2018-06-25

Zelbio CULT Incontri d’autore su quell’altro ramo del lago di Como

A Zelbio, dal 7 luglio al 1 settembre





Como, 11 giugno 2018 – Zelbio, un piccolo paese di grande fascino a 800 metri d’altezza sul ramo comasco del Lario, ospita il festival “Zelbio CULT - Incontri d’autore su quell’altro ramo del lago di Como”.
Giunto all’undicesima edizione, è organizzato da un gruppo di amici, in collaborazione con la Pro Loco e la Biblioteca comunale. Motore e ideatore del programma è il giornalista Armando Besio, responsabile delle pagine culturali milanesi di Repubblica: innamorato di Zelbio, paese natale della famiglia materna, fin da bambino, ha deciso con un gruppo di amici di farlo diventare il palcoscenico di incontri colti e divertenti, invitando protagonisti del mondo culturale, mischiando i generi e giocando con le contaminazioni.

Sabato 7 luglio il festival inaugura con una serata - omaggio a Giorgio GaberGIAN PIERO ALLOISIO, suo stretto collaboratore e amico di lungo corso, a quindici anni dalla scomparsa del grande artista, porta sul palco uno spettacolo di Teatro Canzone: “Il mio amico Giorgio Gaber. Tributo affettuoso a un uomo non superficiale”, che è anche un libro (Utet). Una serata in cui aneddoti divertenti e commoventi raccontano, soprattutto, Gaber come persona, nei vari momenti della giornata e non solo sul palco. In famiglia, nel camerino, con i musicisti e i tecnici: evocato e raccontato con le sue canzoni scritte con Luporini, ma anche canzoni scritte da Alloisio stesso con Gaber e Guccini per lo spettacolo Ultimi viaggi di Gulliver, e canzoni che appartengono a periodi e stili musicali molto diversi. Gian Piero Alloisio – cantautore e drammaturgo – ci regala una serata che non è soltanto un affettuoso omaggio al maestro, ma che sprigiona anche aneddoti gustosi e divertenti. Sul palco, Gian Piero Alloisio è accompagnato da Gianni Martini, storico chitarrista di Gaber.
Sabato 14 luglio si parla di editoria, di libri e di intrecci familiari con LUCA FORMENTON: l’incontro è intitolato “Libri in casa. Due o tre cose dei Mondadori, la mia famiglia”. Dal 1993 Formenton è editore de Il Saggiatore, marchio indipendente fondato nel 1958 da Alberto Mondadori, suo zio: in occasione dei 60 anni della casa editrice, ci racconta aneddoti, e alti a bassi dell’attività editoriale e della famiglia Mondadori – Formenton. Dopo aver rilevato il marchio, Luca Formenton ha continuato a seguire una linea editoriale indipendente, pubblicando titoli senza la ricerca spasmodica di best seller, ma “libri che meritano di durare”. Nel frattempo, è stato nominato vicepresidente della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, che opera attivamente per la valorizzazione del lavoro editoriale in Italia ed è anche tra gli enti promotori di Bookcity Milano. È anche membro del comitato scientifico del "Souq Centro Studi per la Sofferenza urbana", parte della Casa della Carità fondata a Milano da Don Virginio Colmegna.
Sempre di storie di famiglia, ma nel mondo del design, si parla venerdì 20 luglio con CHIARA ALESSI, pronipote degli industriali Alessi e Bialetti, saggista ed esperta di design, curatrice dell’XI edizione del Triennale Design Museum. L’incontro è intitolato “Le caffettiere dei miei bisnonni”, come il libro da poco pubblicato (Utet), dove spiega appunto perché è finita l’epoca delle icone nel design italiano. Quegli oggetti meravigliosi, innovativi, riconoscibilissimi non si inventano più. Lei, cresciuta circondata da pezzi di design, a pochi passi dalle fabbriche dei suoi bisnonni (Alfonso Bialetti, inventore della celebre moka, e Giovanni Alessi Anghini, fondatore della centenaria azienda di casalinghi), evoca memorie personali e ripercorre la storia di due famiglie centrali nel panorama industriale italiano. Chiara Alessi ci propone un'analisi del design di oggi che indaga i motivi per cui non vengono più prodotti oggetti "icona" in grado di continuare la classica tradizione italiana del Novecento. "Le icone non hanno dei nipoti e non è colpa di nessuno” – sostiene Chiara Alessi - e la loro scomparsa non rappresenta un fallimento, perchè la produzione contemporanea risponde semplicemente a domande diverse.
Si prosegue sabato 28 luglio con un tuffo nell’antico ma sempre attuale latinoNICOLA GARDINI, studioso milanese professore a Oxford ci spiega “Le 10 parole latine che raccontano il nostro mondo”, titolo del suo ultimo saggio (Garzanti). In questo personalissimo vocabolario ideale, spaziando tra la storia e la filosofia, tra grandi classici e scrittori moderni, Gardini sceglie dieci parole che a suo dire hanno formato e continuano a formare il nostro tempo e la nostra civiltà, e attraverso le quali è possibile leggere in controluce un frammento della storia di tutti noi. La lingua latina – sostiene il professore - è un tesoro di significati che continuano a parlarci e a renderci quel che siamo. Non soltanto perché attraverso questa lingua possiamo farci idee più chiare sulla provenienza di immagini, metafore, modi di dire, ma soprattutto perché continuamente ci sfida a entrare in contatto e in dialogo costante con il nostro passato, e quindi a conoscere meglio noi stessi. Gardini è anche autore del bestseller “Viva il latino” (Garzanti).
Prosegue anche quest’anno la collaborazione con il Festival di Bellagio e del Lago di Como e torna l’appuntamento con la musica classica.  Domenica 29 luglio nella chiesa parrocchiale di San Paolo l’Orchestra milanese “I pomeriggi musicali” esegue Holberg Suite di Edvard Grieg; Antiche arie e danze di Ottorino Respighi e la suite numero 3 e Serenata per Archi op. 48. di Tchaikovskij. 
Sabato 4 agosto, va in scena un piccolo miracolo fatto di malattia, vita, dolore e sorriso: ANNA SAVINI, giornalista de La Provincia di Como, colpita dal tumore al seno l’anno scorso, ha scritto un memoir in cui parla della sua malattia con coraggio e ironia. Con “Buone ragioni per restare in vita” (Mondadori) ripercorre i giorni tristi della malattia, e racconta “come salvarsi dal tumore e vivere felici”: di come sia possibile sopravvivere ad analisi, diagnosi e chemio, ripromettendosi di spendere un capitale in scarpe e fantasticando su se stessa mentre sfila su un improbabile red carpet. La stessa “densità” si ritrova anche in SILVIA AMODIO, fotografa, che presenta i suoi poetici ritratti di donne operate al seno. I cinquanta scatti che vengono presentati durante la serata fanno parte del progetto “Io ero, sono, sarò”, attualmente in mostra al Castello Sforzesco di Milano (fino al 19 giugno - catalogo edito da Terre di mezzo) con la finalità di attirare l’attenzione sulla prevenzione  del tumore al seno. Due donne coraggiose e creative che affrontano il tema della malattia e che si misurano con il dolore. Ma la cifra comune delle due donne non è quella del tumore, bensì la celebrazione della vita.
Giovedì 9 agosto  spazio per il racconto e per la musica in una serata sul filo della memoria e della nostalgia con aneddoti, ricordi e qualche bella canzone: “C’era una volta il contrabbando sul lago” è il racconto di DAVIDE VAN DE SFROOS CECCO BELLOSI. I due cantastorie del lago di Como hanno pescato a piene mani non solo tra i cavedani, ma anche nelle narrazioni degli irregolari, così piene di ribellione e avventura. Una serata che permette di portare il Lario in primo piano: oggi splendida mèta turistica, un tempo terra povera, con artigiani, pescatori, artisti e contrabbandieri. Una serata che serve (anche) per ritrovare i segni dell'identità e dell'appartenenza, tra musica e parole.
Sabato 11 agosto viaggio nei luoghi che hanno cambiato la nostra storia, seguendo le parole di PINO CORRIAS, scrittore, giornalista e sceneggiatore. Partendo dai luoghi della cronaca che sono rimasti scolpiti nella nostra memoria collettiva, Corrias ci racconta la “Nostra incantevole Italia” (Chiarelettere) dal Teatro Ariston di Sanremo al Vajont, da piazza Fontana a via Fani, dalla villa di Arcore a quella di Gelli, da Pontida con Umberto Bossi a Ostia con l’ultima tragica notte di Pasolini. Tra tragedia e commedia, mistero e svelamento, l'autore ci coinvolge con abilità giornalistica e passione civile per raccontare un’inedita “geografia” del carattere e dell’identità degli italiani, facendoci da guida in un labirinto di storie e personaggi che coniugano politica cronaca e costume degli ultimi settant’anni di storia italiana.
Per la prima volta, Zelbio Cult ospita una serata dedicata alla poesiasabato 18 agosto uno dei più apprezzati poeti italiani contemporanei, ROBERTO MUSSAPI, legge e commenta le più belle poesie d’amore di Giacomo Leopardi. “Amor là nel profondo” (Salani) è la sua recente antologia. In pochissimi poeti della nostra storia letteraria - spiega Mussapi - il cuore dell’uomo, la fame d’amore, la percezione del dolore coincidono in modo cosi potente e simultaneo come in Leopardi. Poeta e drammaturgo, Roberto Mussapi è anche autore di saggi e opere narrative, e ha all'attivo una vasta opera di traduttore e curatore di autori classici e contemporanei. È anche editorialista e critico teatrale del quotidiano Avvenire. Ha un'intensa attività di lettura poetica, in pubblico e in radio ed è autore di programmi in Rai. 
Torna poi la serata dedicata al tema “arte”, ormai un classico della rassegna zelbiese, che ha ospitato – tra gli altri - Flavio Caroli, Vittorio Sgarbi, Philippe Daverio, Pietro Marani, Lea Vergine. Sabato 25 agosto è la volta di STEFANO ZUFFI, che a partire dalla mostra attualmente in corso a Palazzo Reale, intitolata “Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia”, terrà una conferenza dal titolo “Il fascino irresistibile di Dürer. Vita, opere, passioni di un genio del Rinascimento europeo”. Il professor Zuffi (autore di "Albrecht Dürer, vita e passioni di un genio - edito da 24Ore Cultura - scritto in occasione della mostra) ci fa immergere nel mondo del pittore, disegnatore, incisore, artista grafico, matematico e trattatista più significativi di tutta l’arte europea. Dürer, infatti, portò l'arte dell'incisione a vette mai raggiunte prima, realizzando il primo libro pensato, illustrato, stampato ed edito da un artista occidentale. Fu il primo a realizzare opere senza che gli fossero state commissionate. Dipinse le prime vedute, i primi paesaggi autonomi, cioè non ridotti semplicemente a sfondi. Oltre alla sua opera, il professor Zuffi ci racconta anchel’affascinante quadro di rapporti artistici tra nord e sud Europa tra la fine del Quattro e l’inizio del Cinquecento, il dibattito religioso e spirituale della Riforma come “substrato culturale” delle sue opere.
La serata conclusiva del Festival è sabato 1 settembre con una appassionante storia che unisce amore, libri, passione e storia vera: ANNA FOLLI ci racconta quella effervescente, lunga, interrotta e eppure forse mai davvero finita tra Alberto Moravia e Elsa Morante. Giornalista e scrittrice, Anna Folli ce lo racconta partendo dal libro appena pubblicato “MoranteMoravia – una storia d’amore” (Neri Pozza): la strada dei due scrittori fu lunga, piena di tempeste, di libri scritti nella stessa casa, momenti felici e momenti eroici, un matrimonio, cene con gli amici e tradimenti, tantissime lettere e grandi dolori, ma sempre con la certezza di essere, insieme, qualcosa di grande. Anna Folli spiega anche il filo della loro ambizione, della dedizione alla letteratura, del loro cammino di scrittori e intellettuali. Due bellissime figure della storia della Letteratura italiana del Novecento raccontate con grande accuratezza.

Il curatore del festival: Armando Besio
Genovese di nascita (1957), legato a Zelbio dalle radici della famiglia materna, si è laureato in Storia dell’Arte con il professor Corrado Maltese presso l’Università di Genova, ha lavorato al Secolo XIX, al Lavoro e al Venerdì di Repubblica; è responsabile delle pagine culturali milanesi della Repubblica. Collabora con la Milanesiana, la manifestazione culturale ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi.

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