2020-07-02

PIU’ CHE MAI LECCO FA SCUOLA! TECNICA D’ILIZAROV VENT’ANNI DOPO



di Germana Marini Rinverdire la memoria di chi ha vissuto la realtà di un servizio, sotto ogni aspetto eccellente: quello elargito dall’Ospedale lecchese di via Ghislanzoni, nel corso di oltre dieci intensi anni, compresi tra il 1989 e il 2000, e ragguagliare nel contempo le nuove generazioni in merito alla partecipazione dei medici a stage propedeutici all’accrescimento delle acquisizioni scientifiche, messe a frutto all’interno del contesto ospedaliero stesso: ecco le finalità di questo mio revival.

Il raccogliere in una pubblicazione unitaria, edita dall’Editrice C.B.R.S., una nutritissima serie d’interviste ai primari di ogni singola Divisione del presidio cittadino, da me effettuate in un lungo “Viaggio nel pianeta sanità”, mensilmente apparse sul periodico nazionale “il Punto Stampa”, si deve alla lungimiranza del direttore Claudio Redaelli, Consigliere dell’Ospedale provinciale di Lecco dal 1965 al 1981, e Vicepresidente dal 1975 al 1981,  succeduto al dott. Aldo Rossi, all’On. Vittorio Calvetti e al dott. Salvatore Bonalumi.
Pubblicazione dalla tiratura di 300 copie, in men che non si dica esaurite.
<< Questa singolare iniziativa >>, ebbe a dichiarare Redaelli, << posta in essere grazie alla preziosa collaborazione della giornalista Germana Marini e alla cortese disponibilità degli operatori sanitari, è di enorme rilievo, in quanto l’Ospedale rappresenta un’autentica risorsa, un fiore all’occhiello per Lecco, apprezzato com’è in ambito europeo, al punto che da ogni parte giungono qui per affidarsi a mani provatamente esperte >>. Aggiungendo: <<Posso ben dire che le articolate interviste della Marini rimarranno ad esempio di un servizio giornalistico esclusivo, reso possibile dal lodevole impegno professionale, sia di chi le ha curate, che di chi ne è stato protagonista. Mi corre quindi l’obbligo di ringraziare sentitamente, non gli specialisti soltanto, bensì il personale infermieristico, paramedico, ausiliario, i tecnici,  le 75 operose, infaticabili suore all’interno del collegiato e tutti coloro che si sono prodigati al fine di dar lustro a questa privilegiata
struttura >>.

È trascorso quasi un ventennio dal giorno in cui, di ritorno da uno dei suoi famosi viaggi, l’esploratore Carlo Mauri risanato da un’invalidante osteomielite a una gamba grazie alle cure del professor Gavrijl Abramovich Ilizarov, di kurgan (Siberia), ne parlò entusiasticamente al dottor Angelo Villa, e quindi al professor Roberto Cattaneo e al dottor Maurizio Catagni, della Divisione di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale lecchese, che decisero di verificarne la validità “de visu”.
Una tecnica, quella Ilizaroviana, appresa dapprima alla perfezione nel corso di nove anni, scanditi da ripetute spedizioni oltre gli Urali, e quindi insegnata a legioni di medici affluiti nella città manzoniana, onde documentarsi in materia.  Ma il fatto più eclatante è stato il lavoro di perfezionamento, graduale ma continuo, del metodo; fino a raggiungere gli attuali , sorprendenti risultati.
Proprio per renderci conto della loro realtà effettiva,  avviciniamo il professor Roberto Cattaneo, già primario Ortopedico del nosocomio cittadino  e attuale Presidente dell’A.S.A.M.I. international (Associazione dello studio e applicazione del metodo Ilizarov)), il Segretario dell’Associazione stessa, dottor Maurizio Catagni,  Responsabile del Centro Regionale Metodo Ilizarov , inserito all’interno della Divisione di Ortopedia e Traumatologia  dell’Ospedale, il dottor Angelo Villa, succeduto al professor Cattaneo nella conduzione dell’équipe, e allo stato odierno Presidente dell’Ordine dei Medici, e il dottor Livio tentori, attuale responsabile del Reparto Ortopedico lecchese.
Questa la testimonianza del professor Roberto Cattaneo:
“Dalla data di fondazione, 1982, ad oggi,  l’A.S.A.M.I. ha avuto un impensabile sviluppo.  In seguito alla permanenza a Lecco di Ilizarov, abbiamo registrato un ininterrotto andirivieni di medici, con l’intento di apprendere quest’eccellente tecnica; determinato anche dal fatto di poter così evitare il lungo viaggio, con destinazione l’Unione Sovietica. Sul nostro esempio, sono poi sorte associazioni similari indipendenti in vari Paesi esteri, finché nel 1996, durante il Congresso della Società Internazionale di Chirurgia Ortopedica e Traumatologica, tenutosi ad Amsterdam, fu fondata l’A.S.A.M.I., Internazionale, raggruppante tutte le Associazioni del mondo. Ora, le A.S.A.M.I. attualmente esistenti sono 20, in 20 distinti paesi: Italia, Germania, Belgio, Spagna, Gran Bretagna, Portogallo, Brasile, India, Corea, Croazia, Polonia, Stati Uniti d’America, Canada, Giappone, Santo Domingo (Caraibi), Norvegia, Bosnia Erzegovina, Paesi del Sud-Est Asiatico, Israele. E tutte le menzionate Associazioni riconoscono alla nostra Sede di Lecco la maggior esperienza dopo Kurgan nel campo degli allungamenti e delle sostituzioni ossee, incluso il trattamento delle Osteomieliti. Suppongo sia stata anche questa la ragione per cui i Presidenti delle varie A.S.A.M.I. hanno eletto il sottoscritto Presidente Internazionale, e segretario il Dottor Maurizio Catagni. Sono lieto di anticipare che proprio quest’anno è programmato un Congresso a New Orleans organizzato da A.S.A.M.I. International.
Nell’aprile 1999 , quindi, si terrà una riunione A.S.A.M.I. a Sidney in Australia al congresso della Società Internazionale di Ortopedia. Un altro dato interessante è rappresentato dal fatto che l’Assessore Regionale alla Sanità della Regione Lombardia ha espresso (per ora solo verbalmente), l’intenzione di riconoscere l’Ospedale di lecco come Centro Regionale per l’applicazione di questa tecnica. L’Asami Croazia , inoltre, con il dottor Kostic, primario della Clinica Ortopedica dell’Università di Zagabria ci sta dando consistenti apporti per quanto concerne le “lesioni da guerra”, e soprattutto per quelle che sono le ferite prodotte dalle “mine anti-uomo”. A tale proposito è curioso notare come i belligeranti, durante la guerra del Golfo,  disponessero nei loro ospedali degli apparati di Ilizarov. L’Irak li importava infatti dall’Unione Sovietica e gli Stati Uniti tramite le forze armate dell’esercito Americano”.
Ed ecco il riscontro del Segretario Internazionale A.S.A.M.I. , dottor Maurizio Catagni:
Vorrei sottolineare che nonostante difficoltà oggettive, in termini di limitato numero di sale operatorie, riusciamo a soddisfare le pressanti richieste provenienti da tutta l’Italia. Oltre ai traumi complessi che interessano la nostra area, noi curiamo infatti anche le patologie congenite, le osteomieliti, le infezioni, le pseudoartrosi infette e le deformità post-traumatiche, superando noi stessi pur di non disattendere le aspettative. Aspettative fondate sul validissimo metodo Ilizarov, reso via via più duttile dalla scuola lecchese, che ha modificato la tecnica di costruzione e posizionamento degli apparecchi, con la conseguenza che i moderni impianti sono assai piùtollerati dai pazienti e generano meno problemi”.
Sulla validità della tecnica Russa, praticata a livello Internazionale con pieno successo, il dottor Angelo Villa così afferma:
“La sperimentazione clinica ormai di migliaia e migliaia di casi in tutto il mondo ha dimostrato trattarsi di una metodica insostituibile nel perseguire la “ rigenerazione guidata dell’osso”. La quale trova applicazione sia nel campo delle malformazioni congenite, che nei cattivi esiti della traumatologia. Ma innumerevoli sono le indicazioni e le concretizzazioni, sempre partendo dalla teoria di base; come il nostro “terzetto”: Cattaneo-Villa-Catagni, protagonista insieme a Mauri della straordinaria avventura, ha dimostrato”.
Abbiamo infine raccolto le impressioni del dottor Livio Tentori:
“Un approccio non facile, ma di utilità indiscussa. L’affluenza di pazienti richiamati dalla fama che Lecco si è conquistata nel campo, è ragguardevole, ma si potrebbe soddisfare una domanda anche più ampia, non fossimo subissati dalle problematiche connesse alla traumatologia. Bisogna anche pensare che per la presenza della Neurochirurgia, tutti i grossi traumi cranici del territorio vengono indirizzati qui. Quella che difetta non è certo la volontà, ma occorrerebbe una ben maggiore disponibilità di personale, e soprattutto di anestesisti, onde poter operare giornalmente”.
“Riferendoci sempre all’Ilizarov, qui non stava per essere approntato un locale esclusivamente adibito al trattamento specifico?”, indaghiamo.
“In verità il progetto pareva aver riscosso anche il placet della Regione. Senonché per motivi imperscrutabili l’attribuzione di una ventina di letti in più è stata dirottata in altra sede… Un vero peccato, perché avremmo potuto operare su due vie parallele e diverse, mentre dobbiamo fare tutto nell’ambito del nostro non spazioso e, quanto a servizi, scarsamente dotato reparto”.
Siamo anche riusciti a interfacciarci con non pochi pazienti, tutti più che soddisfatti dei brillanti esiti dell’intervento a loro praticato e della pronta ripresa nel post-operatorio.

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