2019-05-06

“Paesaggi nostri”, Guido Erba innamorato della nostra terra. E del nostro lago

L’artista lecchese inaugurerà sabato 11 maggio alla galleria “La Nassa” di piazza Era a Pescarenico la sua “personale”


(C.Bott.) Conto alla rovescia per l’inaugurazione della mostra di Guido Erba Paesaggi nostri che sarà allestita dall’11 maggio al 2 giugno alla galleria d’arte “La Nassa” in piazza Era, a Pescarenico di Lecco.
Il “vernissage” è previsto per le ore 17.30 di sabato prossimo e in galleria sarà disponibile il catalogo della mostra, che si annuncia di grande fascino e di assoluto impatto su quanti la visiteranno.

Sarà, quello di Erba, l’ennesimo atto d’amore per una terra - quella lariana - che nessun altro ha saputo interpretare e “cantare” come lui appunto ha fatto. E continua a fare.
Non a caso proprio nel catalogo della sua prossima mostra il giornalista Claudio Redaelli scrive che nelle sue opere “ci sono le piazze, spesso animate di gente indaffarata e distratta, ci sono vie affollate, ci sono le montagne, i rioni più suggestivi della sua città e gli scorci di un lago capace di riflettere non soltanto le case delle sue rive ma anche impensabili stati d’animo”.
E ancora: “Ci sono il sole e la neve, il giorno, la notte e l’imbrunire. E ci sono le quattro stagioni, ciascuna con i colori - a volte forti e nitidi, in altri casi decisamente più tenui - e le tonalità che le identificano”.
Ecco che forse non è un caso che Guido Erba per questa sua “personale” torni alla “Nassa”, in quel rione manzoniano da lui così tante volte “fermato” sulla tela quasi a immaginare un futuro che non può prescindere dal passato. E dal presente.
“Quanta poesia - osserva sempre Redaelli - nelle sue opere! Quanto fascino in quella piazza Cermenati in una sera di primavera, nei fiocchi di neve che imbiancano piazza XX Settembre o la centralissima via Roma, nella vecchia stazione ferroviaria di Lecco un mattino d’inverno, nei colori autunnali dell’imbarcadero come nelle vele al tramonto o nel sole di primavera che filtra sotto un mandorlo in fiore. E ancora negli scorci di Malgrate e Varenna, di Mandello e di Pian Sciresa”.
Significative anche le osservazioni di Prashanth Cattaneo, che nelle pagine introduttive del catalogo osserva: “Oggi si sente spesso parlare di paesaggio. A volte con un senso di nostalgia, come se fosse qualcosa di legato al passato, ai ricordi, alla propria infanzia o a quella dei nostri nonni, o delle persone anziane. Altre volte sentiamo invece gli esperti usare questa parola in modo “dotto” durante conferenze sull’ambiente o in articoli pubblicati su riviste scientifiche, come se il paesaggio fosse qualcosa che ci appartiene, ma che è in pericolo e per questo merita attenzione e intervento”.


Bene ha fatto, sempre Cattaneo, a sottolineare che “Guido Erba si conferma l’artista vivente lecchese più innamorato di questo ramo del lago”. “La sua arte è uno straordinario esempio di educazione al bello e alla cittadinanza - conclude - Perché per amare il mondo bisogna innanzitutto lasciarsi incantare dai luoghi dove si vive. Dai paesaggi nostri”.

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