2020-04-02

LECCO LE GRIGNE E LA VALSASSINA


Cesare Perego - Dai quartieri periferici di Lecco, tradizionalmente ancorati all’arte del ferro, si passa all’ampia conca della Valsassina percorsa per una trentina di chilometri dal fiume Pioverna , che strapiomba poi nel noto Orrido di Bellano e si allunga entro le acque lecchesi del lago di Como.  

La valle scorre fra i gruppi montuosi prealpini, lambendo le dolomie famose delle Grigne, i cui picchi tanto simili a quelli degli sfondi delle opere di Leonardo, che qui venne ad ammirare la rocca di Baiedo, i fiori rari, le fucine del ferro, il rame e l’argento che resero ricca la popolazione.  Sull’altro versante si ergono altri massicci che diramano nelle valli bergamasche e che svettano nel Pizzo dei Tre Signori, là dove per secoli tre potenze si trovavano a confine: la lega dei Grigioni, la Repubblica Veneta, e il Ducato di Milano.
Attraverso la Val di Casargo, si passa alla Valvarrone che sfocia nel lago a Dervio: anch’essa produttrice di metalli nella sua parte più alta, intorno al paese di Premana, ancora oggi centro fiorente con la lavorazione delle forbici e dei coltelli.
L’altra grande risorsa era legata ai boschi e pascoli, l’allevamento dava carne e formaggi, creando ditte come la Galbani e Cademartori e la Mauri ancore attive in Valle.
L’importanza delle due valli fu per tanto tempo determinata dai giacimenti metalliferi a monte di Premana e Introbio, in antico di diritto pubblico, quindi affittate e  infeudate a molti signori, sfuggenti anche alla rapacità del fisco spagnolo: fra questo gli Arrigoni, i Manzoni, i Mornico, i Monti, che crearono in tal  modo le ricchezze atte a rendersi famiglie potenti in Milano. Fino alla fine del secolo scorso, quando vi ebbero mano anche i Rubini ed i Falk, le miniere e gli altiforni erano, con gli stabilimenti di Lecco il centro dell’economia del territorio milanese.
Accanto alla continuità industriale, le valli si distinguono per un ambiente naturale d’eccezione, valorizzate da varie iniziative e attrezzature, funivie, sciovie, piste da fondo, miniere recuperate per fini turistici, ai Piani Resinelli la piramide della Grigna, palestra naturale per l’arrampicata. Quasi tutte le località, vivono del turismo e della villeggiatura per l’utenza più varia, una quantità di rifugi dal 1899 conforta sulle vette gli appassionati, legandosi ai nomi famosi dell’alpinismo.
Le comunità della valle mantengono una loro peculiarità, consacrata in musei naturali che raccontano la vita contadina e manifatturiera i cui segni si raccontano in rari palazzi medioevali, in rustici caseggiati di pietra fasciati da logge lignee, in casare per latticini, in alpeggi. La complessa  e tormentosa vicenda storica si concreta in opere d’arte, affreschi e quadri che mescolano sapientemente gusti veneti, nordici e milanesi, tanti ricordi di San Carlo e delle grandi epidemie, arredi toscani e veneziani rimessi dalle forti correnti migratorie.

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