2018-09-10

LECCO, CPS, VIA GHISLANZONI. SILENZIO



di Enrico Magni - Stanno passando anni, le promesse fatue degli amministratori, l’inconsistenza politica e tecnica dei responsabili sanitari responsabili del Centro Psicosociale di Lecco, sono la testimonianza più amara di questa schizofrenia tra responsabilità politica e tecnica. Uno demanda all’altro le responsabilità. Le dirigenze e i politici sono come i ricci di Schopenhauer: tanto più i due si avvicinano tra loro, molto più probabilmente si feriranno l’uno con l’altro. Per evitare di trovare una mediazione che vuol dire accordarsi sulle cose da farsi preferiscono stare lontani, ma la storia dei porcospini insegna che è opportuno trovare le giuste misure.

Non basta il ponte Morandi a rendere evidente il paradosso della scissione schizogena delle responsabilità. E’ la politica del rimando: tocca a loro, non è compito mio, tocca il politico, tocca il tecnico, questo modo di ragionare porta allo sconquasso. Lo stabile e le condizioni del CPS di Lecco sono al limite, lo vede anche un orbo. Ci sono topi che girano, ma si fa finta di non vederli: sono dello stabile vicino. E’ vero anche i topi possiedono una casa.
Non c’è molto da meravigliarsi, basta andare all’ospedale Manzoni di Lecco per essere accolti da erba alta. Non è certo un bel gesto di accoglienza, non c’è un minimo di attenzione per l’ambiente: percorrendo gli spazi interni si ha la sensazione di sciatteria.  
Il CPS è l’emblema della vergogna, del degrado istituzionale oltre che per le persone che si rivolgono per essere curate anche per i cittadini di Lecco. E’ fastidioso veder sul portone del CPS quei brutti e orribili addobbi insecchiti, morti che simboleggiano lo stato della morte psichica, della miseria e dell’incuria.
Etica ed estetica, come direbbe Kierkegaard, in Aut Aut, vanno insieme, si stringono la mano. La mancanza di un minimo di estetica evidenzia lo stato del vuoto anche dell’etica nei confronti della sofferenza. 
Nel buio totale non si vedono nemmeno le ombre: come può la mente vedere l’ombra se tutto è spento e triste? 
Se il CPS fosse stato collocato in una palazzina dell’ospedale Manzoni, sarebbe stato curato e seguito. 
A parte l’impegno di persone di buona volontà che operano in città, attraverso la forma associativa, le forze politiche sia quelle che governano Lecco sia quelle che siedono a Roma c’è il disinteresse sostanziale.
La dimostrazione è tangibile proprio in questi giorni con la vicenda della richiesta di collocare il liceo classico presso la sede dell’ex mutua di via Undici Febbraio. Qualcuno ha proposto di usare l’ex mutua e spostare la Prefettura in un’altra sede. Va ricordato che l’ex mutua è di proprietà dell’ospedale ed è stata data in comodato per trent’anni alla Prefettura (i lavori dopo dieci anni non sono ancora terminati, nel frattempo Shanghai è aumentata di cinque milioni di abitanti). 
Quest’operazione sbagliata e apparentemente incomprensibile è stata fatta dal dott. Bertoglio, allora D. G dell’ospedale; quella sede che poteva servire per il CPS, però il Direttore Generale pensava di usare villa Eramo (immobile morto, scomparso da ogni programma). 
L’on. Mario Fragomelli, che si è sempre interessato per il trasferimento della Prefettura nella palazzina di via Undici Febbraio, ha preso una posizione forte nei confronti del Consigliere Comunale dei Cinque Stelle di Lecco che proponeva di trasferire il liceo nell’ex mutua. Ha fatto bene l’on. a esprimere la sua posizione, però non si è mai speso per la questione della malattia mentale, eppure è persona attenta alle problematiche del disagio e dell’emarginazione.
Per Cinque Stelle è importante il liceo. 
Quando mai si sono spesi per la questione della salute mentale e delle condizioni precarie esistenti delle strutture? 
Che cosa pensano in merito?
Non bisogna dimenticare, anche se è fuori dai giri e dalle percorrenze degli amministratori vari, che a Bosisio Parini c’è una struttura bellissima dell’Ospedale, con un parco immenso, che aspetta che qualcuno ci metta mano. Le mura del parco di Villa Mira sono state rinforzate con dei tiranti. La villa, dell’ottocento, per anni è stata la sede della pediatria poi del Cra. E’ dal 2013 che è chiusa. E’ stata sloggiata perché a rischio staticità. E’ ancora lì che aspetta di essere presa in carico: i beni pubblici cadono come foglie al vento in qualsiasi stagione. I pazienti del Cra di Villa Mira da allora sono all’Umberto I° a Bellano. Doveva essere una situazione transitoria è diventata una condizione permanente. E’ tutto fermo, immobile.
Il Cps di Lecco, Villa Mira di Bosisio Parini sono lì senza una soluzione e sono in uno stato pietoso.
I politici locali si soffermano soltanto sull’auto medica da spostare o da tenere.
Lecco si affida alla buona volontà francescana della chiesa di base, al volontariato sociale sovvenzionato e alle cooperative varie. 
C'è stato un tempo che si occupavano i manicomi, si aprivano i cancelli, si toglievano le inferiate, forse è necessario iniziare a presidiare qualche porta importante per ottenere quello che gli ammalati necessitano, oppure bisogna vigilare che non ritornino nuovi manicomi. E’ un tempo fatto di muri, sbarramenti, limiti.

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