Di Claudio Redaelli - Situazione incandescente ieri in centro a Como. I nervi rischiano di saltare. Dipendenti del casinò e del comune, commercianti, pensionati, residenti. Centinaia di persone sono arrivate nella mattinata a Como da Campione d’Italia, di buon’ora, per il corteo di protesta organizzato per le vie del capoluogo per chiedere la riapertura della casa da gioco della località comasca in terra ticinese, chiusa dal 27 luglio scorso per un fallimento che pare sempre più irrecuperabile, oltre 130 milioni di debiti.
I manifestanti, dopo aver camminato per le vie della città sono arrivati davanti alla sede della Prefettura, in via Volta, per rinnovare l’appello per un intervento decisivo che con la riapertura del Casinò consenta all’exclave di sopravvivere, poiché oggi l’intera comunità campionese è in ginocchio. “Campione è d’Italia” uno degli slogan della manifestazione. I manifestanti dopo due ore di colloqui con il prefetto hanno ottenuto un nuovo incontro con un rappresentante del governo di Roma per il prossimo 4 settembre.Dove l’unica certezza sono le offerte, ovviamente a medio lungo termine, di immobiliari svizzere interessate a fare nell’ex casinò un albergo o una casa di cura o un museo. Ma ciò c’è da temere potrebbe non risolvere per i campionesi il problema del flusso di denaro tuttora interrotto, e non si sa ancora per quanto. A chi andrebbero gli introiti di queste strutture? Chi gestirebbe il passaggio? E soprattutto a chi chiedere il ripianamento del debito? Tutte domande inevase cui la politica dovrebbe per senso di responsabilità dare una immediata risposta.
Nessun commento:
Posta un commento