2018-11-20

Confartigianato Lecco. Daniele Riva: “Chiediamo soltanto certezze”

Tra i prezzi più alti pagati dalle imprese del comparto la carenza delle infrastrutture, inadeguate al volume d’affari alimentato dalla nostra provincia
di Claudio Bottagisi
L’artigianato è vivo e i suoi “interpreti” sanno farci brillare nel mondo, combattendo anche per il nostro futuro. Daniele Riva è categorico e concludendo lunedì 19 novembre, nell’aula magna della sede cittadina del Politecnico, la sua relazione all’assemblea annuale di Confartigianato Imprese manda un messaggio esplicito alle istituzioni, agli enti locali, alla classe politica e in generale alla cittadinanza.

Hanno però rischiato, proprio gli artigiani, di perdere la bussola, per ammissione dello stesso presidente dell’associazione lecchese di categoria, causa uno scenario politico ed economico sempre più complesso, che quest’anno è stato in grado di dire tutto e il contrario di tutto, “mettendo a dura prova il nostro consolidato sistema economico fatto di micro, piccole e medie imprese che, dopo aver dato prova di tutta la loro forza superando una crisi senza precedenti, ora chiedono soltanto certezza”.
E’ perentorio, il presidente. “Gli imprenditori - premette - hanno bisogno di una guida che tenga la barra dritta e li conduca verso porti sicuri, al riparo da altre violente tempeste”.
C’è un forte senso di smarrimento, tra gli artigiani. E Riva vuole indicare la via verso quello che a più voci viene invocato come cambiamento, iniziando dai tre macigni che stanno schiacciando gli imprenditori: fisco, burocrazia e lavoro.
“Sono le tre leve - afferma il presidente - su cui premere con forza, perché le nostre imprese possono affermare e potenziare ancora di più il loro ruolo chiave nel tessuto economico locale, nazionale e internazionale. Le micro, le piccole e le medie imprese hanno imparato a reagire e a prevenire le difficoltà, ma per raggiungere risultati sempre migliori occorrono politiche che affrontino con serietà le questioni strutturali della nostra economia e del nostro Paese”.
Ad ascoltarlo, in platea, vi è tra gli altri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Guido Guidesi. Accanto a lui Cesare Fumagalli, segretario generale di Confartigianato Imprese.
E ai politici Daniele Riva chiede di assumersi la responsabilità di portare avanti seriamente e con impegno gli interessi di quelle stesse imprese che in Europa sono addirittura il 99 per cento delle attività presenti e producono i due terzi del Pil del Vecchio continente.
Ma gli artigiani non sono soliti restare ad aspettare soluzioni servite su un piatto d’argento. “L’artigiano - afferma il numero uno dell’associazione di via Galilei -  è abituato a rivoltarsi le maniche e a lavorare. Così abbiamo deciso di potenziare le attività rivolte all’estero, con iniziative messe in campo per far conoscere le potenzialità dei mercati considerati particolarmente attrattivi per le imprese e le opportunità in termini di bandi e finanziamenti a cui accedere”.
A giudizio di Riva è inoltre necessario ripensare al Welfare per mettere al centro i bisogni sociali, “perché questo tema fino a pochi anni fa riguardava soltanto alcune grandi aziende ma oggi si estende anche alla piccola impresa e agli artigiani, consapevoli che il welfare aziendale è lo strumento  che fidelizza i dipendenti e contribuisce a creare un clima di fiducia e di maggiore responsabilità”.
Poi qualche dato statistico: Lecco è al decimo posto in Italia per produttività delle imprese, è quinto nella classifica nazionale e primo in Lombardia per recupero dei livelli occupazionali pre-crisi e sempre primo per peso dell’artigianato sul tessuto imprenditoriale complessivo. Un altro primo posto a livello regionale (e quarto in Italia) per peso delle imprese del settore manifatturiero.
C’è insomma un “sistema Lecco” vincente, grazie all’unione tra istituzioni, Università, ricerca e imprese. E non a caso Confartigianato Imprese Lecco crede che il futuro delle aziende sia legato a filo doppio proprio a quello dell’innovazione e della ricerca.
Ma alla luce di ciò gli stessi artigiani si chiedono se le loro esigenze e le loro attese siano altrettanto chiare al mondo politico. “Spesso - osserva Riva - ci sentiamo sopraffatti da decisioni che non vanno nel verso di agevolare il nostro lavoro e oppressi da un contesto che non ci favorisce. Pensiamo alla burocrazia, il cui peso nel nostro Paese è molto più elevato rispetto alla media dei Paesi dell’Unione europea. E se ciò non bastasse paghiamo un altro prezzo salatissimo: la carenza delle nostre infrastrutture, totalmente inadeguate al volume d’affari alimentato dalla nostra provincia”.
“Ponti crollati o chiusi al traffico - sottolinea il presidente - limitazioni alla circolazione, arterie di collegamento tra i capoluoghi anacronistiche e un sistema ferroviario che non bisogna aver timore di definire da Terzo mondo”.
Si aspettano di più, gli artigiani, dai politici e dal Governo. E a preoccuparli sono in particolare alcuni provvedimenti. “Siamo contrari all’abrogazione dell’entrata in vigore dell’Iri - dice sempre Daniele Riva - e preoccupa la mancanza della proroga del blocco dei tributi locali. Chiediamo la totale deducibilità dell’Imu corrisposta sugli immobili strumentali delle imprese e siamo rammaricati per la mancata proroga del superammortamento, misura che ha consentito a molte imprese di rinnovare o incrementare la dotazione di beni strumentali, guadagnando in competitività”.
Non mancano tuttavia gli apprezzamenti: “Ci convincono le proroghe delle detrazioni fiscali per la ristrutturazione degli immobili e la riqualificazione ed efficienza energetica, l’acquisto di mobili, la cura e la sistemazione del verde”. 
E’ positivo pure il giudizio sulle risorse aggiuntive stanziate per la ristrutturazione dell’autotrasporto merci e sulla cedolare secca sugli affitti degli immobili commerciali e produttivi.
Insomma non serve una rivoluzione che sconvolga tutti gli equilibri. “Servono invece - sostiene a chiare lettere il presidente della Confartigianato lecchese - coraggio, intuizione e lungimiranza, dialogo e mano ferma, qualità che purtroppo anche i governi nati sotto la migliore stella non sempre sono stati in grado di mettere in pratica”.
C’era anche Guido Guidesi, si è detto, ad ascoltare il presidente. E agli artigiani lecchesi il sottosegretario - nella successiva tavola rotonda con Cesare Fumagalli moderata da Giancarlo Ferrario, direttore del Gruppo editoriale Netweek - ha detto innanzitutto che il Governo guarda alla flat tax. “Andremo avanti su questa strada - ha affermato - pur se abbiamo già dovuto e magari dovremo ancora superare non poche difficoltà a partire dal paventato aumento dell’Iva, da noi cancellato”. “Le piccole e medie imprese in questi anni non voglio dire siano state prese a schiaffi - ha poi aggiunto - ma per loro non è stato fatto nulla. Il reddito di cittadinanza? Lo vogliamo, solo ed esclusivamente con l’obiettivo di offrire un incentivo all’occupazione e non per mero assistenzialismo come taluni vanno sostenendo”.
Cesare Fumagalli parla della fatturazione elettronica, che sarà obbligatoria a partire dal prossimo 1° gennaio. “Stiamo cercando di attrezzarci per farci trovare pronti anche a questa scadenza”, afferma. E aggiunge: “Non abbiamo chiesto al Governo un condono preventivo ma soltanto che non vi siano sanzioni nel primo anno di introduzione appunto del sistema digitale di emissione, trasmissione e conservazione delle fatture”.

L’artigianato lecchese, insomma, c’è. E vuole vincere nuove sfide.

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