2020-05-14

La morte di Bernasconi, Ragno della Grignetta. “Buona scalata, Matteo, la più difficile di tutte…”


(C.Bott.) La montagna e i Ragni della Grignetta piangono Matteo Bernasconi. Originario di Como, classe 1982, “il Berna” - come lo chiamavano gli amici e gli appassionati di alpinismo che avevano imparato a conoscerlo attraverso le sue ascensioni e le sue avventure, a iniziare da quelle che più volte l’avevano portato in Patagonia - ha perso la vita travolto da una slavina in Valtellina. Il suo corpo è stato avvistato questa notte nel Canale della Malgina.

Ragno dal 2003, Matteo era guida alpina dal 2011. La sua prima spedizione in Patagonia risale al 2006, con una nuova via aperta sul Cerro San Lorenzo. L’anno successivo aveva scalato il Cerro Piergiorgio e nel 2008 aveva ripetuto con il valtellinese Fabio Salini la “via dei Ragni” al Cerro Torre.
Nel 2010 era iniziato per lui il “capitolo Torre Egger”, sempre in Patagonia, con Matteo Della Bordella e Luca Schiera che nel 2013 avevano aperto una nuova via sull’inviolata parete Ovest.
Una grande impresa, quella compiuta quell’anno da Della Bordella e Schiera. Un’impresa che aveva avuto per protagonista, fino a pochi giorni prima della conquista della vetta, anche Bernasconi, che aveva tentato la salita già negli inverni 2010-2011 e 2011-2012 e che in un’occasione era giunto a soli 25 metri dalla fine della parete.
Nel 2013 Della Bordella, Schiera e il “Berna” erano partiti dall’Italia il 19 gennaio e a fine febbraio Bernasconi aveva deciso di rientrare, mentre Della Bordella e Schiera, nonostante il perdurare del maltempo, erano rimasti in Patagonia.

La Patagonia, il grande amore di Matteo. Nel 2017 insieme a David Bacci e ancora a Della Bordella aveva scalato la Est del Cerro Murallon. E quest’anno, con Matteo Pasquetto e Della Bordella, aveva aperto una nuova via sull’Aguja Standhardt.
Numerose, fin dalle prime ore di questa mattina, le testimonianze di affetto postate dagli amici su Facebook e sugli altri canali social. Un’amica ha scritto: “Caro Matteo, avevi detto che ci saremmo rivisti, che mi avresti fatto anche da guida nella nostra amata montagna… E invece proprio in quella vallata, vicino al nostro paese in Valtellina, dove anche noi siamo stati parecchie volte, la valanga ti ha portato via. Continuo a piangere. So che sarai sempre con noi, ma è dura perdere un amico così, giovane e meraviglioso”.
E un’altra: “Mi associo a tutti gli amici del mondo della montagna nella tristezza del ricevere queste notizie... Un abbraccio alla tua piccola e alla sua mamma. Buona scalata, caro Matteo, la più difficile di tutte”.
“Alpinista formidabile, trascinatore fuori da un palco e senza telecamere, uno tra i più grandi alpinisti della storia dei Ragni di Lecco. Lui e Matteo Della Bordella, con la decisione di andare alla Ovest della Torre Egger sono stati la ragione per cui i Ragni sono tornati a essere i migliori”. Così Fabio Palma, già presidente dei mitici “maglioni rossi”, ricorda Matteo Bernasconi. 
Pochi, nella vita, mi hanno fatto ridere più di lui - aggiunge Palma - con nessuno ho bevuto così tante birre in una volta sola e lui era totalmente scevro da invidie. In un periodo di restoacasisti estremi e di “distanziamento sociale” portato all’ennesima potenza con paradossi dolorosi, lui era uno dei migliori esempi di socialità, di voglia di stare insieme, di amicizia prima di tutto”.
“Era preoccupatissimo - conclude l’ex presidente dei Ragni - per il lavoro e aveva sofferto tantissimo la quarantena, anche come morale. Mi mancherà così tanto che non riesco a dirlo come vorrei”.

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