2019-05-20

Monti Sorgenti, lunedì grande alpinismo con Tamara Lunger

Lunedì 20 maggio imperdibile appuntamento per gli appassionati di montagna: l’alpinista altoatesina Tamara Lunger sarà per la prima volta ospite a Lecco in occasione di una serata Monti Sorgenti realizzata in collaborazione con FinecoBank.


Nata a Bolzano nel 1986, figlia di un noto scialpinista italiano, Tamara Lunger è la seconda donna italiana ad aver raggiunto la vetta del K2, 8.611 metri, nella storia dell’alpinismo. Poliedrica e sorridente, ha dedicato la sua vita allo sport ottenendo risultati eccellenti in diverse discipline, dall’atletica allo scialpinismo fino alla recente passione per il parapendio. Ma la sua vera e unica passione è l’alta quota: “Ogni momento che trascorro in montagna mi rende più consapevole di chi sono e più grata alla vita”.

Protagonista di diverse spedizioni alpinistiche sulle montagne più alte del mondo, anche in invernale, Tamara Lunger parlerà della spedizione vissuta con Simone Moro in Siberia, dove hanno scalato nel febbraio 2018 il Pik Pobeda, la cima più alta della regione. Attraverso immagini e parole, con la sua inconfondibile immediatezza, trasmetterà al pubblico la sua grande passione e i valori che guidano le sue sfide in alta quota. Una serata da non perdere, che riserverà sorprese a tutti gli intervenuti.


Sul drive di Monti Sorgenti (link in calce) sono disponibili le foto del nuovo percorso espositivo curato dal CAI Lecco inaugurato ieri a Palazzo delle Paure: uno spazio con manufatti e documenti storici della montagna lecchese allestito nelle sale accanto all’Osservatorio Alpinistico, che dà vita al nuovo “Polo della Montagna”. Entusiaste le decine e decine di persone intervenute all’inaugurazione, avvenuta alla presenza del sindaco di Lecco Virginio Brivio, il vicesindaco Francesca Bonacina, l’Assessore Promozione della cultura e delle politiche giovanili Simona Piazza, con il coordinatore di Monti Sorgenti Emilio Aldeghi e Adriana Baruffini del Cai Lecco che ha curato l’esposizione insieme a Giuseppe Ferrario.

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