2020-03-19

20 marzo: 220 anni fa invenzione ufficiale della pila di Volta

20 marzo 2020. 220 anni fa l’annuncio e la descrizione “ufficiale” della invenzione della pila, anniversario importante per ricordare la preziosa scoperta di Alessandro Volta.
Le iniziative programmate da Fondazione Volta per celebrare questo evento sono state sospese, stante le norme di sicurezza per l’emergenza sanitaria vigenti, ed anche per rispetto alle tante persone che stanno fronteggiando questa difficile situazione.

Rimane comunque il desiderio di ricordare il contributo che la scoperta della Pila ha portato all’umanità e il contenuto della lettera scritta da A. Volta ed indirizzata a Joseph Banks in qualità di presidente della “Royal Society” di Londra il 20 marzo 1800.

“Le ricorrenze storiche non si fermano, arrivano e nonostante la situazione ci impedisca di celebrarle adeguatamente, non ci impedisce di ricordarle, di esprimere pensieri e ricordi perché il passato possa comunicare suggerimenti o insegnamenti. Ci tenevamo in modo particolare a ricordare i 220 anni dal giorno in cui Volta scrisse la lettera per presentare la sua pila. – Interviene Luca Levrini  Presidente di Fondazione Volta - Non era una semplice lettera, ma un saggio scientifico che ha cambiato la vita a chiunque ed ha presentato “la base fondamentale di tutte le invenzioni", come ha affermato Einstein in visita a Como presso il Tempio Voltiano. Sono tre gli elementi che colpiscono alla sua lettura: la precisione, la semplicità ed il richiamo alla natura.
La precisione nella descrizione della pila rende la lettera quasi un brevetto, una minuziosa descrizione che vuole rivendicare la paternità della invenzione, mettendo un punto fermo, chiaro ed indiscutibile su quanto proposto. Tale precisione però non si allontana dalla chiara semplicità con la quale viene descritta la pila: semplicità come esito della profonda conoscenza e del desiderio di trasmettere con chiarezza il frutto della sua ricerca, senza tecnicismi, permettendo la lettura e la comprensione a chiunque. Volta definisce la pila come organo elettrico artificiale, come riproduzione della torpedine, della anguilla tremante. In questo passaggio si intuisce come il grande scienziato leggeva ed interpretava la natura per apprezzarne la perfezione, trarne la giusta ispirazione affinché il suo genio potesse esprimersi. Osservava la natura per comprenderla, per dare una spiegazione ai fenomeni che esaminava, per poi metterli alla prova, sperimentarli e renderli artificiali a beneficio dell’uomo. Replicava la natura, dopo essersi integrato ad essa, per costruire elementi di progresso e sviluppo per l’umanità. Per ultimo traspare modestia, quando con correttezza ritiene la sua invenzione una evoluzione rispetto alla Bottiglia di Leida. – Conclude Levrini: Una lettera che nel suo complesso diventa sintesi di un uomo, il Volta, che ha saputo leggere la natura per poi renderla adatta all’Uomo, lasciandoci l’insegnamento che la perfezione della natura è un libro infinto dal quale poter trarre inesauribili suggerimenti.”


La presentazione del libro di Enzo Pifferi “Alessandro Volta: genio ed uomo” e le altre iniziative previste da Fondazione Alessandro Volta potranno essere riprogrammate quando la situazione sanitaria e le correlate disposizioni lo consentiranno.


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