2018-07-21

La chiusura delle banche in Lombardia danneggia la clientela, i lavoratori e il rapporto con il territorio

“Le banche, anche quelle nazionali, continuano a dichiarare la territorialità un elemento determinante nella loro azione – dichiara Andrea Battistinisegretario generale First Cisl Lombardia - I fatti però inducono a credere che si tratti solo di uno slogan, poiché i processi decisionali sono stati tutti fortemente accentrati, indebolendo il ruolo di chi il territorio lo conosce davvero, perché ci è cresciuto, ci vive e ci lavora. Caratteristiche che portano il lavoratore a credere in un progetto aziendale sulla base di evidenze non solamente algebriche, a riporre fiducia nell'imprenditore e nella sua idea”.

I dati relativi alla chiusura degli sportelli bancari – emersi da una ricerca dell’Ufficio Studi First Cisl - sono un altro elemento che evidenzia il progressivo abbandono del territorio, in particolare nelle aree più lontane dai principali centri urbani, creando potenziali rischi di sicurezza per le persone più deboli e disservizi. In Lombardia, nel periodo 2016/2017 sono stati chiusi ben 374 sportelli (da 5805 a 5431), che diventano -1180 dal 2010 (-17,8%); questo garantisce una copertura parziale del territorio regionale (1.159 comuni lombardi sono serviti da uno sportello bancario, su 1.516 totali).
“Né i mutati comportamenti della clientela, né la digitalizzazione giustificano l’incoerenza di questa scelta – continua Battistini - Il vero obiettivo è il contenimento dei costi, in particolare quelli del personale, attraverso pesanti tagli che interessano il settore da diversi anni, con conseguente perdita di professionalità, diminuzione dell’efficienza nei servizi, indebolimento del legame proprio con quel territorio che le banche, a parole, dichiarano di voler valorizzare. Non può essere questa la strada da seguire”.

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