2019-06-23

CERVELLI IN ESPLORAZIONE: ADELE GABBA PORTA CON SÉ L’INSUBRIA NEL MONDO

Laureata nel 2014 in Chimica a Como, la giovane luinese è ora all’Università di Galway, in Irlanda, dove ha vinto un importante premio. Non si sente in fuga e dice: «Gli studenti italiani sono brillanti, creativi e sanno sempre come arrangiarsi»
La Clec10a è una proteina presente nelle cellule del sistema immunitario e non ha più segreti per Adele Gabba: per questo la giovane studiosa luinese, laureata in Chimica all’Università dell’Insubria, ha ricevuto di recente il prestigioso premio dell’Institute of Chemistry of Ireland. Oggetto della sua ricerca sono la sintesi e la valutazione dei ligandi per la lectina del tipo C, ovvero Clec10a, una proteina presente sulla superficie delle cellule del sistema immunitario che ha un ruolo nelle infezioni virali come, per esempio, Ebola. 

Per Adele, che ha lavorato anche nel laboratorio di Ulrika Westerlind in Germania e in quello di Gabrielle Birrane in Israele, la formazione all’Insubriae in generale in Italia è stata fondamentale: «Mi sono iscritta a Chimica all’Insubria nel 2009 e mi sono subito mi sono appassionata alla chimica organica. Dopo la laurea triennale, ho continuato gli studi magistrali in Chimica, terminandoli nel 2014 con una tesi che è stata poi pubblicata sull’European Journal of Organic Chemistrye ha avuto il titolo di Vip paper. Ho un ricordo molto positivo dell’Insubria. I docenti che ho incontrato mi hanno fatta innamorare della materia e l’ambiente amichevole e informalemi ha aiutata moltissimo a superare le difficoltà iniziali».
E conclude: «Credo fermamente che l’università italiana formi ottimi studenti con conoscenze molto solide. Mi descrivono spesso come un cervello in fuga, ma io mi sento un cervello in esplorazione. La scienza non ha confini, per me andare all’estero è stato un passaggio naturale per imparare a lavorare in una comunità internazionale, non una fuga forzata. La mia esperienza in università estere, anche prestigiose come Harvard, mi ha portato a capire che gli studenti italiani non si fanno lasciare indietro: sono brillanti, creativi e sanno sempre come arrangiarsi».

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