2019-10-04

CONFCOMMERCIO LECCO, UN'ASSOCIAZIONE IN SALUTE PER SERVIZI DI QUALITA'

Le considerazioni del direttore Alberto Riva sullo stato del terziario, in particolare del turismo


A fianco degli associati per offrire i servizi di cui hanno bisogno, ma anche stimoli per essere sempre al passo con i tempi e rappresentanza nel dialogo con le istituzioni. Nell'analizzare la situazione attuale, il direttore di Confcommercio Lecco, Alberto Riva, parte proprio dalla associazione di piazza Garibaldi: "Questi primi 9 mesi del 2019 sono stati positivi sia per Confcommercio Lecco che per le società di servizi collegate: l'impegno della struttura è sempre massimo per offrire servizi di qualità. Siamo la realtà di gran lunga più significativa sul territorio per quanto riguarda la rappresentanza del terziario di mercato.
Ma non ci accontentiamo dei buoni risultati raggiunti, perché crediamo di potere fare sempre meglio a fianco delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi che hanno scelto Confcommercio Lecco come loro casa". Passando allo stato dell'economia lecchese aggiunge: "Anche quest'anno registriamo un andamento positivo per il settore del turismo e per i servizi, con una vivacità marcata in entrambi i comparti, mentre vediamo che purtroppo il commercio è ancora fermo. E per i prossimi mesi il trend della nostra economia non è destinato a migliorare, anzi c'è il forte timore di un ulteriore calo dei consumi".
In questo contesto il direttore evidenzia tre aspetti su cui i negozi di vicinato possono agire ovvero servizi al cliente, specializzazione, approccio positivo al web: "Chi in questi anni ha potenziato l'attenzione a chi entra in negozio, chi ha offerto qualcosa di speciale e di qualità, chi ha guardato anche al canale online oggi ha guadagnato una posizione che altri non hanno. Non solo è sopravvissuto, ma spesso ha visto crescere anche il fatturato". E continua: "Rispetto a 5-10 anni fa la situazione è cambiata e ora si temono più i grandi portali online rispetto ai centri commerciali. Sul lato food c'è stata una forte selezione: molti alimentari hanno chiuso e chi sopravvive ha alzato il livello della propria offerta. Lo stesso è avvenuto anche nel non food, ma in questo settore è tutto molto più difficile proprio perché c'è la concorrenza del web. Però in questo ambito - al di là delle giuste e doverose politiche di tassazione dei colossi -  gli esercenti dovrebbero avere, come dicevo prima, un approccio diverso. Non serve demonizzare il commercio digitale, ma occorre invece vederlo come leva. Provare ad affiancare anche il canale online alla vendita tradizionale in negozio è una strada che andrebbe quantomeno valutata e presa in considerazione".
Idee chiare anche sul ruolo delle istituzioni: "Ora più che mai servono politiche attive di sostegno e sviluppo al commercio stesso. Ci auguriamo che la Regione finanzi nuovamente i Distretti Urbani del Commercio: è fondamentale che siano previsti interventi a fondo perduto per le attività. Al contempo i Comuni devono essere più attenti ai negozi di vicinato, non limitandosi solo alle parole. Basta poco per fare qualcosa in favore di attività che hanno una valenza non solo economica ma anche sociale, soprattutto in alcuni quartieri o in località di montagna: provvedimenti e ordinanze dovrebbero essere ponderati con maggiore attenzione. Anche chiudere una strada, stabilirne il senso unico o togliere pochi parcheggi sono scelte che non comportano grandi spese per un Comune, ma che possono essere fatali per un esercizio commerciale".
Chi sta vivendo un'ottima stagione è il turismo, un settore strategico per l'associazione sotto la presidenza di Antonio Peccati. "Il cruccio è sempre lo stesso e basta un po' di onestà intellettuale per condividere questa analisi: lo sviluppo del turismo è dovuto solo ed esclusivamente all'iniziativa privata. Le Amministrazioni pubbliche non ci hanno messo nulla. Quando sento dire, anche dal sindaco del capoluogo, che i privati ora devono fare la loro parte mi viene da sorridere. I grandi investitori non ci sono? Chi amministra i nostri Comuni dovrebbe sapere che si devono creare prima le infrastrutture e le condizioni idonee, perché chi investe deve valutare la convenienza e la resa di una operazione". 
Sono diversi i Comune, in primis Lecco, che si sono dotati della tassa di soggiorno. Ma non basta. "Se prendiamo sempre come esempio il Comune capoluogo, bisogna ricordare che fino all'introduzione della tassa, avvenuta nel 2015, venivano destinati al tema 50-60 mila euro. Ora sono 200mila euro, ma una realtà come Lecco dovrebbe mettere sul tavolo alcuni milioni di euro se davvero ritiene il turismo un fattore strategico e di sviluppo". Restando in quest'ambito Riva affronta due temi fondamentali per Lecco lanciando altrettanti inviti: il restyling del lungolago ("C'è stato l'annuncio del bando e si è sbloccata la fase istruttoria per la commissione però è ancora tutto fermo") e la realizzazione del porto ("Si tratta di un'opera fondamentale: bisogna al più presto passare all'azione").




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