2018-11-27

“Umberto Zaccaria, hai insegnato a dipingere. E a volerci bene”

La rassegna espositiva dedicata al maestro sarà allestita a Vignola, in provincia di Modena. Il vernissage sabato 1° dicembre

di Claudio Redaelli
Per iniziativa dell’Associazione “Amici dell’arte” di Vignola e della Galleria Decò, da sabato 1° dicembre si terrà a Vignola, in provincia di Modena, presso il “Salotto di L.A. Muratori” e alla Galleria d’arte Decò al civico 5 di via Barozzi, la mostra dedicata al maestro Umberto Zaccaria e al “mestiere dell’arte”.

Il vernissage è previsto per le ore 16 del 1° dicembre al “Salotto di L.A. Muratori” in via Selmi 2 e a presentare l’evento sarà Michele Fuoco.
La mostra potrà essere visitata dal giovedì alla domenica e nei giorni festivi sarà aperta dalle ore 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 18.30.
Di Zaccaria, Luciano Lepri di Perugia per l’occasione ha scritto: “Ho conosciuto Umberto nell’autunno del 2000, quando venni chiamato a far parte della giuria del Premio di pittura “Citta di Piegaro” di cui lui era presidente. Conoscevo per fama Zaccaria, sapevo della sua attività di organizzatore di importanti premi di pittura in tutta Italia e conoscevo per testimonianza di diversi pittori, quanto lui faceva per loro e per valorizzare e diffondere la loro arte. Rimasi subito colpito da questa persona alta, elegante, sobria, gentile, che mi accolse in questa giuria formata da alcuni importantissimi nomi della critica d’arte nazionale con molta umanità e rispetto”.

E ancora: “Devo dire che quell’esperienza a così alti livelli fu molto importante e significativa per me, non solo da un punto di vista professionale ma anche e soprattutto umano; conquistai subito la fiducia di Zaccaria che, credo, apprezzò i miei giudizi critici e con il quale si instaurò quell’empatia al punto che egli ”mi adottò”, nel senso che l’anno seguente e per altre edizioni mi chiamò a far parte dell’importante premio Città di Soliera”.
La faentina Lina Amissao afferma dal canto suo: “L’affetto che nutrivo per il caro maestro Zaccaria mi sprona a testimoniare il legame di amicizia e di incoraggiamento che manifestava nei miei confronti. Nel 1994 iniziai a partecipare ai concorsi di pittura, in alcuni dei quali il maestro Zaccaria faceva parte della giuria, e fu in queste circostanze che ebbi il privilegio di farmi conoscere da lui, prima tramite le opere e in seguito di persona. Fu nel ‘97 che mi invitò a partecipare alla collettiva dei cinque pittori del comune di Spilamberto e in tale occasione scrisse qualcosa su di me”.

“Ho poi potuto scoprire - aggiunge - a parte il suo vigore e serietà professionale sul campo artistico, il suo lato tenero e affabile, quando interloquiva con la gente che lo circondava, senza dimenticarsi delle battute che esponeva e quando ascoltava quelle degli altri”. 
“Il giorno in cui ci incontrammo per la prima volta in una tua mostra personale - sono invece le parole di Giuseppe Alesiani di Massignano - volle vedere alcune mie opere; si chinò a osservarle e dopo un lungo silenzio che mi sembrò un’eternità mi disse: “Non siamo mica tanto lontani, io e te”. Forse si riferiva al modo di concepire la rappresentazione dei paesaggi alla stessa maniera, con le prospettive che si perdevano all’orizzonte. Da lì nacquero un’amicizia, un rispetto e una stima reciproca”.

E Nevio Bedeschi di Faenza ha scritto: “Fin dall’inizio ho condiviso con Umberto i tanti concorsi estemporanei di pittura come collega, poi come carismatico esperto promotore nel guidare un nutrito gruppo di pittori denominato ”Plein air”. Amici pittori che venivano da percorsi diversi, e non era certo facile armonizzare e amalgamare quel gruppo. Umberto con la sua sensibilità e per conoscenza critica dell’arte, è sempre riuscito a esprimerci, convincendo tutti noi che quelle pennellate diverse, quei colori materici o trasparenti, quelle composizioni equilibrate o scomposte, in verità appartenevano tutte ad una personalità individuale, che richiedevano stima, rispetto, amicizia. Umberto era un tenace organizzatore, e in ogni luogo riusciva sempre a sistemarci, con lodevole agio, così a Bormio, in Sardegna, in Sicilia, e nelle manifestazioni in tante regioni d’Italia. Abbiamo lavorato con armonia e confortato con le nostre immagini dipinte tanti cittadini che ci hanno espresso sempre la loro gratitudine”.
Questa è invece la testimonianza di Mario Gaspa di Sassari: “Estate fine anni ’90, su Gologone a Dorgali in Sardegna manifestazione artistica a scopo umanitario: era presente una selezione di artisti nazionali, tra i quali anch’io, con lo scopo di realizzare un opera e donarla per il fine dell’iniziativa. Per l’impegno artistico e la numerosa folla non mi fu possibile individuare o entrare subito in contatto con tutti i presenti, molti dei quali per me di nuova conoscenza. Fu all’ora di pranzo che mi accorsi che quasi di fronte a me sedeva Umberto e quando pensai di presentarmi lui contemporaneamente chiese se fosse presente quel pittore incontrato a Bormio. Ero lì davanti a lui. Mi feci riconoscere e quella fu l’occasione per approfondire la nostra conoscenza, condividendo valori artistici e umani. Nonostante la distanza che ci separava, qualcosa da quei due incontri era scaturita: una stima reciproca”.

Significativa e toccante la testimonianza di Ido Erani di Forlì, che rivolgendosi idealmente proprio a Zaccaria scrive: “Ci siamo conosciuti nel 1960, è trascorso del tempo ma a me non sembra vero che tu non sia fisicamente tra noi. Ti ricordo durante l’estate quando c’era sempre qualche amico comune da salutare, che veniva da tanti anni a villeggiare nelle Marche e in Abruzzo. C’erano i quadri e la voglia di dipingere e di confrontarci. Ti ricordo anche durante l’inverno, quando per Natale riunivi gli amici… Poi c’erano le mostre e gli eventi. Hai insegnato al nostro gruppo “en plein air” a voler bene alle persone, a stringere legami che rimangono per sempre, oltre la vita. Credevi in quei valori come il rispetto, la fiducia, la serietà, che oggi sembrano polverizzati in un baluginare alla ricerca di gloria. Ho lasciato la mia tristezza nel cuore… Lì ho addormentato i ricordi di una vita. Non voglio svegliarmi voglio restare in silenzio a pensarti”.
Romano Bertelli di Ostiglia ricorda invece il maestro con queste espressioni: “Umberto Zaccaria, il collega, l’amico, il critico, il giudice ma soprattutto l’uomo, che con grande carisma ha saputo prendere in mano e gestire un gruppo di pittori così eterogeneo, quale era il gruppo En plein air. I ricordi di Umberto sono tanti, tra i quali una cosa che me lo fa ricordare tutte le volte che dipingo in estemporanea è una vecchia e grossa chiave arrugginita che aveva raccolto chissà dove. Io stavo dipingendo, credo a Civitella del Tronto, girava tra pittori e altre persone con questa chiave in mano e, per non  portarla in giro tutto il giorno, me la diede per poi ridargliela a fine giornata. Quella chiave andò nel dimenticatoio e rimase nella cassetta di colori che uso quando dipingo in estemporanea, cioè spesso. Ne consegue che prendere quella chiave tutte le volte che tiro fuori i colori mi riporta indietro nel tempo e il ricordo di Umberto si rinnova come quando me la consegnò”.
E Giuseppe Nardi di Noale osserva: “Quando incontravo Umberto era come entrare nella sapienza di poesia, nell’arte del colore, nella profondità d’animo di un artista che sapeva veramente amare. Zaccaria sapeva emanare una forza che ti penetrava come una spada, che ti coinvolgeva in quel suo mondo sulla tela. Negli occhi di Umberto vedevo la completezza perfetta di saper vedere nella tela. E voglio anche ricordare anche la cara Giovanna, sempre affabile e disponibile con tutti”.
Poi Gamal Meleka di Milano: “Eravamo nel 1992. Mi arrivò una telefonata a casa, dall’altra parte una voce profonda decisa ma quasi  familiare mi disse: “Sono il critico Umberto Zaccaria, volevo informarti che hai vinto la medaglia del presidente della Repubblica al concorso di Salsomaggiore Terme e devi essere presente alla premiazione…”. Nonostante l’annuncio di un premio così importante, dietro quella veste ufficiale di critico d’arte sentii una voce tenera, molto affettuosa che mi ricordò la voce di mio padre. Successivamente, quando incontrai Zaccaria di persona, mi resi conto che non solo la voce ma anche il suo aspetto mi ricordavano mio padre. Sin da allora fu un rapporto meraviglioso, intenso, ricco di consigli, critiche e stima, un legame che non è mai tramontato”.
Altri sono i ricordi e le testimonianze. Tra queste quelle del torinese Davide De Agostini, di Aline Spada di Sassari, di Elvio Mainardi di Bormio, di Luciano Filippi di Rimini, di Pasquale Di Fazio di Lucignano e di Franco Chiarani di Arco di Trento. E ancora di Morena Marini di Teramo, Gian Franco Pogni di Livorno, Nevio Canton di Fiume Veneto, Mauro Maltoni di Forlì, Gianni Gueggia di Castrezzato, Willy Pontin di Noale, Maurizio Del Vecchio di Cesenatico, Benedetta Bertacchini di Bologna, Amalia Di Sante di Teramo, Roberto Leo di Veglie e Natalino Tonelli di Novi, senza dimenticare Gabrie Pittarello di Feriole di Teolo, Aurora Pandolfini di Rimini, Nadia Cascini di Monte San Savino, Temistocle Scola di Livorno, Attilio Gulberti di Montebello Vicentino, Carla Vaccari di Soliera, Peppino Cirillo di Veglie, Ugo Rassatti di Latisana ed Enrico Lenzi di Vignola.

Già, quella stessa Vignola che si appresta a onorare la memoria di Umberto Zaccaria, maestro d’arte.

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