2019-08-04

Carla Cesana, nelle sue poesie il respiro della natura




di Claudio Redaelli
“La vera poesia non dice niente, elenca solo delle possibilità. Apre tutte le porte. E voi potete passare per quella che preferite”. E’ una frase di Jim Morrison, cantautore e poeta statunitense, dal 1965 al ’71 leader carismatico dei Doors e una tra le figure di maggior potere seduttivo nella storia della musica, a introdurre il libro Tra parole, dolore e colore scritto da Carla Cesana.

Originaria di Valmadrera ma vissuta nei primi anni della sua vita a Trezzone, nel Comasco, Cesana (che ora abita a Lecco) ha formato il proprio carattere e il proprio temperamento a stretta contatto con un ambiente che le ha lasciato una visione della vita libera, semplice e al tempo stesso spontanea.

Fiori, alberi, foglie, piccoli animali le sono rimasti dentro come modello e monito per una vita autentica e senza i filtri di uno sterile formalismo.
In lei sono poi rimasti intatti quei valori che, piccoli soltanto in apparenza, sono in realtà profondi e veri, quelli trasmessi dalla natura come ad esempio la semplicità contadina di cui ancora oggi va fiera pur risiedendo in città.
Carla Cesana si è dedicata alla poesia quasi con riserbo e il suo verso è simile al suo gesto pittorico: è diretto, affettivo e semplice, un po’ come il paese dove ha vissuto come detto gli anni della sua infanzia.
 Bene ha fatto, allora, la professoressa Grazia De Michele, a scrivere nella prefazione che “poesia è anche e soprattutto incontro, due anime che si vedono su una pagina in cui una ha scritto e l’altra pian piano ha continuato a sfogliare, condividendo pensieri, emozioni e sensazioni e sentendoli parte di sé, come se si riconoscesse dentro la parola e da questa parola venisse letta, interrogata e anche ascoltata e compresa”.
“La poesia è specchio - aggiunge - specchio di un sé che si rivede e si rinnova nella parola del poeta. La poesia è riconoscersi. E dunque  ogni incontro è come una fiammella di speranza, è la caduta della solitudine, è una condivisione, spesso piena, di vite diverse eppure simili e vicine”.

Carla Cesana è dunque un incontro, è specchio, è riconoscimento. E raggiunge gradualmente la comprensione di essere “per la poesia”, nel senso che nel corso di tanti anni scrive e lascia in custodia appunto ciò che scrive al tempo, quasi volesse cogliere l’attimo e congelarlo, per scoprire ancora istanti ed esperienze da narrare. E da conservare.
“Carla - si legge ancora nella prefazione - affida quanto scrive a un inchiostro diverso, un inchiostro che si costituisca come trasparente espressione non soltanto per presente ma di tanti vissuti esperienziali del passato. In alcune liriche il suo sguardo è quello di ieri, ma nel contempo è quello di oggi perché non si è modificato l’humus di cui lei stessa è intessuta, un terreno di fiori e di piante e di piccoli o meno piccoli animali, di voci della campagna e di respiro della montagna”.
E più avanti: “Amare, soffrire, guardare le cose del mondo con sottile spirito di ricerca del senso di ognuna di loro è esattamente il progetto umano di Carla, che si fa verso e parola mai di conflitto ma sempre di condivisione e di unità come se si dovesse costruire un cielo diverso dove camminare nella trasparenza e non nel calcolo, nella convenienza o nell’opportunismo”.

Nelle poesie del libro Tra parole, dolore e colore Carla Cesana cammina tra cespugli e fiori della sua infanzia ma anche della sua vita attuale, guarda al mondo con ferma lucidità e, insieme, con filosofica saggezza. Ogni elemento cantato nella sua poesia rimanda sempre ad altro, a un ricordo, a un amore vissuto, alla vita degli astri che a lei appaiono come entità vaganti nello spazio in cerca di un posto, a una solitudine che a volte si fa fonda per l’indifferenza altrui, a un fiore che sboccia e cancella la meschinità del mondo e riempie l’universo di bellezza, a chi, mentre spunta il mattino, le si trova accanto donando calore e amore.
Non va poi dimenticato che Carla Cesana accompagna la sua vis poetica a una pittura ad acquerello che è specchio dei suoi versi e dei suoi paesaggi di dentro, segnati dalla delicatezza del suo sentire e dalla sua capacità di vedere, oltre le cose che appaiono, tutto quanto si nasconde dietro ogni immagine esteriore.

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Primavera…
I fiori che nascono a primavera / profumano da inebriare i cuori semplici… / Vicino a un campo fiorito / il cuore si sente leggero / e l’anima danza / volando / invadendo l’universo / di cose belle, di amore, di gioia

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E se sapeste voi…

E se sapeste voi / meravigliarvi in cuore / dei prodigi quotidiani / della vita / il dolore vi stupirebbe / meno della gioia…

1 commento:

  1. Sono liriche delicate, come pittoriche , ed insieme appaiono profonde e ricche di umanità

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