2020-07-05

L’ENDOSCOPIA IN UROLOGIA: RELATORI D’ECCEZIONE A CONFRONTO. PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE MEDICO CHIRURGICA LECCHESE IL DOTTOR GIACOMO GRAF E VICEPRESIDENTE IL PROFESSOR ROBERTO CATTANEO. RELATORI: PROF. ENRICO DORMIA, DOTTOR DOMENICO POZZA, DOTTOR SERGIO INVERNIZZI, DOTTOR LOCATELLI


di  Germana Marini Rinverdire la memoria di chi ha vissuto la realtà di un servizio, sotto ogni aspetto eccellente: quello elargito dall’Ospedale lecchese di via Ghislanzoni, nel corso di oltre dieci intensi anni, compresi tra il 1989 e il 2000, e ragguagliare nel contempo le nuove generazioni in merito alla partecipazione dei medici a stage propedeutici all’accrescimento delle acquisizioni scientifiche, messe a frutto all’interno del contesto ospedaliero stesso: ecco le finalità di questo mio revival.

Il raccogliere in una pubblicazione unitaria, edita dall’Editrice C.B.R.S., una nutritissima serie d’interviste ai primari di ogni singola Divisione del presidio cittadino, da me effettuate in un lungo “Viaggio nel pianeta sanità”, mensilmente apparse sul periodico nazionale “il Punto Stampa”, si deve alla lungimiranza del direttore Claudio Redaelli, Consigliere dell’Ospedale provinciale di Lecco dal 1965 al 1981, e Vicepresidente dal 1975 al 1981,  succeduto al dott. Aldo Rossi, all’On. Vittorio Calvetti e al dott. Salvatore Bonalumi.
Pubblicazione dalla tiratura di 300 copie, in men che non si dica esaurite.
<< Questa singolare iniziativa >>, ebbe a dichiarare Redaelli, << posta in essere grazie alla preziosa collaborazione della giornalista Germana Marini e alla cortese disponibilità degli operatori sanitari, è di enorme rilievo, in quanto l’Ospedale rappresenta un’autentica risorsa, un fiore all’occhiello per Lecco, apprezzato com’è in ambito europeo, al punto che da ogni parte giungono qui per affidarsi a mani provatamente esperte >>. Aggiungendo: <<Posso ben dire che le articolate interviste della Marini rimarranno ad esempio di un servizio giornalistico esclusivo, reso possibile dal lodevole impegno professionale, sia di chi le ha curate, che di chi ne è stato protagonista. Mi corre quindi l’obbligo di ringraziare sentitamente, non gli specialisti soltanto, bensì il personale infermieristico, paramedico, ausiliario, i tecnici,  le 75 operose, infaticabili suore all’interno del collegiato e tutti coloro che si sono prodigati al fine di dar lustro a questa privilegiata
struttura >>.

“L’Endoscopia in Urologia”: questo il tema della serata conclusiva per l’anno 1997 delle manifestazioni organizzate dall’Associazione Medico Chirurgica Lecchese, Presidente della quale è il dottor Giacomo Graf e Vicepresidente il professor Roberto Cattaneo, svoltasi il 27 ottobre nella Sala Congressi Unione Industriali di via Caprera 4 a Lecco. Relatori della stessa il professor Enrico Dormia, per molti anni primario della Divisione di Urologia del nosocomio cittadino e attualmente dell’Ospedale S. Carlo Borromeo di Milano, il dottor Domenico Pozza, primario Urologo presso il nostro Presidio Ospedaliero, e il dottor Sergio Invernizzi, suo Aiuto.
Nei precedenti incontri era stata già evidenziata l’importanza dell’endoscopia e della laparoscopia ai fini diagnostici e terapeutici in ambito ortopedico, ginecologico e chirurgico. Ora nel corso di questo intrigante convegno, grazie all’ausilio di tutta una serie di filmati, ogni sequenza dei quali è stata approfonditamente illustrata, il folto pubblico presente ha potuto rendersi conto di cosa abbia rappresentato per l’urologia l’applicazione di queste nuove tecniche.
Visibilmente commosso di ritrovarsi fra tanti amici e compagni di lavoro, il professor Enrico Dormia, invitato dal dottor Graf, che ha introdotto e coordinato i lavori, a prendere la parola, dopo averlo ringraziato per l’impegno profuso nel nostro territorio, su cui i validissimi metodi da lui messi a punto tanti anni fa hanno attratto l’attenzione mondiale.
Dormia ha posto innanzitutto in luce come l’80% di tutte le patologie urologiche fruiscono oggi dell’endoscopia, mediante prestazioni che vengono programmate e altresì improvvisate al momento.
“Endoscopia urologica”, ha detto, “che per la cronaca risale ai primi dell’’800”. Avvalendosi di alcune diapositive, ha rifatto quindi la storia di questa metodica, a partire dal suo inventore, il dottor Filippo Bolzini, ostetrico di Amburgo, con ascendenze italiane. 
“Il primo endoscopio, invece”, ha specificato, “ è stato ideato e proposto da uno spagnolo, certo Segalas, il quale ha allestito una sorta di tubo con due candele e uno specchio, nel quale la luce delle candele veniva riflessa. Tramite tale aggeggio pare si potesse esplorare sia pure con grande difficoltà e in modo sommario, l’uretra.  Il cistoscopio di Desormeaux ha costituito un relativo perfezionamento del metodo, fornito com’era alla sua estremità di un fornello, con tanto di camino e stoppino, in cui si bruciava l’alcool, trementina e magnesio. È stata poi la volta di tale Horteloup, che è arrivato a porre nella viscica nientemeno che delle lucciole, che nuotavano e volavano illuminandone la parete. Un altro medico di cui non rammento il nome usava introdurre nel retto dei pazienti una sorgente luminosa di non chiara natura, che attraversando il setto retto-vescicale consentiva una certa visuale per luce trasmessa. La risoluzione definitiva dell’endoscopio però si deve a Nitze, di Berlino. Nel 1873 costui ha avuto infatti il merito di portare la sorgente luminosa direttamente in vescica costruendo in collaborazione di un artigiano e un ottico un primo endoscopio a circuito liquido, che comportava purtroppo ulcerazioni interne e altri spiacevoli inconvenienti. Fortunatamente l’invenzione della lampadina ad opera di Edison, ha permesso di porre la stessa in cima al cistoscopio, raggiungendo lo scopo. L’impiego del cistoscopio di Nitze è quindi durato fino al 1960, anno d’avvento della cosiddetta “luce fredda”, che evitava che la luce avesse a spegnersi all’improvviso all’interno dell’organo esplorato”.
Ha avuto a questo punto inizio l’attesa proiezione che ha consentito agli astanti di assistere ad interventi endoscopici “dal vivo” , al commento dei quali hanno presieduto i tre relatori a turno, facendo una carrellata esplicativa sulle prerogative e l’utilizzo dei vari strumenti. Allietati da un mai soverchiante sottofondo musicale, abbiamo così potuto vedere incidere stenosi uretrali di diversa classificazione, effettuare resezioni e aspirazioni a livello vescicale e prostatico, apprezzare a quanti e quali impieghi si presti il laser, configurantesi praticamente in “un’amplificazione di luce da emissione stimolata di radiazione”, come l’ha definito il dottor Sergio Invernizzi, non sottacendo a quali rischi, se non correttamente usato, esponga.
Dal dottor Domenico Pozza è stata illustrata la litotrisia nel trattamento della calcolosi vescicale e la litotrisia uretrale extracorporea in uretrorenoscopia, le indicazioni e le procedure inerenti alleneoplasie non infiltranti e quelle che impongono la chirurgia aperta della vescica, ossia la cistectomia totale, o parziale.
Quale autentica celebrazione del famoso “basket di Dormia”, l’estrattore di frammenti post-litotrisia, in omaggio a quel grande operatore di computer e animazione che è il dottor Locatelli, lo stesso professor Dormia è stato designato a commentare il filmato riguardante lo strumento di sua invenzione, che ha riscosso ovunque grande successo. Ha altresì mostrato le tecniche di dissoluzione chimica di calcoli prevalentemente a base di cistina, che non risentono dell’azione delle onde shock, né di quelle elettroidrauliche per via percutanea, “una delle quali”, si è espresso il professore, “ introdotta proprio da noi”.
Nel suo ultimo intervento Dormia si è occupato di un’altra importante applicazione della chemiolisi: quella volta a ridurre il volume dei calcoli maggiori, prima di sottoporli a litrotisia extracorporea, avvalendosi di una proiezione in cui, per facilitare l’eliminazione dei frammenti, veniva applicato al paziente uno strumento particolare, ideato da un suo modulo.
Al dottor Domenico Pozza, infine, il compito di documentare il pubblico sulla branca più moderna della chirurgia mininvasiva: la cosiddetta chirurgia laparoscopica, le cui metodiche si sono potute seguire passo passo sul video.
Dopodiché è stato aperto un costruttivo, vivace dibattito, protrattosi a lungo a riprova dell’interesse suscitato da questi lodevoli convegni.

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