2018-08-08

CRISI A CAMPIONE, MANIFESTAZIONE IN PAESE

Di Claudio Redaelli - Sempre più buco nero a Campione, e senza via d’uscita. Si spera nel miracolo. Alcune centinaia di persone, seicento secondo gli organizzatori, hanno sfilato in corteo martedì mattina per le strade dell’enclave lungo l’anello che dal casinò arriva all’arco di benvenut.
Un tour simbolico per abbracciare tutto e tutti, mentre il casinò spento, spicca di notte appunto come un buco nero nello skyline della località italiana in terra svizzera che vive una crisi annunciata, la peggiore della  sua storia. La casa da gioco, la più grande d’Europa, è stata chiusa il 27 luglio scorso per ordine del giudice fallimentare di Como.  132 i milioni di debiti da risanare.
Il corteo, seguito da uno spiegamento di forze dell’ordine, ha chiesto la riapertura del casinò  più grande d'Europa, e con lui nei guai è finita un'intera comunità che per anni ha vissuto nell'agio garantito dai proventi sul gioco d'azzardo. La sfilata ha dato il senso di una comunità comunque coesa: lungo le strade ad applaudire dipendenti e famiglie i negozianti di Campione. Non c'era il primo cittadino, Roberto Salmoiraghi. E non c’erano i politici lariani sulla ribalta nazionale. Senza un intervento del Governo è difficile se non impossibile pensare di proseguire ancora a lungo. Si spera in un intervento risolutivo del ministro degli interni Matteo Salvini, ma si sa che il governo ha una forte componente penta stellata che ha fatto della lotta al gioco d’azzardo una delle sue bandiere. La strada non solo appare in salita ma obiettivamente senza sbocco e una intera comunità un tempo prospera ora deve fare i conti con una realtà amarissima senza contare che attorno a sé ha casinò elvetici fortemente concorrenziali e in piena attività come l’Admiral di Mendrisio o il Casinò della stessa città di Lugano dove si potrebbero riversare i clienti che trovano da giorni chiuso a Campione. E il gioco online è ovviamente una sirena perennemente seducente. 

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