2019-08-04

NEL NOME DI CASIMIRO FERRARI (1940-2001)

Renato Frigerio - Mercoledì 4 settembre, sarà 18 anni che Casimiro Ferrari ci ha lasciati. Ricordarlo è un dovere nei suoi confronti, certo, ma lo è anche nei nostri. Infatti, c’è molto altro da dire e considerare e riflettere. D’altronde Casimiro era un uomo dinamico, schietto, diretto, sincero. Giusto così, tanto per rendere l’idea e la dimensione della persona.  


Casimiro Ferrari, detto “Miro”, è nato a Rancio di Lecco il 18 giugno 1940. È lui, il maggior esponente della sua generazione, uno degli scalatori principali del gruppo Ragni, con all’attivo un prestigioso curriculum nelle Alpi, con prime assolute e prime invernali, e nelle Ande, dal Perù al Cile, fino al famoso Capo Horn (Buckland, Alpamayo, Jirishanca, Sarapo e Huantsan: si tratta della cima ripresa e realizzata nel logo della Paramount Pictures), che ha dedicato molti anni all’esplorazione alpinistica della Patagonia Australe, tra il Rio Negro e lo Stretto di Magellano. 
Partecipò con Carlo Mauri alla spedizione lecchese che nel gennaio del 1970 tentò il Cerro Torre da Ovest e poi diresse la spedizione vittoriosa dei Ragni che il 13 gennaio 1974 ne raggiunse la vetta (Casimiro Ferrari in cordata con Mario “Zenin” Conti, Pino Negri e Daniele “Ciapin” Chiappa). 
Vinse il pilastro Est del Fitz Roy nel 1976 (in cordata con Vittorio Meles) ed effettuò, sempre nel suo regno in Patagonia, altre ascensioni importanti negli anni ’80 e nei primi anni ’90 (Murallon, Cerro Norte, Riso Patron, San Valentin, Bifida, Cerro Grande e Mermoz). 
Ma forse il merito principale di questo straordinario e puntiglioso alpinista, anche al di là delle innumerevoli scalate e dei suoi eccezionali successi extraeuropei, è soprattutto quello di aver creato e formato una generazione di alpinisti sul territorio lecchese. 
È innegabile la sua profonda capacità di attirare i giovani che nelle figure trainanti dei campioni vedono un modello identificativo. A questo punto è significativo e importante riconoscere che Casimiro Ferrari ci ha lasciato sospinte motivazioni e ci ha arricchito di insegnamenti irrinunciabili ed impareggiabili. 

La vita di Casimiro Ferrari ci ha aiutato a sognare. Con la conquista del Cerro Torre ha spinto gli alpinisti lecchesi ad impegnarsi al massimo per realizzare i loro sogni. 
Casimiro è stato un personaggio che ha fatto della determinazione un tratto distintivo del suo carattere. A lui stava sempre a cuore valorizzare le risorse del patrimonio anche culturale della tradizione di Lecco. Vedeva l’alpinismo come strumento impostato con una concezione autentica di passione, azione, introspezione, a tutti gli effetti e sotto tutti gli aspetti concreti, con una ricaduta sociale di ogni cosa in cui veniva coinvolto, ma soprattutto aveva il coraggio delle sue idee. 
Casimiro Ferrari è stato uno degli alpinisti che hanno lasciato il segno, perché il suo modo di agire (e di scalare ed esplorare) era indissolubilmente legato al suo modo di essere. 
Ha fatto tanto per l’alpinismo, aprendo prospettive diverse ai contemporanei e a quelli della generazione successiva. 

Casimiro Ferrari è mancato, all’età di 61 anni. Sono passati, lo ripetiamo, 18 anni dalla sua scomparsa avvenuta il 4 settembre del 2001. 
Ognuno di noi conserva con fierezza nel proprio cuore la memoria dei momenti belli che Casimiro ci ha saputo donare segnando una vera e propria epopea. . 
Al suo funerale, nella Chiesa Parrocchiale di Ballabio, c’eravamo in tanti: tutti i suoi amici di ogni età, gente venuta anche da lontano, da altre città. E sapete perché c’eravamo tutti? 
Perché Casimiro seminava ammirazione per quel che vale e di cosa è stato capace di fare. Casimiro ha sempre condotto e trascinato l’ambiente alpinistico lecchese in questi lunghi anni pieni di intensità. 
Purtroppo, in compenso, con amara crudeltà, è stato veloce il suo scivolare prima di arrendersi. Come è stata traditrice, inesorabile e implacabile, la sua malattia imbattibile. 
Grazie, per tutto, Miro. 
In questo momento rievocativo, dopo l’ultimo addio avvenuto nel lontano 2001, ai suoi figli Laura e Ugo, sia tutti i lecchesi, consapevoli in concreto del fatto che Miro ha lasciato tanto, e sia la gente di montagna, insieme, rinnovano le condoglianze più sincere ed affettuose, intese nell’espressione del commosso ricordo.


RILIEVI: CURRICULUM DI CASIMIRO FERRARI SOTTO L’ASPETTO ALPINISTICO 
IN ORDINE CRONOLOGICO

a cura di Renato Frigerio



1959 – Alpi Retiche: Monte Disgrazia, parete Nord, via nuova; 
            Pizzo Ligoncio, parete Nord, via Vinci, terza salita, ripetizione. 

1960 – Grignetta: Torrione Magnaghi centrale, parete Est, direttissima dei Ragni, 
            via nuova; Dolomiti: Cima Grande di Lavaredo, parete Nord, via Brandler-Hasse,
            direttissima, ottava salita, ripetizione. 

1964 – Dolomiti: Tofana di Rozes, parete Sud, via Paolo VI°, prima invernale 
            e terza salita. 

1965 – Alpi Retiche: Pizzo Badile, spigolo Nord, via W. Risch, prima invernale. 

1966 – Cile: Mount Buckland, parete Sudovest, spedizione “Tierra del Fuego”, via nuova;
            Argentina, Cerro Aconcagua, Cordillera Central, via normale, versante Nordovest, 
            ripetizione.

1968 – Grignetta: La Mongolfiera, parete Nordest, via CAI Belledo, via nuova; 
San Martino: Corna di Medale, parete Sudest, via dei Ragni, via nuova; 
            Monte Bianco: Grand Capucin, parete Est, via Lecco, direttissima dei Ragni,
            via nuova.  

1969 – Perù: Nevado Jirishanca, parete Ovest, Cordillera di Huayuash, 
            spedizione dei Ragni, via nuova.

1970 – Patagonia: Cerro Torre, versante Ovest, spedizione CAI Belledo, tentativo.

1972 – Perù: Nevado Huantsan Ovest, versante Ovest, Cordillera Blanca, 
            spedizione CAI Gallarate, via nuova. 

1973 – Dolomiti: Castello della Busazza, in Civetta, parete Sudest, via Messner-Holzner, 
            prima invernale. 

1974 – Patagonia: Cerro Torre, versante Ovest, spedizione dei Ragni, via nuova. 

1975 – Perù: Nevado Alpamayo, parete Sudovest, Cordillera Blanca, spedizione Busnelli, 
            via nuova. 

1976 – Patagonia: Fitz Roy, pilastro Est, spedizione dei Ragni, via nuova. 

1977 – Africa: Mount Kenya, via normale, Cime gemelle, Batian e Nelion, nel Kenya 
            centrale, ripetizione; 
            Kilimamgiaro: Cima Kibo, versante Sud, in Tanzania, ripetizione. 





1978 – Perù settentrionale: Nevado Huascaràn, Cordillera Blanca, tentativo; 
            Grignetta: Zucco di  Teral, parete Sud, via nuova. 

1979 – Perù: Nevado Sarapo, parete SudOvest, Cordillera di Huayuash, spedizione CAI 
            Ballabio, via nuova. 

1982-83-84 – Patagonia: Cerro Murallòn, sperone centrale e pilastro Nordest, spedizione 
            dei Ragni, due tentativi e conclusa via nuova.

1985 – Himalaya del Nepal orientale: Ama Dablam, cresta Nordest, 
            spedizione CAI Ballabio, ripetizione.

1986 – Patagonia: Cerro Norte, parete Est, via nuova. 

1987 – Africa: Tanzania, Kilimangiaro, via normale, spedizione CAI Ballabio, ripetizione;
Patagonia: San Lorenzo, Argentina/Cile, variante diretta alla cresta Est,  via nuova; Himalaya del Nepal centrale, regione del Tibet: Shisha Pangma, normale, 
            parete Nordovest, tentativo. 

1988 – Patagonia: Cerro Riso Patròn, versante Est, via nuova; prima traversata completa 
            inverno australe, Hielo Continental Sur, da Ovest ad Est. 

1989 – Patagonia: San Valentin, sperone Sudovest, via nuova. 

1991 – Himalaya del Nepal orientale: Makalù, parete Ovest, spedizione Città di Lecco, 
 tentativo. 

1992 – Patagonia: Aguja Bifida, spigolo Est, via nuova.

1993 – Patagonia: Cerro Grande, parete Sud, via nuova.

1994 – Patagonia: Aguja Mermoz, sperone Est, via nuova. 

1995 – Patagonia: Cerro Piergiorgio, parete Nordovest, spedizione dei Ragni, tentativo. 




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