2020-06-30

A UNDICI ANNI DALLA SCOMPARSA DI CASSIN: UNA LEGGENDA NEL GOTHA DELL’ALPINISMO

Renato FrigerioL’inarrestabile scorrere del tempo ci porta a commemorare, soprattutto nella nostra città, 
il grande Riccardo Cassin. 
Se lo ricordiamo e qui ne parliamo, significa che Riccardo continua a vivere. 
Tutti noi lo pensiamo. 

Questi, dell’anniversario della scomparsa, sono i giorni in cui tutti provano a tenere in vita Riccardo Cassin attraverso la memoria. 
Lui rappresentava l’essenza dell’alpinismo del suo tempo: aveva acceso l’entusiasmo dei lecchesi ed era entrato nel cuore della gente. 
Cassin aveva 100 anni e 7 mesi quando il suo cuore si spense. 
Adesso, il doloroso ricordo ha compiuto 11 anni: il 6 agosto del 2009, nella sua seconda casa ai Piani Resinelli, ci lasciava il nostro Riccardo. 
Le sue imprese leggendarie hanno segnato la storia dell’alpinismo, e questo rimarrà a lungo nella memoria e nell’animo dei lecchesi. 
La sua è stata una vita dedicata in tutto e per tutto alla montagna. 
Per affetto e per stima andava ricordato. 
Lo impone il dovere della memoria. 
Il dovere di ricordare virtù e sacrifici di un caposcuola dell’alpinismo che era, prima di tutto, un uomo che tutti ammiravano. 
Il nostro sentimento di affezione. 
La gratitudine.
Gli aspetti umani e di sentimentalismo. 
Trascorrono gli anni di vita nostra e di Riccardo nei cuori. 
Deo gratias.
Dalla nostra terra ai tuoi cieli, desideravamo ricordarti così, caro Riccardo, oggi. 
Grazie per quello che ci hai insegnato e per quello che ci hai indicato. 



         





< È un fatto che le migliori salite degli alpinisti celebri 
sono da essi compiute prima che diventino tali. 
Pur ammettendo che “la gloria è il profumo delle azioni eroiche”, 
è necessario che sia così >. 

Douglas Keith Scott (1941, inglese), in Mountain 



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