2020-07-28

Miniere della Valvarrone, una storia che continua


di Cesare Perego In territorio comunale di Valvarrone, e più precisamente ex Comune di Tremenico, in località Lentrè, nel 1907 furono scoperte da Abramo Rusconi un giovane operaio del paese, delle miniere di feldspato tutt’oggi operative per l’estrazione del minerale. L’insediamento dell’escavazione del feldspato servì da catalizzatore per una serie di iniziative rilevanti per lo sviluppo del Comune e della valle stessa. Basta ricordare che nelle miniere di Lentrè, e nelle lavorazioni successive, si arrivò ad occupare fino a ottanta persone creando quindi occupazione locale che in tempi di immigrazione fu una grande ricchezza per l’economia dell’intera valle.
I primi anni del novecento e i successivi, segnarono un vero e proprio cambiamento del tessuto sociale ed economico, passando anche attraverso due conflitti mondiali. Anni che cambiarono profondamente gli usi e costumi degli allora abitanti della valle che, abituati alla faticosa ma più rilassante attività agricola, abbracciarono, con enormi rinunce, la realtà industriale moderna. Anni non facili, ma pervasi da una voglia di fare e di mettersi in gioco, di rimboccarsi le maniche ed inventarsi forme nuove di lavoro in zone non facili come le aree montane.
Ogni famiglia del territorio con duri sacrifici e il lavoro svolto, hanno contribuito a far crescere questa realtà pagando un alto tributo, qualcuno con la vita, anche in giovane età, altri con problemi di salute. Agli albori dell’attività i mezzi di protezione individuali non esistevano e parecchi operai si ammalarono di silicosi, malattia professionale causata dall’inalazione di silice nei polmoni. Ora si lavora in maggiore sicurezza e con la meccanizzazione tutto risulta meno faticoso e la salute più tutelata.
Questa attività mineraria poco conosciuta sul nostro territorio, certamente non può vantare la storia millenaria della metallurgia che ha plasmato gran parte del nostro sistema economico. Comunque, ha rappresentato una fonte di sostentamento per gli abitanti della valle e un motore dello sviluppo di una porzione di territorio affascinante e ricco di potenzialità ambientali, turistico - culturali da non sottovalutare.Vengono alla memoria, i racconti degli immigrati che dalla nostra regione come da tutto il Paese  si recavano all’estero per lavorare nelle minire, ricavandone spesso salari di sussistenza e difficili condizioni di vita e di lavoro.
E’ un mondo lontano, anche se separato dalla nostra esistenza da pochi decenni, che induce a riflettere sull’evoluzione della nostra società e dell’economia del territorio e sulla necessità di conciliare lo sviluppo con la tutela ambientale della Valvarrone che costituisce una delle zone più suggestive della nostra provincia.
Questa realtà economica “continua” grazie ad imprenditori che hanno creduto continuano a credere in questa attività, che secondo il programma della vecchia società mineraria, queste miniere dovevano essere chiuse, in quanto non più remunerative, tanto è vero che le operazioni di smantellamento delle attività alla fine del 2005 si erano ormai concluse. Sulla base di nuovi studi geologici attestanti la presenza di significative quantità di minerale ancora da estrarre, ha determinato la volontà della Società che oggi gestisce a far ripartire l’attività estrattiva.
Lo sfruttamento del giacimento, avviene attualmente in sotterranea con un metodo per vuoti a sottolivelli. La coltivazione in generale prevede la realizzazione di cameroni.
Sono trascorsi più di cento anni, da quando a Tremenico si cominciò a scavare e a far brillare le mine, a  raccogliere il prezioso minerale dal nome difficile, per gli abitanti della Valvarrone, il feldspato: Iniziò così un periodo di modesta prosperità per l’economia del Comune di Tremenico e per la valle in generale, la storia continua perché non pensare al turismo minerario?

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