2019-03-18

PIETRO GRASSO A LECCO LEGGERMENTE 2019


Rosanna Castelnovo Comitato Scientifico Leggermente
 Quando Pietro Grasso si è accomodato sul palco, dopo una breve attesa, le luci si sono spente ed è cominciata la lettura di una lettera all'amico Falcone, con cui ha inizio il libro di cui si è discusso l'altra sera nel Palazzo del Commercio: Storie di sangue, amici e fantasmi. Ricordi di mafia.

Una lettura sommessa a tratti e a tratti veemente, pari al dolore e alla rabbia con cui Pietro Grasso si rivolge all'amico perduto.
Pietro Grasso tradisce una certa emozione nel sentire le sue parole, nate nell'intimità, echeggiare nel silenzio davanti ad un pubblico numeroso e attento.
Comincia poi l'excursus dentro la storia e la vita dell'ex Presidente del Senato e, insieme, l'excursus dentro la recente nostra storia nazionale, su sollecitazione dei due interlocutori sul palco con lui: l'Assessore Simona Piazza e il coordinatore accademico dell'Università Cattolica di Milano Matteo Bonacina.
Si parte con la dedica del libro, una dedica ai giovani: al nipote di Grasso e ai nati dopo il 92. Una memoria lasciata in eredità proprio a chi non ha vissuto i tragici eventi che hanno accompagnato la vita dell'autore del libro.
Si prosegue con le  ragioni che, fin da piccolo, hanno fatto dire al bambino Pietro Grasso che da
grande avrebbe fatto il magistrato e poi il seguito – come un destino ineluttabile – del suo itinerario fino ad arrivare lì, dove si era immaginato, ad avviare la sua professione accanto al giudice Terranova.
La serata scorre sulla traccia dei ricordi fino a toccare le corde più sensibili delle morti di Falcone prima  e di Borsellino poi.
Falcone che si era rivolto a Grasso con le parole agghiaccianti “E' arrivato l'esplosivo anche per me!” e Borsellino che, nel discorso di commiato a Falcone, aveva presagito il suo prossimo destino.
Certo si tratta, afferma il senatore Grasso, non di esaltarne le gesta da eroi  ma il loro essere modelli esemplari di impegno eccezionale in persone normali!
Un racconto molto vivo è quello che fa riaffiorare tempi, momenti, facce, legate al maxi processo cui Pietro Grasso partecipa in qualità di giudice a latere: un resoconto molto vivo sulle difficoltà, sui problemi ma anche sulle forti sinergie che hanno condotto a portare a compimento l'impresa di giungere alle sentenze.
L'ultimo pensiero è rivolto alle trasformazioni della mafia, alla necessità di tenere alta la guardia e di non rinunciare alla lotta che deve coinvolgere tutti, dalle istituzioni ai singoli cittadini impegnati ciascuno nel proprio dovere.
E' ora di chiudere! Tornano le parole contenute nella lettera  di Pietro Grasso all'amico Paolo Borsellino, con cui chiude il suo libro, attraverso la voce e l'emozione di Federico Bario.
Un applauso caloroso saluta il magistrato e la sua storia.

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