2018-12-04

Natale a Oliveto Lario . “Mistico cammino” e presepe di corteccia

Nella sala comunale sarà possibile visitare la mostra antologica “Mistico cammino” dell’artista mandellese Luisa Rota Sperti

di Claudio Bottagisi
Natale 2018 a Oliveto Lario nel segno del grande presepe di corteccia realizzato da Luisa Rota Sperti e allestito da sabato 8 dicembre (fino all’8 gennaio) a Vassena, nel parco giochi di via Cairoli. E non solo. Nella sala comunale sarà infatti possibile visitare l’antologica “Mistico cammino” della stessa artista mandellese.

La mostra - che comprenderà opere da Relazioni di un pellegrino russo, Sacre meteore, I padri del deserto e Le tentazioni di Sant’Antonio eremita - sarà visitabile al sabato dalle ore 16 alle 19 e nei giorni festivi dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19 (chiusa il giorno di Natale).
L’iniziativa viene proposta in collaborazione con l’Associazione culturale “Le tre terre” e il Gruppo escursionisti Oliveto Lario.
Luisa Rota Sperti vive e lavora a Somana, frazione di Mandello. Attiva fin dal 1972, il suo mezzo espressivo è la matita e le sue opere si strutturano in cicli, ricchi di rinvii interni ed esterni, alla storia, alle grandi saghe e alla mitologia. 
Tema principale delle sue opere è la montagna: l’ascesa fisica e l’ascesa spirituale.
Tra il 1989 e il 1991 realizza dapprima il polittico cruciforme in dieci tavole Francesco e gli uccelli ispirato a una poesia di Gregory Corso (dove il monte della Verna accoglie e protegge le creature), e successivamente il trittico Milarepa (i suoi delitti, le sue prove e la sua liberazione). Qui il silenzio della montagna di ghiaccio fa da corona al silenzio dell’eremita.

Nel ciclo “Sacre montagne” (1992-1993, 24 tavole) si trovano accomunate le più celebri montagne sacre del mondo, con quelle delle proprie radici. 
Nel 1994 Rota Sperti si innamora di una tra le più singolari cime dolomitiche, il Pelmo, che viene “abbracciato” in otto tavole molto intime. Tra queste “Monte Pelmo parete nord”, che Luisa considera una tra le sue opere più riuscite.
Il ritorno ai luoghi dello spirito si manifesta nel ciclo dedicato ai Monasteri delle Meteore (19 tavole nel 1995) e nei Dieci tori. In queste dieci tavole (datate 1995-1996) l’artista riassume il proprio vissuto attraverso le “sue” montagne.
Il 1997 è dedicato a un momento di profondo raccoglimento: nelle Vitae patrum (polittico in 7 tavole) è il cuore della roccia a parlare con la voce degli eremiti.
Segue, nello stesso anno, il “Racconto di un pellegrino russo” (4 tavole) con un omaggio ad Allen Ginsberg. Queste opere vengono esposte a Roma nella chiesa di Santa Lucia del Gonfalone nel 2003. 

Dall’anno successivo, le montagne tornano in primo piano, con le grandi panoramiche delle Dolomiti (5 tavole) e il pellegrinaggio simbolico dei Viaggiatori incantati e pellegrini.
Con 10 tavole la mandellese ripercorre l’antico Tibet sulle tracce di esploratori, alpinisti e “missionari” che lì hanno vissuto anni delle loro vite carichi di significato. Il ciclo è chiuso con un omaggio al grande alpinista Reinhold Messner.
Nel 2000 nasce il ciclo sicuramente più amato - Pino, la morte e il Pelmo - che nel corso della stesura dei disegni diventa un racconto scritto.
Questo lavoro è profondamente legato all'attività che dal 1989 Luisa Rota Sperti svolge all’interno del dipartimento di salute mentale all’Ospedale Manzoni di Lecco, disegnando, dipingendo e modellando con i pazienti.
Una versione ridotta della “fiaba” viene selezionata per la quarta edizione delle Montagne incantate: leggende e i mmagini - Verzauberte Berge: Sagen und Bilder (Città di Bolzano - Stadt Bozen), pubblicata in catalogo.
In quello stesso anno 2000, con la collaborazione dell’assessorato alla Cultura del Comune di Lecco, la Galleria Bellinzona che ha seguito e sostenuto il percorso artistico di Luisa organizza una sua importante mostra antologica, accompagnata da un raffinato catalogo con presentazione di Alfredo Chiappori.
Nel 2002 la stessa galleria, in collaborazione con la “Due Emme” e con L’Osteria del viaggiatore, pubblica un Calendario della montagna (in italiano e in inglese) - Grigne: 12 guide un poeta - in cui le grandi guide delle Dolomiti si accompagnano ai rifugi di casa.
Dopo il percorso intorno al monte di Pino e il Pelmo, torna il desiderio di celebrare l’ascesa fisica, sposata all’ascesa spirituale, attraverso i protagonisti del grande alpinismo classico. Nascono così le 32 tavole dell’ambizioso ciclo “Dalle cattedrali della terra ai sentieri del cielo” (2000-2002), in cui si abbraccia un secolo di grande alpinismo, raccontandone liricamente i protagonisti attraverso il parallelismo tra la morte e la montagna ispirato anche dagli scritti di Dino Buzzati.
Nel 2003 le tematiche sociali sono alla base della creazione di una Mappa del mondo (12 tavole) che diventa un calendario perpetuo, finalizzato a far conoscere e finanziare progetti di commercio Equo e solidale. Lo accompagna una cartelletta, (datata e firmata in 100 esemplari) con le riproduzioni delle 12 tavole, con un intenso testo di don Angelo Casati. L'iniziativa viene presentata all’interno di Immagimondo 2005.
Poi Luisa Rota Sperti torna alle montagne e nel corso del 2004 partecipa alle manifestazioni lecchesi per il trentesimo della salita alla ovest del Cerro Torre.
Ispirata dalla lettura delle bozze della biografia di Casimiro Ferrari di Alberto Benini, crea un polittico intitolato “Nessun uomo è un’isola”.
Nell’opera, intorno al “Miro” si vengono a disporre i volti di Riccardo Cassin, Carlo Mauri, Walter Bonatti, Giuseppe “Det” Alippi, Pino Negri e Lorenzo Mazzoleni. Unitamente ai ritratti realizza grandi tavole ad acrilico raffiguranti importanti vette patagoniche. Per la stessa iniziativa incide un Cerro Torre, tirato in 100 esemplari.
Tra i lavori degli ultimi anni c’è un ritratto-fiaba ispirato alla tragedia del Vajont, scritto e disegnato in cinque tavole. Contemporaneamente gioca a scolpire il legno creando “Pezzi di luna”.
E’ continuando un percorso tra monti e leggende che Luisa Rota Sperti si “innamora” del Sasso Cavallo nelle Grigne e vi lavora a lungo sposando alla leggenda la verità storica.
I suoi lavori rimangono in parte misteriosi e restano a volte nascosti per anni - un po’ per destino un po’ per scelta - prima di venire alla luce.
Alcune sue opere si possono trovare nei rifugi delle Grigne: all’Elisa, in Bietti, alla Rosalba, in Brioschi e al Bogani.
Nell’estate 2005 Pino, la morte e il Pelmo diventa “Camminarte”, un percorso nei rifugi all’interno dei quali le undici tavole rimarranno permanentemente esposte. Nel 2006 lo stesso approda al prestigioso Messner Mountain museum Dolomites, il Museo nelle nuvole sul Monte Rite (2.181 metri). La mostra è dedicata a Dino Buzzati nel centenario della nascita.

In ricordo dello stessi Buzzati una toccante lettura di Loris Tormen al momento dell’inaugurazione. E Reinhold Messner in conferenza stampa definisce i quadri dell’artista mandellese “... di grande finezza e valore”.

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