La manovra finanziaria varata per il 2020 è una legge di galleggiamento”, ha detto dal canto suo Carlo Cottarelli, che ha subito aggiunto: “Certo, piuttosto che andare a fondo è sempre meglio galleggiare, ma io temo che rimarremo nella situazione attuale per almeno altri tre anni, anche se siamo in qualche modo stati premiati dall’abbassamento dei tassi di interesse. Riducendo le aliquote di tassazione, infatti, potrebbe esserci una minore spinta all’evasione, ma i problemi da risolvere rimangono tanti”.
“Per rilanciare il Paese sarebbe ad esempio fondamentale e prioritario - ha spiegato sempre Cottarelli - ridurre la burocrazia, che costa 30 miliardi all’anno, e semplificare le norme vigenti”.

Su questo aspetto ha concordato, nel suo intervento di chiusura dell’evento per i 70 anni dell’Api lecchese, Maurizio Casasco.“Noi viviamo in un sistema anti-industriale  - ha detto il presidente di Confapi - quando invece lo sviluppo di un Paese avviene proprio attraverso le imprese, alle quali è indispensabile dare la possibilità di lavorare. E di crescere”.
“Alcuni provvedimenti adottati anche di recente - ha aggiunto - assomigliano a veri e propri dazi. Il presidente Trump negli Stati Uniti li ha messi sui prodotti stranieri, noi li mettiamo su quelli… italiani”.
Infine un sincero elogio all’Api di Lecco: “Siete straordinari e avete colto in anticipo i cambiamenti in atto nel sistema Paese. Ecco perché siete un grande esempio, al punto che la vostra è un’esperienza da far conoscere e da esportare”.
Nelle celebrazioni dei 70 anni di storia dell’Api lecchese non poteva mancare la cerimonia di premiazione delle aziende fondate 50, 60, 70, 80 e 100 anni fa e di quelle iscritte all’associazione da 30, 40, 50, 60 e 70 anni.
Per il mezzo secolo di attività sono state premiate A.C.R.A di Valmadrera, Larius di Calolziocorte, Sveden di Primaluna e Castfutura di Terno d’Isola, per i 60 anni la OMIG di Olginate e Invernizzi presse di Invernizzi e Maggi Laura di Pescate, per i 70 anni la Aldeghi Luigi e la Metallurgica Alta Brianza di Lecco, I.M.M.E.A. di Sirone e Adda Ondulati di Annone Brianza, per gli 80 anni la I.R.O. di Oggiono e per il secolo di attività la Salice occhiali di Gravedona.
Iscritte da trent’anni all’Api la Cabagaglio di Sirone, Corbetta Salvatore di Cassago  Brianza, Silte di Galbiate, Eleprint di Lomagna, C4 di Olginate, Faser di Rogeno, Trafileria Lariana Drawing Steels di Barzago e Seatek di Annone Brianza. Per i quattro decenni di iscrizione riconoscimento alla Allum Srl, per il traguardo del mezzo secolo alla Fonderia Mapelli di Olginate e alle Officine Santafede di Cortabbio di Primaluna e per i 60 anni alla Gerosa G.B. Srl Industria minuterie metalliche di Lecco.
Infine la premiazione delle Trafilerie di Malavedo, azienda fondata e iscritta all’Api da settant’anni.

Nella galleria fotografica, le immagini dell’evento di martedì 12 novembre per i 70 anni dell’Api di Lecco.






































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