2018-12-30

IPERTERMIA E TUMORI, PONTIGGIA FA PARLARE I PAZIENTI

Claudio Redaelli Si torna a parlare di Paolo Pontiggia  oncologo, ematologo comasco, profondo conoscitore del sistema immunitario, al cui studio ha dedicato gran parte della vita. Per molti anni ha fatto parte di un gruppo di scienziati-amici (alcuni candidati per il Nobel per la medicina) che hanno lavorato in stretto contatto tra loro e con i maggiori gruppi di ricerca europei, americani, giapponesi,  facendo nascere – tra l’altro - una nuova disciplina scientifica, l’immunologia clinica.  I nomi di molti di loro  (Georges Mathé, Hugh Fudemberg, Michael Chirigos, Claudio Ogier, Harry Le Veen, Peter Reizenstein) sono ricordati nei trattati universitari; e certamente il loro impegno ha contribuito ai numerosi e indiscutibili “passi avanti” fatti dalla medicina negli ultimi settant’anni, in particolare nella terapia dei tumori.

Pioniere dell’ipertermia, una delle metodiche di attacco a quello che nel 2000 fu definito il “male del secolo”, il professor Paolo Pontiggia, che per i suoi studi e per i successi ottenuti con la terapia del calore ha avuto elogi perfino dal Karolinska Institute (l’organismo che assegna i premi Nobel), presenta ora la sua ultima fatica pubblicata dall’Editoriale Srl di Como, CALORE E IMMUNITÀ Una terapia non tossica dei tumori è possibile: un libro di divulgazione scientifica  che con parole semplici spiega concetti molto complessi: le ragioni per cui un cancro nasce e si sviluppa; perché le cure possono dare, in casi che si direbbero di analoga gravità, risultati totalmente differenti; quali “accorgimenti” si possono mettere in atto per tenere lontano, o almeno a bada, l’ospite sgradito che s’è inserito nella nostra casa, l’involucro che chiamiamo corpo. La gente, oggi, annullati (o quasi) certi tabù. vuol sapere, conoscere la verità. O le verità. Perché le reazioni alla malattia tumorale sono molto diversificate; come, del resto, le terapie che i differenti tipi di tumore contrastano.  Trent’anni fa parlare di tumore (salvo che in ambito ospedaliero) era impossibile; chi si ammalava di cancro non era soltanto uno sfortunato: era uno colpito, potremmo dire, da una maledizione. Il termine “cancro” non era pronunciabile e scriverlo era vietato; quando proprio era indispensabile farne la citazione era “la malattia incurabile” o “Il male che non perdona”.  Da un bel po’ di tempo, di cancro e di tumore si può parlare senza imbarazzo. Il cancro, oggi, ancora “non perdona” in senso assoluto, perché dal cancro in realtà non si guarisce mai: l’odioso ospite messo KO può infatti restare a lungo “dormiente”, annidato da qualche parte e risvegliarsi aggressivo all’improvviso. Ma da parecchi anni si riesce per tempo a snidarlo, o a ridurne almeno la virulenza, tanto che col cancro si può anche convivere,  e per niente male, come dimostrano le interviste (di Adele Ferrari) – rigorosamente veritiere e verificabili - riportare nel libro.  Sono interviste a pazienti che al cancro hanno dato battaglia. Parecchi di loro hanno temuto di essere ormai sul punto di perdere la partita. Invece, grazie all’ipertermia, a battere in ritirata è stato il tumore, magari a distanza di tempo ripresentatosi innescando altri tenzoni, e di nuovo, sempre con l’ipertermia e con sostanze stimolanti il sistema immunitario, costretto a recedere.  
A proposito dell’ipertermia, la più valida (a giudizio di esperti) tra le terapie adiuvanti, è importante sottolineare che mentre terapie tradizionali e consolidate come la chemioterapia o la radioterapia sono universalmente accettate, nonostante i pesanti (ancor oggi) effetti collaterali, l’ipertermia, che effetti collaterali non ne dà – e sulla quale il professor Pontiggia potrà fornire le più ampie delucidazioni - è ancora (non sempre in buonafede) in buona parte ignorata o avversata anche da specialisti di valore

Nessun commento:

Posta un commento