2020-01-26

Mandello e la civica benemerenza. Silvia Buzzi: “Impariamo ad ascoltare e a non giudicare”

Ieri sera la consegna del riconoscimento all’imprenditrice e la sua dedica ai genitori, ai nonni e ai bisnonni: “Le sfide sono molteplici e come loro sento il peso di questa responsabilità”


di Claudio Bottagisi
Lei, imprenditrice alla quale si devono un costante impegno nella conduzione dell’attività industriale di famiglia e una grande attenzione al mondo dell’associazionismo, al territorio in generale, alla società civile e alle persone in difficoltà, oltre alla volontà di assicurare in aiuto concreto per la crescita delle nuove generazioni. Un esempio di discrezione e di profonda umanità, capace di tradursi in atti concreti e in cospicui investimenti.

Mandello ha consegnato ieri sera la civica benemerenza a Silvia Buzzi, in una serata che ha volutamente accostato una figura che da anni dedica tempo ed energie a favore della comunità locale agli studenti destinatari delle borse di studio attribuite dal Comune. Un ideale senso di continuità, dunque, come sottolineato e auspicato dal sindaco, Riccardo Fasoli, e dai capigruppo consiliari Sergio Gatti (“Il paese di tutti”), Maria Lidia Invernizzi (“Mandello del Lario al centro”) e Grazia Scurria (“Casa Comune”).

“Si è segnalata e continua a segnalarsi per comportamenti che vanno oltre la sua competenza professionale - è stato ribadito dagli intervenuti - e che partono dal cuore”.
Le doti imprenditoriali, il disinteressato impegno nei confronti del mondo dell’associazionismo e, come detto, la sua vicinanza alle fasce più deboli (così come il ruolo dei suoi genitori Elena e Luigi, “autentici maestri di vita”) sono stati evidenziati anche nelle dettagliate testimonianze di Andrea Mainetti e Francesco Gala, firmatari con Elena Gatti e Mirko Chiodero delle proposte di conferimento della civica benemerenza a Silvia Buzzi.
Ringraziando per il riconoscimento, Silvia Buzzi ha avuto dapprima un pensiero per sua madre e suo padre, per i nonni e i bisnonni, “tutti imprenditori appassionati del lavoro e coscienti di creare benessere proprio con le loro imprese”. “E’ a loro - ha aggiunto - che dedico questo riconoscimento e come loro sento il peso di questa responsabilità. In un mondo in continuo cambiamento, le sfide sono molteplici ma sin qui siamo arrivati e, grazie anche a chi ora mi affianca nella conduzione dell’azienda, le premesse ci sono per continuare bene anche in futuro”.
L’imprenditrice mandellese ha poi sottolineato l’importanza del “fattore umano” e del rispetto delle persone per il successo di qualsiasi impresa, “per la sua sopravvivenza ma anche per il bene dell’intera società”.

“In questi giorni - ha aggiunto - mi sono chiesta quali sono i princìpi che hanno fin qui guidato il mio cammino e li ho individuati innanzitutto nel rispetto per le persone, per il lavoro e per il nostro Paese, a iniziare da dove viviamo. Poi l’ascolto e l’attenzione alle esigenze degli altri, che vuol dire cercare di mettersi nei loro panni. Questo mi ha sempre aiutato a capire meglio le situazioni e a non dare mai giudizi ma, dove possibile, aiuto. Poi ancora la disciplina: non si può costruire nulla di valore se non si esige che ogni cosa venga fatta in modo corretto, se non la si perfeziona di continuo. Per raggiungere la meta che ci si prefigge occorre essere esigenti con se stessi e con gli altri perché soltanto così si creano armonia e unità d’intenti”.
Quindi l’umiltà e il non aver timore nel chiedere un consiglio perché “c’è sempre da imparare da chiunque”. E un tenero pensiero per chi non è più fisicamente accanto a lei: “Nei momenti di difficoltà mi è sempre stato di grande aiuto rivolgere il pensiero al Cielo e alle persone che ci hanno preceduto”.
Più avanti nel suo intervento Silvia Buzzi si è rivolta ai giovani destinatari delle borse di studio. “Credo molto nell’importanza della scuola - ha detto - e a voi giovani auguro di realizzare i vostri progetti con passione e entusiasmo. Questo è il segreto del successo, che non significa soltanto raggiungere una posizione di rilievo, ma vivere la vostra vita di studio e di lavoro con intelligenza e saggezza, con il piacere e con la soddisfazione di chi sa di fare la cosa giusta nel migliore dei modi e con la maturità di chi ha compreso che lo studio non è un fine ma un mezzo che vi accompagnerà per tutta la vita e vi aiuterà sempre”.
“La conoscenza - ha osservato sempre l’imprenditrice - va ben oltre l’apprendere nozioni. E’ un percorso affascinante che non termina mai e, se viene affrontato con la mente e con il cuore e con l’umiltà di chi vuol mettere a frutto i propri talenti, avrà il potere di rendervi più sicuri di voi stessi dunque più liberi, in una società che ha bisogno di individui capaci di fare le proprie scelte di lavoro e di vita con perizia e originalità”.
E, per finire, l’augurio “di realizzare i vostri desideri e di raggiungere i vostri traguardi, come punti di partenza verso mete sempre più ambite, vivendo al contempo una vita di relazione piena e positiva, con gli altri e per gli altri”.
Non è naturalmente mancato, nell’intervento di Silvia Buzzi, il suo “grazie” all’amministrazione comunale, “a tutti coloro che mi dimostrano stima e affetto” e ai volontari che si impegnano nel sociale “facendo un lavoro egregio”.
Poi spazio alla consegna delle borse di studio a 24 studenti che nell’anno scolastico 2018-2019 hanno frequentato con particolare profitto le Superiori. A riceverle sono stati Sara Vitali, Jacopo Curioni, Daniele Manzini e Alessio Greppi (classe I), Luca De Battista, Alice Arnaudo, Benedetta Maglia, Laura Renna, Marco Melzi e Giulia Bugana (classe II), Edoardo Moneta, Jacopo Perego, Filippo Zucchi e Luca Kossler (classe III), Giada Comini, Angela Carminati, Alessandro Pandiani, Laura Dell’Oro e Micaela Cosco (classe IV), Federico Bongiovanni, Gaia Torri, Matteo Alkin Faggi, Thomas Lafranconi e Giada Gaddi (classe V).
Altrettanto significativo il momento successivo, dedicato al “Giorno della memoria”, istituito con la legge 211 del 2000 in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.
Musica e riflessioni si sono alternate al “De André” grazie a una serie di citazioni e testimonianze e all’esibizione di Janos Hasur, origini ungheresi, che con il suo violino ha condotto i presenti attraverso un ideale cammino tra le musiche ebraiche klezmer.

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