2020-04-06

Alla Galleria Bellinzona la nuova mostra”Essere non Essere” (per ora) solo virtuale



Essere non Essere”: una mostra apparentemente solo virtuale eppure vivente, seppur reclusa negli spazi oggi chiusi al pubblico della Galleria Bellinzona di via Azzone Visconti 12 a Lecco. Ma l’essere è sempre più forte del non essere, anche al tempo del Coronavirus: e le tante opere di Bodini e Ferroni, Collina e Baselitz, Cremonini, Romagnoni, Rouault, Vaglieri, Guerreschi, Maldague, Janssen, Vitali, Sironi, Ensor, Music e Villa stanno lì a testimoniare­ – in tutta la loro concretezza artistica e la loro drammaticità – la profonda riflessione dell’arte contemporanea attorno ai temi del dolore, della violenza, della morte e, perché no, pure della resurrezione.

Sculture, incisioni, olii e installazioni di “Essere non Essere” attendono d’essere osservati e goduti da vicino, tra l’oggi e la prossima estate, quando finalmente ci saremo riguadagnati la libertà di movimento: ma la mostra è lì, realissima nella sua potenza evocativa al momento affidata al catalogo sfogliabile sul sito internet e sulla pagina Facebook della Galleria Bellinzona.

Ideata da Oreste Bellinzona, pensata e letta criticamente da Mauro Corradini, dedicata al ricordo del grande amico Angelo Sala, la nuova proposta della Galleria ancora una volta di questa stagione – dunque anche tra la quaresima e la Pasqua ­– porta alla ribalta l’affondo artistico sul grande tema della sofferenza, della morte e insieme della speranza: le opere di grandi autori di caratura internazionale sono lo spunto per una riflessione che, nel catalogo, impreziosito dall’introduzione dell’arcivescovo emerito di Milano, cardinale Angelo Scola, vede susseguirsi gli interventi dello stesso Mauro Corradini e dei tanti critici e giornalisti che di questi artisti e di queste opere si sono occupati.

In corso di allestimento per essere inaugurata il 21 di marzo, poi il 28, “Essere non essere” apre comunque al pubblico anche se solo virtualmente: ci sarà poi tempo e modo per visitarla nelle due sale Helenio e Josè della Galleria Bellinzona.

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