2019-08-03

CHI SONO GLI AMMINISTRATORI DI PALAZZO BOVARA A LECCO ?

ENRICO MAGNI - Ci vuole una certa dose di masochismo per parlare di cose che riguardano la vita sociale e politica lontano dal sole marino, dall'ombrellone di una spiaggia rinomata con i vari dobermann che ti assicurano protezione, mentre spari turpiloqui contro tutti quelli che ti pongono domande scomode. 

Lì, in quel pezzo di spiaggia, si è messo in scena il perenne gioco mediatico riciclato, ridondante e  corrosivo all'ennesima potenza dell’iperillusionarietà della comunicazione politica e sociale. 
La comunicazione nella società attuale è un simulacro, in quanto, con i nuovi mezzi di comunicazione di massa, scompare la distinzione tra realtà e finzione. Qualsiasi fatto tende a degradarsi: diventa uno spettacolo o un oggetto di consumo, a prescindere dall’essere vero o falso.  Il simulacro è la riproduzione di copie che non hanno nessun originale, un segno che non ha oggetto.
La politica è diventata un grande palcoscenico che si ricicla su se stessa, si ripropone e si impone. Gli attori più gettonati sono politici e mass mediologhi: cavalcano la scena ripetendo allo sfinimento le stesse cose con un linguaggio da prima elementare. Più ci si allontana dal centro del simulacro più i personaggi che occupano dei ruoli politici, perdono di significato: nelle periferie non ci sono reti di scambio in orizzontale che superano i vari perimetri identificanti. Per l'individuo buona parte della relazione si consuma e si sviluppa dentro perimetri di appartenenza limitanti: difficilmente si articolano sistemi d’interazione complessi tra le varie aree in verticale o in orizzontale.
La dimostrazione banale di questa considerazione prende spunto dalla lettura di una serie di interviste rivolte ai cittadini di Lecco. Il giornalista chiedeva all'intervistato se conosceva il sindaco, il vicesindaco, gli assessori e i consiglieri. Il dato interessante che emerge, del piccolo campione, è la confusione conoscitiva riguardante gli eletti. 
Gli intervistati conoscono solo il sindaco: quindici su quindici; una persona soltanto nomina l'attuale vicesindaco, al suo posto ne mette altri. L'unico assessore nominato per quattro volte è il personaggio che è più presente nei media locali: quattro su quindici, sedici su cento. Per un Assessore, che ha l'ambizione di presentarsi come candidato sindaco nelle prossime elezioni di maggio 2020, il risultato non è rassicurante. I consiglieri sono dei semisconosciuti: non si conosce l'appartenenza, si confondono, non sono nemmeno nominati; è come se non esistessero, è come se fossero delle anime “morte”: questo è un problema che riguarda il riconoscimento sociale e personale dell'eletto. 
L'eletto dopo anni in Consiglio Comunale non è riuscito a stabilire un ponte con chi sta fuori dalle quattro mura del partito o da Palazzo Bovara. C'è una separazione che evidenzia la mancanza di reti relazionali tra dentro e fuori l'istituzione comunale: prevale solo il Sindaco.
Gli stessi Assessori sono, per la maggior parte degli intervistati, degli sconosciuti: facciano o non facciano. 
I partiti, per maggio 2020, pensano di trovare il candidato Sindaco dentro le rispettive appartenenze oppure con le primarie. L’ex Lega nord proporrà il suo candidato, chiunque esso sia, sotto il marchio Lista per Salvini – oggi è il prodotto mediatico che tira di più, ieri era Renzi e Grillo - . 
Il M5Stelle proporrà il mantra della rete. Il loro brand sarà di essere nuovi e puri. Il Pd non ha ancora preso posizione; come sempre cercherà all'interno un papabile seguendo la solita liturgia, poi, forse, farà le primarie. A Lecco mai sono state fatte primarie per il Sindaco: temono la concorrenza tra le varie anime dentro e fuori il partito.
La piccola ma efficace inchiesta ha reso evidente il distacco, la cesura tra chi sta dentro Palazzo Bovara e chi sta fuori: this is a problem.


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