2018-05-08

Il Battistero di San Giovanni Battista in Oggiono, arte e storia

In un volume pubblicato anni fa da “Cattaneo editore” il passato e il futuro di quell’insigne monumento architettonico


di Claudio Redaelli
Il Battistero di Oggiono è stato oggetto sul finire degli anni Novanta di un intervento di restauro indirizzato in particolare al consolidamento e alla pulitura delle superfici affrescate che si trovano al suo interno.

A questo scopo era stato predisposto un progetto le cui linee guida erano finalizzate alla conservazione della peculiare situazione in cui il manufatto si trovava, limitandosi a ridare forza e consistenza alle strutture e alle superfici che erano state precedentemente trascurate.
Nel corso di quel restauro, poi, si era voluta cogliere l’occasione per approfondire la conoscenza di un insigne monumento architettonico, seguendo le più aggiornate acquisizioni teoriche in base alle quali un edificio è un prezioso documento, autentico archivio di conoscenze.

Al Battistero di San Giovanni Battista in Oggiono “Cattaneo editore” aveva dedicato anni fa (l’anno di stampa è il 2003) un’elegante pubblicazione, a cura di Roberto Spreafico, in cui erano racchiusi “passato e futuro di un monumento”.
Quel libro si avvaleva della prestigiosa prefazione di Gianfranco Ravasi, biblista e teologo, allora prefetto della Biblioteca-Pinacoteca ambrosiana e attuale presidente del Pontificio Consiglio della cultura, il quale non esitava ad affermare che quelle pagine “sanno intrecciare partecipazione e rigore, amore e documentazione, visione e dimostrazione, senza indulgere all’esaltazione acritica”.
“Il testo - scriveva Ravasi - diventa così una guida esemplare non solo per visitare lo spazio architettonico e pittorico ma anche per rivisitare la storia di una comunità. Si ha infatti la consapevolezza che il monumento è innanzitutto un bene “oggettivo” da studiare nella sua tipologia. E’ per questo che il ricco apparato documentario non si affida solo agli archivi ma allega anche le risultanze delle indagini moderne più sofisticate di georadar, di termografia, di microclima, di stratigrafia, di spettrofotometria, di deformometria e altro ancora”.

E l’allora prevosto di Oggiono don Amintore Pagani nelle pagine introduttive di quello stesso volume parlava di “un magnifico monumento d’arte romanica in cui si trovano anche i resti di un battistero di epoca precedente, a testimonianza di quanto sia di antica data la fede cristiana degli oggionesi”.

E ancora il sacerdote scriveva: “I battisteri venivano costruiti fuori dall’edificio della chiesa. Con questa loro collocazione si voleva evidenziare che il neofita doveva prima essere battezzato, diventare figlio di Dio e solo dopo entrare in chiesa, accolto dalla comunità dei fedeli per partecipare alla messa e accostarsi al banchetto eucaristico”.

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