2020-06-29

A Castello di Lecco la piazza dei partigiani


Sergio Friso 

di Aloisio Bonfanti La piazza 25 Aprile è nel quartiere lecchese di Castello, davanti alla chiesetta di Santa Maria Maddalena, detta del Seminario. Nonostante la segnaletica con targhe vecchie e nuove, pochi lecchesi indicano la zona con la denominazione ufficiale; per quasi tutti è la piazza del Seminario.

            La denominazione 25 Aprile è arrivata dopo la liberazione 1945; la piazzetta vide il concentramento dei partigiani della Rosselli, scesi dalla Valsassina e del gruppo rocciatori operante con la guida di Riccardo Cassin. I due gruppi si incontrarono al “Seminario” ed ebbe inizio la liberazione della città di Lecco; era la sera del 26 aprile 1945, poco dopo le ore 21. Il CLN aveva dato l’ordine di insurrezione generale a tutte le formazioni dei combattenti per la libertà il giorno precedente: 25 aprile.
 la targa della piazza
            Il concentramento di Castello formò un gruppo di 180/200 uomini; il numero maggiore era quello dei garibaldini della Rosselli; meglio armati erano, invece, i rocciatori, avendo a disposizione materiale avio lanciato dagli alleati ai Resinelli, a Morterone, in Erna. “Incontrai la colonna Rosselli-rocciatori a Castello – ricordava Sergio Friso, allora giovanissimo partigiano di 17 anni – la Rosselli arrivava dalla Val Varrone, da Premana, guidata da Piero Losi. Al passaggio nei vari paesi della Valsassina aveva rinforzato le fila con i partigiani dei vari nuclei. Nel quartiere lecchese di Laorca, abbandonata la strada provinciale Lecco-Ballabio, la colonna era scesa lungo la vallata del Gerenzone per via Mazzucconi a Rancio, sbucando poi al Seminario di Castello, dove c’erano i rocciatori”.
rarissime immagini del ritiro tedesco dalla sede BPL di piazza Affari tolte dal documentario “A partire dal lago”, realizzato nel 1972 per il centenario della Banca Popolare di Lecco
            La colonna mosse dalla piazzetta percorrendo via Seminario, via Bandiera, piazza Carducci e la strettoia di Castello, davanti a palazzo Belgioioso. “Uscita dal vecchio nucleo di Castello –  prosegue sempre la testimonianza di Sergio Friso – la colonna si divise, al bivio di via XI febbraio, in due gruppi: il primo puntò sul centro cittadino, scendendo lungo l’attuale corso Matteotti, l’altro raggiunse largo Caleotto e poi imboccò l’attuale via Amendola, davanti a villa Manzoni. I due gruppi andarono ad ottenere la resa del presidio tedesco, che si trovava nelle scuole elementari Giovanni Berta, oggi Edmondo De Amicis, e nell’edificio tra piazza Garibaldi e piazza Affari, che era stata la sede della direzione generale della Banca Popolare di Lecco, trasferita ad Oggiono presso villa Grassi per l’occupazione tedesca. Ricordo che – aggiunse Friso – mentre i partigiani prendevano sotto controllo le sedi pubbliche, io con altri compagni mi recai al telefono, che era in via Cairoli, mentre in città c’erano ancora movimenti fascisti”. La testimonianza di Sergio Friso è stata pubblicata nel libro “Il cortile delle  botti e dei sassi”, di Aloisio Bonfanti edito da Emmepi Editoriale nel marzo 1999, con prefazione del compianto giornalista Angelo Sala.
            La targa della piazza 25 Aprile è da tempo sbiadita e quasi illeggibile; segnalazioni in proposito erano già state avanzate l’anno scorso, ma non risultano interventi operativi in merito. La piazza prese, appunto, tale denominazione per decisione della Giunta municipale presieduta dal sindaco socialista Giuseppe Mauri, proprio in memoria dell’evento storico che vide i fatti ricordati da testimonianza dei protagonisti. Sarebbe, quindi, opportuno più che mai un intervento di sistemazione generale, visto la rilevanza storica avuta nei giorni della Liberazione 1945. Il Comune di Lecco intervenga in proposito.

Nessun commento:

Posta un commento