2020-05-07

DERMATOLOGIA: LOTTIAMO PER SALVARLA ! E’ CIO’ CHE SI PREFIGGE IL PROFESSOR ROBERTO SANTINI

di Germana Marini - Rinverdire la memoria di chi ha vissuto la realtà di un servizio, sotto ogni aspetto eccellente: quello elargito dall’Ospedale lecchese di via Ghislanzoni, nel corso di oltre dieci intensi anni, compresi tra il 1989 e il 2000, e ragguagliare nel contempo le nuove generazioni in merito alla partecipazione dei medici a stage propedeutici all’accrescimento delle acquisizioni scientifiche, messe a frutto all’interno del contesto ospedaliero stesso: ecco le finalità di questo mio revival.

Il raccogliere in una pubblicazione unitaria, edita dall’Editrice C.B.R.S., una nutritissima serie d’interviste ai primari di ogni singola Divisione del presidio cittadino, da me effettuate in un lungo “Viaggio nel pianeta sanità”, mensilmente apparse sul periodico nazionale “il Punto Stampa”, si deve alla lungimiranza del direttore Claudio Redaelli, Consigliere dell’Ospedale provinciale di Lecco dal 1965 al 1981, e Vicepresidente dal 1975 al 1981,  succeduto al dott. Aldo Rossi, all’On. Vittorio Calvetti e al dott. Salvatore Bonalumi.
Pubblicazione dalla tiratura di 300 copie, in men che non si dica esaurite.
<< Questa singolare iniziativa >>, ebbe a dichiarare Redaelli, << posta in essere grazie alla preziosa collaborazione della giornalista Germana Marini e alla cortese disponibilità degli operatori sanitari, è di enorme rilievo, in quanto l’Ospedale rappresenta un’autentica risorsa, un fiore all’occhiello per Lecco, apprezzato com’è in ambito europeo, al punto che da ogni parte giungono qui per affidarsi a mani provatamente esperte >>. Aggiungendo: <<Posso ben dire che le articolate interviste della Marini rimarranno ad esempio di un  servizio giornalistico esclusivo, reso possibile dal lodevole impegno professionale, sia di chi le ha curate, che di chi ne è stato protagonista. Mi corre quindi l’obbligo di ringraziare sentitamente, non gli specialisti soltanto, bensì il personale infermieristico, paramedico, ausiliario, i tecnici,  le 75 operose, infaticabili suore all’interno del collegiato e tutti coloro che si sono prodigati al fine  di dar lustro a questa privilegiata
struttura >>.

Il primario della Divisione di Dermatologia del Presidio ospedaliero cittadino, professor Roberto Santini, ci riceve nel suo studio, palesemente troppo esiguo per contenere la strabocchevole marea di fogli, riviste, diapositive, pile di libri accatastati in ogni dove.
“Sto preparando la relazione sulle funzioni immunologiche della cute, in vista dell’imminente congresso di Dermatologia Pediatrica di Fano; di qui questa pittoresca confusione”, sorride, dicendosi ben lieto di fornirci tutte le informazioni che riterremo sul reparto. 
 “Con il ritorno dell’autunno”, osservo, “sulle rubriche dedicate alla bellezza delle varie riviste femminili si sprecano consigli sul come ovviare agli  inestetismi cutanei da overdose solare. Ma fino a che punto sole e raggi U.V.A. danneggiano la pelle?”.
“ Se ci si espone ai raggi solari e agli U.V.A. con le opportune cautele, questi difficilmente riservano sgradite sorprese, mentre dosi eccessive provocano l’elastosi, cioè lo spezzettamento delle fibre elastiche, responsabile dell’invecchiamento precoce e delle rughe. Per ciò che riguarda lampade abbronzanti e solarium in specie, si tratta pur sempre di un’energia che stimola la pelle a ricambiarsi, a moltiplicarsi per dir meglio. Ora se riflettiamo che la moltiplicazione è il primo gradino della neoplasia, possiamo dedurre che, soprattutto in presenza di nei o di macchie, è senz’altro preferibile astenersi”.
“Circa la possibilità di trasformazione maligna dei nei, esistono svariate, e spesso infondate, credenze, come quella che non vadano assolutamente asportati, per non causare una disseminazione di cellule maligne…”.
“ Distorto concetto che si fa complice di un subdolo tumore: il melanoma. Più di frequente di quanto si possa credere, si verifica che il paziente assista inconscio, o comunque inerte, alla comparsa di chiari segni premonitori; il che ostacola la realizzazione di una prevenzione capillare. D’altra parte l’eliminare prontamente ogni neo sospetto, o sospettabile per sede, aspetto evolutivo, epoca di comparsa, facendo seguire l’esame istologico dello stesso, è consigliabile,  visto che è meglio levarne dieci ritenuti ingiustamente pericolosi, che lasciarne uno davvero “cattivo”. Ma in ogni caso è il dermatologo che a ragion veduta deve decidere. L’osservazione di recidive di lesioni neviche, dopo asportazione incompleta e traumatica, suggerisce di affidarsi alle mani di esperti, non irritandole né stuzzicandole mai”.
“ Come schematizzerebbe i probabili sintomi di una precancerosi, o tali da far temere un epitelioma spinocellulare, oppure un vero proprio melanoma?”.
“ Nell’instaurarsi di chiazzette grigie o biancastre con superficie irregolare, localizzate soprattutto sulle mucose, di sensazioni di fastidio o prurito che inducono ad accorgersi di un neo fino ad allora trascurato, variazioni di colorito, l’apparizione di scagliette squamose, l’aumento di dimensioni, l’emorragia spontanea o provocata, con formazione di croste. C’è però da dire che questi segni possono insorgere anche su lesioni prive di potenziale malignità, rendendo problematica la diagnosi. La loro comparsa può essere inoltre lenta, insidiosa, o rapida e talora folgorante. Dopo aver messo in guardia i lettori, mi sembra altrettanto doveroso specificare che fra tutte le neoplasie, quelle della pelle sono le più frequenti in senso assoluto, ma anche le più facili da dominare e sconfiggere. Ciò in grazia dell’accessibilità alla vista e al tatto che consente di individuarle e di effettuare quelle tempestive misure terapeutiche che portano l’indice di mortalità su valori assai bassi”.
“Assistendo alle chiamate telefoniche che qui vanno susseguendosi senza tregua, stiamo maturando una proficua esperienza circa l’incredibile serie di errori nella quale può incorrere chi presuma di essere in grado di “curarsi da sé”… “.
“Esiste in effetti la convinzione che la pelle sia un organo di trascurabile importanza, da maltrattare nei modi più allucinanti. Così che la maggioranza delle malattie cutanee vengono curate a casaccio. Come s’è resa conto, pretendono che al telefono lo specialista fornisca loro una diagnosi sulla base di fantomatiche “bottoline rosse”, quando è già inaccettabile prendere per buoni termini quali “papula”, “pustola”, “vescica”, nell’espressione di “non addetti”. Non s’insisterà mai abbastanza sull’esigenza di farsi esaminare immediatamente allorché compaia un’eruzione, giacché il manipolarla con pomate e unguenti, oltre  all’arrecare danni, ne modifica la morfologia, fino a rendere estremamente complicato, o impossibile, inquadrarla. Un po’ come se uno si recasse dal micologo con una cesta di funghi cotti, trifolati con prezzemolo e sugo e domandasse se può tranquillamente mangiarli…”.
“Tanto più che la diagnosi delle patologie cutanee pare sia tra le più ardue…”.
“Esatto. E ciò in quanto la pelle, che io definisco “un organo senza fantasia”, risponde in modo esasperatamente monotono alla molteplicità degli agenti eziologici che la sensibilizzano”.
“Riferendoci al vasto campo delle “malattie da miceti”, che possono invadere qualunque organo, dai tegumenti alle unghie, agli occhi, ai peli, all’apparato digerente e urinario, è vero che è l’abuso di antibiotici , specie se oralmente assunti, ad incrementarle?”.
“Il fenomeno della “concorrenza vitale” esiste anche nel mondo dei microorganismi;
certo. Ora gli antibiotici, distruggendo la flora batterica protettiva, l’ecologia interna si viene fatalmente a mutare, con la conseguenza di lasciare l’organismo esposto ai più svariati attacchi”.
“Si fa poco o nulla per la prevenzione delle malattie veneree, ancora largamente rappresentate, in Italia. Per quale motivo?”.
“Posso in effetti testimoniare che tali malattie sono più che mai in auge. Purtroppo il problema non è affatto sentito dalle autorità preposte all’organizzazione, che preferiscono “nascondere la testa sotto la sabbia”. I Dispensari antivenerei sono stati bellamente ignorati dalla Riforma Sanitaria (fenomeno tipicamente italiano erotico-religioso, sul quale ci sarebbe da scrivere un trattato), con la conseguenza che il malato venereo si trova abbandonato a se stesso”.
“In altre parole non gli resta che conoscere a fondo il meccanismo, onde tutelarsi e curarsi…”.
“Riguardo alle lesioni con le quali la sifilide si manifesta, giova appunto sapere che allo stadio iniziale non sono dolenti. A dispetto di ciò, quando uno presenta sospette escrescenze sui genitali, è tenuto a farsi esaminare, non “mascherando” in alcun modo l’infezione luetica, la quale guarisce radicalmente, a patto che venga presa di petto”.
“Talvolta la pelle è anche la prima spia del famigerato AIDS…”.
“Stavo per dire che proprio in seguito allo spauracchio dell’AIDS, sono stato rimessi in funzione i cosiddetti ambulatori MST (malattie sessualmente trasmesse), sicché l’assistenza venereologica è alquanto migliorata. Certo l’intervento del dermatologo è importantissimo e spesso determinante nella lotta all’AIDS”.  “Mi preme sottolineare”, continua, “che la dermatologia non è fatta solo di “banalità”, come ritiene il profano. Si tratta invece di una branca difficile, in quanto questa pelle così apparentemente accessibile, ma così tenacemente elusiva, può vantare una tale poliedricità di mansioni, da superare ogni altro organo.  Una funzione importantissima è quella immunologica, argomento sul quale si incentrerà la mia relazione al Congresso di Fano. Convegno al quale parteciperanno le personalità più illustri delle maggiori località italiane, mentre nessun rappresentante di piccole cittadine, all’infuori di me, è stato invitato. Ciò attesta come la nostra sia una dermatologia ad alto livello qualitativo, e tale io intendo mantenerla. Farò di tutto per evitare lo scadere del livello assistenziale, scientifico e di ricerca nel territorio lecchese. Basti dire che all’ultimo Congresso Internazionale di Londra sono stati accettati quattro lavori italiani, tra i quali uno nostro sulla “Sindrome di Poems”, primo caso descritto in Italia.  La gente deve realizzare che il ruolo di una Divisione dermatologica è soprattutto quello di affrontare patologie che colpiscono la cute, a causa di molte delle quali si muore!

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