2020-05-21

UNA NUOVA LEGGE TUTELERA’ I LAVORATORI!, CI INFORMA IL PROFESSOR SERGIO ZEDDA, PRIMARIO DEL SERVIZIO MEDICINA DEL LAVORO DELL’OSPEDALE DI LECCO


di Germana Marini Rinverdire la memoria di chi ha vissuto la realtà di un servizio, sotto ogni aspetto eccellente: quello elargito dall’Ospedale lecchese di via Ghislanzoni, nel corso di oltre dieci intensi anni, compresi tra il 1989 e il 2000, e ragguagliare nel contempo le nuove generazioni in merito alla partecipazione dei medici a stage propedeutici all’accrescimento delle acquisizioni scientifiche, messe a frutto all’interno del contesto ospedaliero stesso: ecco le finalità di questo mio revival.

Il raccogliere in una pubblicazione unitaria, edita dall’Editrice C.B.R.S., una nutritissima serie d’interviste ai primari di ogni singola Divisione del presidio cittadino, da me effettuate in un lungo “Viaggio nel pianeta sanità”, mensilmente apparse sul periodico nazionale “il Punto Stampa”, si deve alla lungimiranza del direttore Claudio Redaelli, Consigliere dell’Ospedale provinciale di Lecco dal 1965 al 1981, e Vicepresidente dal 1975 al 1981,  succeduto al dott. Aldo Rossi, all’On. Vittorio Calvetti e al dott. Salvatore Bonalumi.
Pubblicazione dalla tiratura di 300 copie, in men che non si dica esaurite.
<< Questa singolare iniziativa >>, ebbe a dichiarare Redaelli, << posta in essere grazie alla preziosa collaborazione della giornalista Germana Marini e alla cortese disponibilità degli operatori sanitari, è di enorme rilievo, in quanto l’Ospedale rappresenta un’autentica risorsa, un fiore all’occhiello per Lecco, apprezzato com’è in ambito europeo, al punto che da ogni parte giungono qui per affidarsi a mani provatamente esperte >>. Aggiungendo: <<Posso ben dire che le articolate interviste della Marini rimarranno ad esempio di un  servizio giornalistico esclusivo, reso possibile dal lodevole impegno professionale, sia di chi le ha curate, che di chi ne è stato protagonista. Mi corre quindi l’obbligo di ringraziare sentitamente, non gli specialisti soltanto, bensì il personale infermieristico, paramedico, ausiliario, i tecnici,  le 75 operose, infaticabili suore all’interno del collegiato e tutti coloro che si sono prodigati al fine  di dar lustro a questa privilegiata
struttura >>.



Riteniamo che le peculiarità dell’attività specialistica ospedaliera del Servizio Medicina del Lavoro di Lecco siano ormai ben note. Preghiamo tuttavia il primario, professor Sergio Zedda, di volercele cortesemente sintetizzare.
“ Noi svolgiamo accertamenti clinici-diagnostici nel settore della patologia professionale nei confronti dell’Ospedale, dei medici curanti e dell’ INAIL.  Parallelamente la nostra attività si rivolge alle aziende per la sorveglianza sanitaria dei lavoratori e per lo studio e quantificazione dei rischi ambientali, ossia dei vari agenti chimici, fisici e biologici ai quali sono esposti. Per far ciò la struttura si avvale di competenze sia mediche che tecniche. Abbiamo così un laboratorio di Tossicologia e Igiene Industriale, quello di Fisiopatologia respiratoria, di allergologia professionale, ed altri. Il che ci permette di svolgere un’attività di consulenza complessiva nei riguardi delle fabbriche”.

AUMENTARE LA POTENZIALITA’ PER UN SERVIZIO MIGLIORE

“ La denominazione Servizio Ospedaliero Medicina del Lavoro farebbe pensare ad un effetto soltanto clinico, mentre qui non è previsto alcun tipo di degenza; vero, professore?”.
“ Tutti gli accertamenti, compresi i più complessi, vengono in realtà effettuati ambulatorialmente. Possiamo inoltre contare sui Servizi diagnostici dell’Ospedale, come la Radiologia e il Laboratorio generale, nonché sui vari specialisti: Neurofisiologo, Dermatologo, Oculista e via dicendo”.
“ Un’organizzazione sempre perfettamente efficiente, in grado di attendere a tutto, o lamentate voi pure alcune carenze?”
“ L’handicap di maggior rilievo è costituito dalla penuria di spazio. Quanto poi all’organico, è fisso da vent’anni e da qualche tempo lavoriamo con un’unità in meno, per cui la nostra potenzialità è giocoforza limitata. Se dobbiamo operare delle scelte ed escludere qualche azienda, l’unica motivazione è questa. Abbiamo anche
l’esigenza di acquisire alcune strumentazioni, solo in parte rinnovate, in quanto i finanziamenti per la prevenzione sono sempre piuttosto scarsi. Ciò in particolare
s’impone per l’adeguamento alle metodiche indicate nelle nuove normative”.

OPERATIVO A FEBBRAIO IL DECRETO NUMERO 277

“Cosa può dirci in merito a queste disposizioni, che rappresentano la novità del
momento?”.
“L’Italia ha finalmente recepito le direttive della Comunità Europea sul rischio rumore, amianto e piombo. Il decreto legge numero 277 apporta novità sostanziali
nel nostro sistema normativo e modifica il modo di procedere di chi si occupa
della problematica della sorveglianza sanitaria. Uno dei punti cardine è che la
sorveglianza sanitaria nelle fabbriche non si limita alle sole visite mediche ai lavoratori. Introduce infatti l’obbligo da parte del datore di lavoro di quantificare
Il rischio per definire i relativi livelli d’azione. Il secondo importante aspetto è che si definisce per la prima volta la figura del medico che opera nell’azienda, il quale deve essere uno specialista in Medicina del lavoro, o materia affine. Nel decreto legge 
vengono anche stabilite le funzioni del medico competente, che deve, fra l’altro, partecipare all’organizzazione del controllo dell’esposizione dei lavoratoti. Il che
implica il suo coinvolgimento nella programmazione e valutazione delle misure
ambientali, per definire la sorveglianza sanitaria che dovrà poi attuare. Per legge
viene altresì definito il compito d’informazione che egli è chiamato a svolgere nei
confronti dei lavoratori e delle loro rappresentanze sindacali. Gli è allo stesso modo imposto di tenere determinati registri con i nominativi degli esposti, le cartelle sanitarie e molti altri compiti”.
“ Ciò in quale misura coinvolgerà il vostro Servizio?”.
“ Fino ad oggi noi abbiamo aderito alla richiesta di prestazioni sanitarie provenienti
dalle varie fabbriche, conforme all’esistente normativa del 1955.  Prestazioni che 
fornivamo non conoscendo , a volte, l’ambiente della fabbrica e i connessi rischi.
D’ora innanzi, invece, se un datore di lavoro si rivolgerà all’USSL tramite convenzione, dovremo assumerci l’incarico complessivo dello studio inerente a tale problematica; il che implicherà un profondo mutamento nei nostri rapporti con le fabbriche. Il rischio rumore impegnerà in modo considerevole tutte le aziende del
nostro territorio, giacché entro sei mesi dalla pubblicazione del decreto  legge,
numero 277, dovranno eseguire gli studi prescritti. L’applicazione della legge coinvolgerà un po’ tutti, sia il privato che il pubblico, e da parte nostra procureremo
di aderire in modo scrupoloso”.

INCONTRI FORMATIVI PER FUGARE I DUBBI

“ Un famoso proverbio recita “Fatta la legge, trovato l’inganno”…  Schiettamente , qualche lato oscuro  quest’ordinamento lo presenta?”.
“ Rimangono già alcuni punti da chiarire, visto che la legge rinvia ad ulteriori decreti
la soluzione di certe problematiche. Per fare un esempio, scatta l’obbligo di tenete
determinati registri, ma i modelli di tali registri non esistono. Sarà necessario discutere circa gli aspetti organizzativi in occasione di un prossimo incontro tra
l’USSL e Associazioni imprenditoriali , per il fatto che qualche voce si presta ad
interpretazioni contrastanti. Il dato positivo è che , a prescindere dalle perplessità
originate da ambigui, o lacunosi, concetti, si è innescato un meccanismo destinato
a migliorare sensibilmente la sorveglianza sanitaria dei lavoratori”.

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