2018-01-20

Mandello. Quintetto Rodari e antiche fiabe della Brianza da applausi

Apprezzate le performance di Gianfranco Scotti, voce recitante, e le musiche del compositore Paolo Sabadini


di Claudio Bottagisi
Simpatici e bravissimi. O, se preferite, bravissimi e simpatici. Sono cinque, tutti valenti musicisti professionisti che nel corso degli anni hanno saputo mettere a frutto la vocazione didattica idealmente trasmessa loro da Gianni Rodari.

Sulla sua scia, il Quintetto che porta il nome del grande scrittore italiano per l’infanzia ha saputo “costruire” il proprio Dna, basato sulla serietà professionale e sull’impegno, sulla preparazione artistica e, appunto, sulla carica di grande simpatia dei suoi componenti.
Se ne è avuta l’ennesima riprova venerdì 19 gennaio al Teatro San Lorenzo di Mandello, dove Francesca Timperi, Sandro Marchetti, Claudio Ripa, Stefano Dominici e Simone Durante hanno accompagnato in musica la lettura di una serie di antiche fiabe della tradizione popolare brianzola, la cui stesura si deve a Massimo Pirovano, studioso di storia locale e di etnoantropologia, autore di saggi e documentari sulla cultura popolare in particolare proprio della terra di Brianza.
A leggere le fiabe - in modo mirabile, verrebbe da dire, e tale da far tornare ogni adulto indietro negli anni, fino ad arrivare alla propria fanciullezza - il lecchese Gianfranco Scotti, cultore e profondo conoscitore (e divulgatore) della poesia milanese e in generale lombarda.
La composizione delle musiche eseguite dal Quintetto Rodari si doveva invece a Paolo Sabadini, docente di pianoforte alla “San Lorenzo” e in scuole secondarie di primo e secondo grado del Lecchese, che per l’occasione aveva utilizzato e in qualche caso riadattato melodie e temi popolari di grande efficacia, oltre che di piacevolissimo ascolto, allo scopo di sostenere, commentare musicalmente e collegare tra loro le varie parti di ogni racconto.
Le fiabe proposte racchiudevano i sogni di un’umanità spesso povera e raccontavano una visione disincantata della vita, dove se a prevalere erano, almeno all’apparenza, i più forti non mancavano esempi positivi simboleggiati dal coraggio, dall’intraprendenza e dall’astuzia di alcuni protagonisti, capaci di far prevalere il bene sul male e sull’inganno.
Un bell’evento di musica e dunque di cultura, in definitiva, come avevano auspicato in apertura di serata Emanuela Milani, direttrice didattica e artistica della Scuola di musica “San Lorenzo” di Mandello, e il presidente dell’Associazione Oratorio San Lorenzo, Giuseppe Angione.
Un evento molto ben strutturato e oltremodo apprezzato dal pubblico in sala, che ha tributato calorosi applausi al Quintetto Rodari.
Simpaticissima, alla fine, l’idea dei cinque musicisti di proporre, fuori programma, dapprima la conosciutissima Roma nun fa’ la stupida stasera e, a seguire, l’altrettanto nota O mia bela Madunina di Giovanni D’Anzi, composta nel 1934 e divenuta nel tempo il simbolo musicale del capoluogo lombardo.
Il prossimo appuntamento della stagione artistica della Scuola di musica “San Lorenzo” di Mandello è per sabato 3 marzo alle ore 21 con un concerto per banda e coro che si terrà nella chiesa arcipretale. “Sacre armonie: musica e preghiera” il tema della serata-evento.

Nella galleria fotografica di Claudio Bottagisi le immagini del concerto di venerdì 19 gennaio al Teatro San Lorenzo di Mandello con il Quintetto Rodari.

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